[Diritto] Software libero sviluppato da dipendenti delle PA
Marco Pantaleoni
diritto@softwarelibero.it
Tue, 30 Apr 2002 11:35:18 +0200
On Mon, Apr 29, 2002 at 10:57:08PM +0200, Marco Ermini wrote:
> On Mon, 29 Apr 2002 17:42:24 +0200, Marco Pantaleoni <panta@elasticworld.org>
> wrote:
>
> > Mi pare si stia parlando di liberi professionisti (impressione confermatami
> > dall'uso del termine "cliente"), nel qual caso non credo abbia senso parlare
> > di orario d'ufficio o di lavoro, in quanto il libero professionista non
> > puo` essere assoggettato a orari di lavoro e/o strutture lavorative.
>
> Altroche' se puo' esserlo e certamente lo e', in quanto se firmi un qualunque
> contratto che abbia un minimo straccio di decenza, ci saranno scritte alcune
> cosine minime:
>
> 1) dovrai lavorare negli orari di ufficio - oppure tu ti presenti in ufficio
> alle 2 di notte :-) o comunque quando piu' ti pare e piace? un libero
> professionista in ogni caso deve lavorare in team con altri, che siano altri
> professionisti o i dipendenti del cliente, quindi deve sicuramente sottostare
> anche agli orari degli altri;
Che io sappia, un contratto con un libero professionista che non preveda
un rapporto da lavoro dipendente non puo` imporre orari di lavoro come
non puo` imporre il luogo di lavoro (ovvero non ti possono dire che
devi lavorare nel loro ufficio, quindi tantomeno possono dirti che devi
lavorare dalle 8.30 alle 17.30, tanto per fare un esempio). Il fatto che
un contratto dica il contrario non significa che il contratto non contenga
delle clausole non valide, se la legge sostiene l'opposto.
Ripeto, non sono un esperto in materia legale, mi farebbe piacere se
qualcuno piu` accreditato di me potesse gettare luce sull'argomento.
>
> 2) qualcosa del tipo "pur non dovendo sottostare ad alcuna gerarchia, il
> collaboratore dovra' rispettare le strutture gerarchiche del cliente" o
> qualcosa del genere. Ovviamente se non riesci nemmeno a renderti conto dove
> vivi...
Questa poi non riesco nemmeno a capirla. In termini pratici che significa?
Credo che anche questa non abbia nessun valore pratico.
>
> 3) ci sara' scritto "il collaboratore non dovra' copiare illegalmente gli
> strumenti software forniti dal cliente per lo svolgimento del proprio lavoro"
> o qualcosa di simile, oltre all'indicazione ovviamente che e' vietato lavorare
> contemporaneamente per clienti concorrenti.
Mi sembra senza senso. Un contratto deve dire esplicitamente che non puoi
compiere azioni illegali (come copiare software proprietario)?
Assurdo secondo me.
Nutro dubbi anche sulla liceita` di una clausola che ti obblighi a non
lavorare per altri.
>
> Quindi, non puoi fregarti l'MSDN del cliente per installare Windows ai tuoi
> amici, o presentarti in ufficio alle 21 quando la gente assieme a cui dovresti
> lavorare fa orario di ufficio. Certamente puoi gestire il tuo tempo nei limiti
> in cui riesci a svolgere la tua attivita', ma dire che non hai vincoli e'
> decisamente errato - anzi, ho sentito di consulenti con vincoli persino piu'
> stringenti di quelli di un dipendente, tipo che dovevano fare un tot minimo di
> ore annue presso il cliente!!!
Quello che si sente in giro conta relativamente. Ho visto bambini cinesi
di 6 anni lavorare in una cantina dieci ore al giorno, ma cio` non significa
che sia legale.
Tornando alle ore di lavoro, penso che invece sia lecito fare un contratto
che preveda un certo numero di ore annue da dedicare al cliente (una
specie di "supporto tecnico": il cliente paga il tuo lavoro a ore e ne
compra in anticipo un certo numero). Ben diverso dal prevedere che tu
sia nel suo ufficio dalle x alle y ogni giorno.
>
> E guarda che per "consulenti" non si intendono solo ingegneri senior
> strapagati, sono consulenti anche degli junior con pochi anni di esperienza.
Non mi sembra che c'entri nulla questa precisazione.
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Marco Pantaleoni panta@elasticworld.org
Padova, Italy panta@acm.org
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