[Diritto] articolo su copyleft
Riccardo Bagnato Bulgarelli
riccardo@bagnato-bulgarelli.it
Mon, 12 Nov 2001 19:11:19 +0100
Sto per mettere online questo articolo.. che ne dite? Link da seggerire...
imprecisioni...
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<titolo>Scatta l'ora del copyleft</titolo>
<sottotitolo>Software libero, hacktivism, copyleft, open source: termini
fino a ora relegati a una minoranza, ma che da oggi diventano gli emblemi di
una nuova filosofia dei diritti d'autore</sottotitolo>
Se il boom della new economy aveva infatti entusiasmato molti, e il relativo
crollo ne ha ridotto notevolmente l'appeal, Internet sta dimostrando ogni
giorno di non essere una "bolla speculativa", ma una vera e propria
rivoluzione nei contenuti.
Non è un caso allora che proprio in questi giorni sia uscito un libro culto
e per certi versi curioso, "L'etica hacker e lo spirito dell'età
dell'informazione" (Feltrinelli, 2001), di Pekka Himanen; prologo di Linus
Torvalds, creatore del sistema operativo Linux e autore del libro
"Rivoluzionario per caso" (Garzanti, 2001).
Sono almeno due le curiosità legate a questa uscita su cui vale la pena
soffermarsi.
A una veloce scorsa dei capitoli, infatti, ci si accorge immediatamente
dell'impegno filologico con cui il libro, nella sua semplicità un po' à la
page, si concede. Diviso in tre parti e corredato da conclusioni,
ringraziamenti ed epilogo, si passa da L'Etica del lavoro di weberiana
memoria alla seconda parte, L'Etica del denaro in cui, invece, pur rimanendo
in secondo piano quasi rimosso (ma è un suo destino) il nome di Georg
Simmel, traspare evidentemente l'impianto sociologico dell'autore di
Filosofia del Denaro. L'insistenza su alcune figure storiche della
sociologia come Simmel e Weber (all'appello manca Durkheim), inserisce la
rivoluzione informatica, finora preda dei molti tuttologi, in rapporto a una
tradizione che non disdegna, anzi percepisce con precisione e qualche
spavalderia accademica ciò che Internet e la sua potenzialità rivoluzionaria
impongono alle tradizionali dinamiche sociali, religiose ed economiche, in
una parola: culturali (www.hackerethic.org). Formalizzando per altro
un'inversione di tendenza. E cioè vedendo Internet non soltanto come un
archivio a cielo aperto 24 ore su 24 più o meno completo o ben organizzato,
bensì come l'insieme di nuove dinamiche, nuovi contenuti, nuovo bisogni,
nuovi comportamenti sociali ed economici su scala planetaria.
A conferma di ciò, la correttezza con cui Himanen intuisce e coniuga il
paradigma del mondo hacker sul piano della realtà, implica ad esempio l'uso,
per la prima volta da parte di un grande editore italiano, del copyleft (per
maggiori informazioni: Classificazione del software libero e non, Applying
Copyleft To Non-Software Information).
L'idea del copyleft consiste nel dare il permesso di modificare un programma
o un testo, di distribuirlo, e di pubblicarne una versione perfezionata, ma
di obbligare chiunque benefici di questa possibilità di rendere
successivamente copiabile e distribuibile il risultato. Si applica in
relazione a diverse licenze che autorizzano più o meno a modificare il
contenuto. Fino alla formula più restrittiva che, per quanto tale, recita:
"Copyright © John Smith, Verbatim copying and distribution of this entire
article is permitted in any medium, provided this notice is preserved"
ovvero "Copyright © Mario Rossi, La copia letterale e la distribuzione di
questo articolo è permessa con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota
sia riprodotta". In sostanza la copia e la distribuzione, per quanto
restrittivo possa essere il copyleft adottato, sono sempre possibili.
E allora? Provate a sfogliare il libro di Himanen. Nelle prime pagine
troverete proprio questo. Che una parte del libro, in questo caso un testo
di Richard Stallman protetto da copyleft, può essere a sua volta copiato e
distribuito. Provate ora a immaginare se questo avvenisse di un intero
libro. Provate a pensare se lo facesse un grande editore. Per ora
Feltrinelli "è stata costretta" a farlo di un breve testo all'interno di un
libro ancora protetto da copyright. Ma in futuro? E non è forse questo un
atto concreto, ma con un profondo significato etico ed economico, che mette
in discussione i processi produttivi?
E in concreto cosa è cambiato nell'editoria?
Una volta si diceva "vincerà chi ha contenuti e chi li porterà per primo
online". Oggi l'editoria tradizionale invece sta comprando contenuti da
Internet. Con un accordo concluso intorno al 17 ottobre ad esempio la
Giangiacomo Feltrinelli Editore spa, ha acquisito una partecipazione della
Apogeo srl (www.apogeonline.com), dal 1989 leader nell'editoria informatica
ed elettronica e nell'informazione tecnica su Internet. Per non parlare di
altre case editrici, più o meno grandi, che hanno incassato successi di
vendita, come nel caso di Shake edizioni (www.shake.it) con il libro "I
motori di ricerca nel caos della rete. Kit di sopravvivenza", o della
Bollati Boringhieri che ha pubblicato ad ottobre di quest'anno "Informatica
solidale, storia e prospettive del software libero",
(www.bollatiboringhieri.it), un libro per certi versi da tempo nell'aria, ma
che ha trovato grazie a Mariella Berra e Angelo Raffaele Meo un primo
tentativo tutto italiano di declinazione sociale del software libero nel
mondo del lavoro e del non profit. O ancora Fazi editore, che ha dedicato
un'intera collana all'e-pensiero, traducendo libri culto come "Geeks" o
"Netslaves" (www.fazieditore.it), per non parlare di Hops Libri
(www.hopslibri.it), Etas (www.etas.it) e Derive Approdi
(www.deriveapprodi.org).
Altri link utili
Associazione software libero
Contro il Digital Millenium Copyright Act
"Copyleft, libertà di software" (Il Sole24Ore);
Intervista a Richard Stallman (Fondatore Free software Foundation).
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Copyright (C) 2001 Riccardo Bagnato <riccardo@bagnato-bulgarelli.it>.
La copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua integrità
sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia
riprodotta.
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