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<p>mi stupisco che in una lista sul software libero, si presume basato su standard liberi ed inter-operabili, ci sia chi affermi di voler usare la PEC, PESSIMA invenzione italiana usabile SOLO in italia e affatto rispettosa della privacy dei suoi utenti.</p>
<p>http://www.cittadininternet.it/lappetito-vien-mangiando/</p>
<p>Il 22.01.2014 10:09 Sandro Santilli ha scritto:</p>
<blockquote type="cite" style="padding-left:5px; border-left:#1010ff 2px solid; margin-left:5px; width:100%"><!-- html ignored --><!-- head ignored --><!-- meta ignored -->
<pre>On Tue, Jan 21, 2014 at 06:57:24PM +0100, loredana wrote:</pre>
<blockquote type="cite" style="padding-left:5px; border-left:#1010ff 2px solid; margin-left:5px; width:100%">La TARES e' stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Sono anni che chi prova a pagare le tasse senza delegare il compito ad altri scopre che e' un lavoro a tempo pieno, un labirinto inestricabile, pieno di trabocchetti. Nonostante sia molto migliorato, ultimamente. Quando mi e' arrivata la lettera, il 18 dicembre, la data era del 5 dicembre. Vuol dire che le poste se la sono tenuta per 13 giorni? Nessun timbro, ovviamente, non si usa piu'. C'e' chi non consegna in Italia perche' le poste non funzionano. Ce ne siamo accorti tutti che, con il progresso, dalla settimana scandalosa per la consegna di una lettera di vent'anni fa si e' passati ai 15/20 giorni se va bene. Peccato che, in questo caso, non si tratta di un acquisto online o della cartolina delle vacanze e le conseguenze son ben diverse se va perso. Come glielo spiego io allo stato, alla regione, al comune, se me ne perdo uno, di questi avvisi di pagamento, da qui a cinque/dieci anni?</blockquote>
<pre>Quando e' capitato a me sono riuscito a spiegarlo. Le persone (per fortuna)
possono ancora risolvere problemi al di fuori di protocolli rigidi. Certo
bisogna migliorare i protocolli, ma anche parlare con le persone aiuta il
cambiamento. In questa ottica, ancora, credo sia utile creare strumenti che
aiutino le persone coinvolte a parlare tra loro.
In questo caso specifico, a livello di protocollo, credo che un buon passo
in avanti sarebbe _costringere_ le pubbliche amministrazioni ad usare la
posta elettronica certificata gia' fornita gratuitamente al cittadino.
Da linea amica mi dissero che questo obbligo gia' esiste ma solo se la
specifica PA (ogni ente e' a se) ha ricevuto esplicita richiesta in questo
senso. Questo fino a che non sara' disponibile l'anagrafe digitale
centralizzata. La posta elettronica certificata per le comunicazioni tra
cittadino e PA (CEC-PAC, credo si chiami) si apre alle poste (attuale
fornitore ufficiale per il dominio @postacertificata.gov.it) firmando un
contratto in cui si "elegge domicilio" presso la casella di posta.
