R: R: R: R: R: [Diritto] Dubbi su licenze (e software libero)

Giovanni d'Ammassa diritto@softwarelibero.it
Thu, 18 Apr 2002 12:13:37 +0200


Purtroppo non è così. Quanto sostiene parte da premesse non corrette.
Se il diritto di autore non è necessario per il software libero, allora io
posso
tranquillamente prendere il codice da Lei scritto, e utilizzarlo per i
prodotti
software che commercializzo. Senza che Lei possa fare assolutamente nulla
per impedirmelo... :)

Riporto quanto scrive Andrea Monti in proposito (il documento completo
è disponibile al link http://www.andreamonti.net/it/doc/opencopy.pdf):
Documento che condivido in pieno e invito a leggere.

[inizio doc]
2.2 L'open source è legale?
Da quanto sopra è abbastanza evidente dedurre che anche l'open source è
pienamente regolato e
tutelato dalla normativa sul diritto d'autore. Proprio perchè siamo di
fronte alla scelta compiuta "a
monte" da chi ha creato un programma, del modo di porlo in circolazione.
Non è, quindi, corretto affermare che i software open source sino "figli di
nessuno" e che chiunque
può farne ciò che vuole. Tant'è che l'art.171 bis l.633/41 che punisce la
duplicazione abusiva di
software è pienamente applicabile anche a chi viola le prescrizioni
contenute nella GPL o in
qualsiasi altra licenza d'uso di software liberi.
D'altro canto, appare altrettanto evidente che GPL, Open Source Guidelines e
quant'altro sono
"semplicemente" delle modalità di esercizio del diritto d'autore e quindi
non vincolanti al di fuori
della regolamentazione pattizia che l'autore stabilisce unilateralmente per
il proprio programma. In
altri termini, nessuno impedisce ad un'azienda che vuole utilizzare modalità
alternative di
distribuzione dei propri prodotti di "farsi da sè" una licenza che incorpori
alcune - ma non tutte - le
indicazioni delle licenze standard.
Va tuttavia segnalato che un approccio di licensing in stile free software è
quello che, dal punto di
vista della qualità del prodotto, sta offrendo i risultati più apprezzabili.
Per via del "circolo virtuoso"
innescato dalla famosa "caratteristica virale" della licenza, che obbliga
gli sviluppatori a "rimettere
in circolo" il prodotto del proprio lavoro, consentendo alla "comunità" di
migliorarlo e "ripararlo"
molto più in fretta di quanto accada in ambiente proprietario.
[fine doc]

Cordialità,

	-giovanni d'ammassa

> Signor d'Ammassa,
> prima di continuare nella confusione credo che sarebbe importante farle
> notare, che il termine protezione utilizzato da Alessandro non e' tra
> virgolette per caso, come dopo un be po' di lettere alla fine anche lei
> si e' accorto.
> Tutti gli autori di Software Libero consci di quello che fanno sanno
> bene che e' la normativa sul diritto d'autore a proteggere le loro
> opere, ma quello che interessa sono solo due tipi di "protezione".
> 1. Protezione dei diritti morali
> 2. Protezione dall'appropriazione e trasformazione in software
> proprietario.
>
> Ma vorrei farle notare che la 2 non e' una crociata per il gratis o
> l'anti-globalismo/corporativismo, ma solo frutto di un mero dettaglio
> tecnico.
> Purtroppo il software per funzionare ha spesso bisogno di essere
> tradotto dalla forma sorgente ad un linguaggio piu' vicino alla
> macchina, e questa trasformazione rende il codice oggetto risultante
> illeggibile (se non a costo di enormi sforzi) agli utenti, di fatto
> occultando l'opera che nella sua forma originale (sorgente) e' invece
> perfettamente intellegibile. Tale fatto e' quindi in grado di togliere
> quelle liberta' che i sostenitori del Software Libero vorrebbero fossero
> garantite agli utenti.
> Se il software non venisse compilato ma fosse sempre utilizzato nella
> sua forma sorgente per quanto mi riguarda (ma penso sia il pensiero di
> molti altri) non sussiterebbero grossi problemi a stralciare tutta la
> legge sul diritto d'autore e mantenere solo le parti che garantiscono la
> tutela dei diritti morali che e' secondo me l'unico vero diritto da
> tutelare e che invece sempre piu' spesso viene soffocato dagli altri
> cosiddetti diritti (che invece ci si scorda di ricordare che dovrebbero
> essere chiamati concessioni).
>
> Inoltre, da obiezzioni fatte recentemente mi sembra di vedere che non ha
> colto la differenza tra software libero e software copyleft. I due
> termini non sono intercambiabili, e copyleft e' molto piu' restrittivo.
> Quando si dice che per il software libero non copyleft l'assenza della
> legge sul diritto d'autore non cambierebbe nulla, ebbene e' proprio
> vero. Il software libero non copyleft (es: licenza tipo X11) non pone
> alcuna clausola, lascia piena liberta' a chi ne viene in possesso di
> utilizzare qul codice a suo totale piacimento proprio come avverrebbe
> senza diritto d'autore (In realta' c'e' solo la richiesta di
> riconoscimento dei diritti morali sotto forma di obbligo a riportare la
> nota di copyright).
>
>
> cordialmente,
> Simo Sorce
>
> --
> Simo Sorce - simo.sorce@xsec.it
> Xsec s.r.l.
> via Durando 10 Ed. G - 20158 - Milano
> tel. +39 02 2399 7130 - fax: +39 02 700 442 399
>