<br><br><div class="gmail_quote">Il giorno 2 novembre 2008 12.35, Dino Termini <span dir="ltr"><<a href="mailto:dino@duechiacchiere.it">dino@duechiacchiere.it</a>></span> ha scritto:<br><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">
<br>
><br>
> E allora che serve sta mailing list e il Linux Day e le altre menate<br>
> se tanto raggiungi solo poche persone?<br>
> Mirko<br>
<br>
Mirko, in realtà la vera domanda è un'altra (cambio subject per<br>
riflettere il cambio di topic): cosa fanno le pubbliche amministrazioni<br>
che adottano l'open source per sostenere attivamente la comunità? Dove<br>
lavoravo io ho proposto più volte di fare almeno una donazione in denaro<br>
a progetti come Open Office o Fedora, visto che usavamo (poco e male) i<br>
loro prodotti. </blockquote><div><br>Sei un dipendente statale?<br> </div><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">La comunità si regge sul contributo ATTIVO di quelli che<br>
vi partecipano. Ma nel caso italiano mi sembra più un approccio da<br>
"parassiti" che da collaboratori. Pochi, pochissimi enti producono<br>
software o contribuiscono al bug fixing, ancora meno, che mi risulti,<br>
"pagano" qualcosa. <br></blockquote><blockquote class="gmail_quote" style="border-left: 1px solid rgb(204, 204, 204); margin: 0pt 0pt 0pt 0.8ex; padding-left: 1ex;">Ci si basa troppo sul concetto "uso l'open source<br>
così risparmio" (gli standard aperti sono spesso solo una scusa, tanto<br>
l'interoperabilità tra enti in Italia è ancora all'età della pietra,<br>
alla faccia della legge che la vorrebbe attiva già da un po')<br>
atteggiandosi quindi ad utenti passivi di questi prodotti. Credo che<br>
l'attenzione andrebbe posta più spessa su questo fattore, quando si<br>
parla di enti pubblici. Invece che pagare profumate consulenze private,<br>
quando inizieranno a pagare l'open source? :-)<br>
</blockquote><div><br>Il tuo discorso è ineccepibile se non per un fatto: si basa su tue impressioni. In un altro topic qualcuno ha chiesto "La fonte delle informazioni". Lungi da me difendere chichessia ma non vorrei scadere nella prassi tutta italiana di vedere nelle PA il male assoluto, la casta, i parassiti. Come a te non risulta che nulla alla comunità è venuto dalle PA a me risulta che nulla è venuto dalle aziende private. Ma questo è vero? No, perchè ho l'onestà intellettuale di ammettere di avere pochissime informazioni. Un esempio: a <a href="http://unipd.it">unipd.it</a> un tizio ha sviluppato un plugin di firefox per interagire con l'opac univeristario e lo ha rislasciato; la provincia di Rovigo ha tra i suoi dipendenti un altro tizio che ha sviluppato un preseed di debian che sta per essere rilasciato. Questa azienda <a href="http://www.gnustile.net/portal/js/home.html#">http://www.gnustile.net/portal/js/home.html#</a> ha sviluppato sw per scuole e per Regione Veneto sotto licenza GPL. Mi pare che stiamo facendo le solite duechiacchere da bar sullo stile "Sono tutti uguali, rubano tutti alla stessa maniera". <br>
Per risolvere la discussione basterebbe introdurre un pagina in <a href="http://www.softwarelibero.it">http://www.softwarelibero.it</a> dove chi ha conoscenza di progetti open nella PA o in aziende li possa pubblicizzare (previo consenso della propria struttura).<br>
Mirko<br></div></div><br><br clear="all"><br>-- <br>"When circumstances change, I change my opinion. What do you do?". John Maynard Keynes<br>