Ho aperto la CEC-PAC nel 2010, in tre anni l'unica comunicazione MAI ricevuta
e' stata una pubblicita' del "decreto del fare". Tutte le comunicazioni
importanti hanno continuato ad arrivare per via cartacea. Ho pensato di
fare esplicita richiesta ai vari enti, e credo anche di averla in alcuni
casi fatta. Ma se la PA non rispetta le regole l'unica conseguenza e' che
il funzionario responabile riceve dei "punti di demerito" che gli rallentano
(teoricamente) la carriera [informazioni di provenienza lineaamica.gov.it].</pre>
<blockquote type="cite" style="padding-left:5px; border-left:#1010ff 2px solid; margin-left:5px; width:100%">Naturalmente, a quel punto ci si fa caso. Questa volta capita alla regione Piemonte, e' lei che manda, sempre per posta, il sollecito per il pagamento del bollo auto. A me scade il 31 dicembre. Arriva il sollecito al 10 gennaio. Telefono al call center e chiedo com'e' possibile? Risposta: non si preoccupi, ha 30 giorni di tempo. Mi</blockquote>
<pre>Si, stessa cosa successa a me: lasciano margine, prevedendo casini (credo).</pre>
<blockquote type="cite" style="padding-left:5px; border-left:#1010ff 2px solid; margin-left:5px; width:100%">preoccupo, spiego. Non e' accettabile. La signorina non c'entra nulla, ovviamente, le chiedo di passarmi il resposanbile. Risposta: qui non c'e' nessuno, ci siamo solo noi. Poi mi dice la "regola": devono spedire una settimana prima della scadenza. Vale a dire, il 24 dicembre? Si e' mai accorto nessuno che quella regola non vale, se le poste ci impiegano 15, 20 giorni? O si spedisce un mese prima della scadenza, o, meglio, molto meglio, si inizia un bel lavoro per far funzionare le poste. Lo so che e' difficile, pero' se non funziona niente non e' che per miracolo, poi, il paese funziona. Qualcuno dovra' ben cominciare ad occuparsi anche dei problemi reali, o no?</blockquote>
<pre>Gia'. Il "responsabile" dovrebbe occuparsene. Il fatto che sia irraggiungibile
e' gia' di per se un bel guaio. Sara' legale ? Credo ci sia l'obbligo di
fornire un servizio di relazione col pubblico. Purtroppo si arriva al nodo
della giustizia perche' spesso le leggi esistono ma non si riesce a farle
rispettare. Fare ricorso costa tempo e denaro, e la convenienza immediata
spinge ad evitare, a fare altrimenti.</pre>
<blockquote type="cite" style="padding-left:5px; border-left:#1010ff 2px solid; margin-left:5px; width:100%">Non so, temo che il problema sia non dare l'ennesimo strumento, ma trovare qualcuno che se ne serva. Parlo per me, quello che mi servirebbe e' UN sito di riferimento, semplicissimo da usare e funzionante, abitato da chi si spoglia della sua veste particolare (e, con questo, dei suoi interessi particolari) e riconosce che ci sono problemi che riguardano tutti, a cui uno puo' contribuire con le sue specifiche competenze e con la sua personale esperienza, con lavoro vero di ricerca delle soluzioni che prova sulla sua pelle, mettendo da parte l'ego e concentrandosi solo sul problema in se', che dev'essere innanzitutto ben definito. Con i riferimenti "giusti", con pochi riferimenti, dovrebbe bastarne uno per ogni argomento quando si tratta di regole della PA. E deve essere un sito ufficiale, a cui contribuisce direttamente chi le regole le detta e quindi garantisce che le soluzioni sono quelle accettate dalle istituzioni e con valore legale. Chi detta le regole, chi le deve applicare, chi le "subisce". Insieme la quadra si trova. Se non si trova, almeno si scopre qual e' l'intoppo. E tutto deve essere "permanente", o non serve a niente.</blockquote>
<pre>Linea amica sembra avere questa come "mission", hai fatto un giro ?
Magari vale la pena investire tempo in quel servizio (cercando modi
per essere di aiuto).
[... taglio del lungo sfogo ...]</pre>
<blockquote type="cite" style="padding-left:5px; border-left:#1010ff 2px solid; margin-left:5px; width:100%">Ieri sono andata alle poste a pagare il rinnovo della casella postale con un sistema da medioevo, giri tortuosi e una persona allo sportello con cui ho dovuto discutere un quarto d'ora per farmi mettere su una ricevuta compilata a mano (in duplice copia con carta carbone non funzionante in mezzo) la data, il timbro e il numero della casella.</blockquote>
<pre>Pagare ? Non parli della CEC-PAC, spero ?</pre>
<blockquote type="cite" style="padding-left:5px; border-left:#1010ff 2px solid; margin-left:5px; width:100%">Va beh, scusate ... io un po' di paura di queste cosucce di cui non si parla mai e delle conseguenze ce l'ho. Prometto che non lo faccio piu :)</blockquote>
<pre>Serve un altro luogo, vero ? :)
A me non hai dato fastidio, anzi.
Sono stato _terrorizzato_ anch'io. Ora un po' meno, da quando ho provato
ad affrontare le questioni. La paura deriva dall'ignoranza, ed il sistema
Italia sembra fatto apposta per tenertici dentro. Non e' un caso se parliamo
di questo su una lista per il software libero. Il software e' conoscenza,
e la sua "conoscibilita'" rende piu' liberi. Anche dalla paura. E' normale
che si voglia applicare lo stesso processo liberatorio ad altre forme di
"processi funzionali".
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