[Diritto] articolo: Il punto su Palladium

Marco Pantaleoni diritto@softwarelibero.it
Mon, 15 Jul 2002 15:01:51 +0200


On Mon, Jul 15, 2002 at 02:46:54PM +0200, Giovanni Biscuolo wrote:
> 
> Non proprio: le cosiddette "chiavi hardware" ci sono da un sacco di anni
> ed anche quelle non hanno funzionato.
> Ho sentito dire che esistono dei programmini in grado di emulare una
> chiave hardware inserita su porta parallela.
> Esistono sistemi software per aggirare la "protezione" del codice
> regionale dei DVD, che è implementata in tutti i lettori di DVD venduti.

Certo, la chiave hardware e` un approccio misto hardware/software.
Il software controlla se c'e` la chiave hardware, quindi se modifichi il
software la presenza della chiave hardware non influisce piu`.
Con TCPA l'approccio e` ribaltato, se modifichi un software questo non
funziona piu` perche` la sua firma crittografica non combacia piu`, ed
il controllo e` fatto in hardware.

> 
> > (che e'
> > facile da modificare, basta avere un PC e gli strumenti opportuni, ossia
> > programmi), mentre questa e' basata sull'hardware. Alterare l'hardware
> > richiede strumentazione: apparecchi, insomma, il cui costo non e' zero. 
> 
> Lo sanno bene quelli che vendono i mod-chip ;-)

Se e quando il cosiddetto "fritz" chip finira` all'interno della CPU,
avrai voglia... pochi hanno la possibilita` di produrre processori "cloni"
senza la parte incriminata (e questi pochi, guarda caso, sono quelli che
non hanno interesse a farlo).
Il PC attuale ha una struttura in cui tutti i flussi di dati sono "in chiaro".
Quando i flussi di dati dovessero essere tutti "in cifra" sui bus, non
ci saranno contromisure hardware "semplici" (soprattutto ora, che la
frequenza di bus e` particolarmente alta).

> Forse scopriranno che con un terminal server basato su GNU/Linux questo
> si ottiene senza consegnare le chiavi di tutta l'infrastruttura
> informatica in mano al monopolista di turno.

Me lo auguro con tutto il cuore, ma ancora oggi nella maggior parte degli
uffici scoppierebbe una rivoluzione se agli utenti venissero tolti i
prodotti microsoft a cui sono abituati.

> Mah, sarà la fine del software libero o di chi punta tutto su queste
> cose?

Voglio credere che non si tratti della fine del software libero, ma
purtroppo non sara` sufficiente stare a guardare.

Marco

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Marco Pantaleoni                                  panta@elasticworld.org
Padova, Italy                                              panta@acm.org
elastiC language developer                   http://www.elasticworld.org