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Stefano Mainardi ha scritto:
<blockquote
cite="midbe119c020610111635k453225f0o5cfe7d1fe4b1ba39@mail.gmail.com"
type="cite">Il 12/10/06, Emanuele Olivetti <<a
href="mailto:olivetti@itc.it">olivetti@itc.it</a>> ha scritto:<br>
> mi e' stata posta la seguente domanda a cui non so rispondere con<br>
> sicurezza: se prendo come esempio del codice GPL e lo reimplemento
in
<br>
> un altro linguaggio mantenendo quindi una certa [0] somiglianza con<br>
> quello di partenza, si mutua la licenza GPL anche alla mia opera?<br>
<br>
Ciao Emanuele, penso proprio che in questo caso si tratti di "opera
derivata" e la GPL (al punto 2) dice questo:
<br>
</blockquote>
Onestamente penso invece proprio di no.<br>
Una delle libertà fondamentali del software libero è quello di
consentire la LIBERTA' DI STUDIARLO.<br>
<br>
Penso che se uno lo reimplementa in un altro linguaggio, deve mettere
di suo un bel po' di inventiva e di fatto ricrea da zero un software
diverso. Il diritto di autore (su cui si basa la GPL) da quello che ho
capito, dovrebbe applicarsi alla LETTERA dell'opera, quindi se la nuova
opera è di fatto completamente nuova (se vogliamo è come un parodia)
anche se si basa su IDEE (algoritmi) originali, manca il nesso che la
rende operate derivata. <br>
<br>
Non sono un avvocato e questa è SOLO una mia opinione (check a lawyer
to have a legal advice, come dice groklaw :-))<br>
<br>
</body>
</html>