[Action] proposte per le azioni future

Piergiovanna Grossi piergiovanna.grossi at univr.it
Thu Jan 24 09:59:56 CET 2013


Ciao
Rispondo mettendo insieme le risposte di Cristian, Frieda e Luca:

Il 22/01/2013 16:00, Cristian Consonni ha scritto:
> Il 22 gennaio 2013 14:18, Piergiovanna Grossi
> <piergiovanna.grossi at univr.it> ha scritto:
>> Come ricorderete, siete stati iscritti a questa lista principalmente per
>> facilitare la gestione della protesta contro il "concorsone".
>> Al di là di come andrà a finire questa azione, rimane la cosa positiva che
>> siamo riusciti a metterci assieme in 45 associazioni, per un totale (a
>> spannoni e a ribasso, contando circa 50 iscritti ad associazione) di un
>> minimo di 2250 persone rappresentate, nel giro di circa 7 giorni.
>> Sicuramente, se non ci fossero stati i grossi limiti comunicativi dovuti
>> alla mancanza di una rete efficiente, saremmo stati molti di più, avremmo
>> agito più rapidamente, con meno dispendio di energie e avremmo ottenuto
>> sicuramente un risultato migliore.
>>
>> Come ho detto ad alcuni di voi durante qualche scambio di mail, secondo me
>> non abbiamo bisogno di costituire una nuova ennesima associazione che
>> raggruppi tutte le altre (ormai crescono come funghi pure queste e
>> serviranno a breve delle associazioni che mettano insieme le associazioni di
>> associazioni se continuiamo così:)), non ci serve una nuova forma
>> comunicativa, ma serve che riusciamo a metterci insieme quando dobbiamo fare
>> lobbying su temi di interesse comune, con la libertà di aderire o meno, di
>> partecipare o meno e con la libertà di proseguire intanto ognuno nelle
>> proprie specifiche atività, diverse da associazione ad associazione.
>>
>> Qualcuno ha qualche idea, magari già sperimentata?
>>
>> vorrei raccogliere un po' di opinioni e provare a fare qualche proposta
> Esistono, da un paio di anni o forse meno, gli Stati Generali
> dell'Innovazione[1] che è una "associazioni di associazioni" attiva da
> tempo nell'ambito dell'/open government/ e nella riduzione del
> /digital divide/.
>
> Poi c'è Frontiere Digitali[2] che invece è un network di associazioni
> (in pratica una mailing list) attiva nell'ambito delle libertà
> digitali[3].
>

Frieda ha osservato che il sistema di Frontiere Digitali non ha 
funzionato bene nella raccolta di adesioni per azioni comuni e mi sento 
di confermarlo con l'esempio della lettera al ministro, che è passata 
anche per frontiere digitali, ma frontiere digitali non l'ha firmata 
(l'ha firmata però qualcuno che fa parte di Frontiere Digitali, segno 
che non tutti erano contrari all'adesione).
Per Stati Generali è successa una cosa simile. Ho mandato personalmente 
una mail a uno dei fondatori, chiedendo di passare l'informazione tra i 
soci, ma la mia mail non è mai arrivata a nessuno (per altre vie, 
tuttavia, hanno aderito alla protesta alcuni di SGI). Del resto, osservo 
sul sito che fanno parte di Stati Generali dell'Innovazione anche ditte 
che lavorano  SOLO con "software prorietario" per "Pubbliche 
Amministrazioni" e suppongo pertanto che SGI non abbia tra i suoi 
principali interessi quello di promuovere il SL nelle PA, in caso 
contrario immagino un conflitto di interessi :).

Ciò detto, i  motivi principali per cui non mi convincono queste forme 
associative (=associazioni di associazioni) sono 2:
1) finiscono per diventare delle macchine burocratiche poco dinamiche, 
principalmente perché diventa impossibile mettere tutti d'accordo.
2) non riescono a coinvolgere le piccole associazioni locali che, nate 
per lavorare sul territorio, non sono particolarmente interessate a 
progetti nazionali e non hanno neppure le energie da investirci. Io 
ritengo invece queste associazioni di una importanza strategica in 
ITalia, perché sono loro che riescono a raggiungere le scuole, gli 
assessori comunali...il prete! :-D...insomma, sono loro che riescono ad 
arrivare alla gente, oltrepassando i filtri mediatici e raccontando 
nuove idee.

A mio avviso quel che serve è pertanto una rete tramite la quale 
chiunque voglia far partire una azione possa chiedere il supporto nella 
stesura o anche la sola firma al maggior numero di associazioni 
possibili, distribuendo gli sforzi e senza appesantire tutti ogni volta. 
Serve una rete in cui i singoli gruppi/associazioni siano liberi di 
scegliere di volta in volta se partecipare e in quale misura, mantenendo 
la propria indipendenza e la propria individualità.
...detta così sembra una proposta tipo "tolgo l'IMU e il bollo auto a 
tutti!" :) però secondo me basta rifletterci su un poco e fare qualche 
prova.
Forse si può partire dalla procedura proposta da Luca per una riflessione? :

1. il proponente realizza la proposta su uno strumento stile askbot o 
openaction
2. i "core partner" revisionano la proposta
3. la segnalazione della proposta viene inviata a tutte le associazioni 
che hanno un determinato tag (secondo il formato definito) ~~ a quelli 
inseriti nella proposta

Vi ringrazio anticipatamente per i feedback

P.






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