[Diritto] Ascolta la tua sete.

Marco Pantaleoni diritto@softwarelibero.it
Tue, 23 Jul 2002 11:51:28 +0200


On Tue, Jul 23, 2002 at 03:55:33AM +0200, Simo Sorce wrote:
> > Ovviamente non l'hanno fatto, ma non puoi obbligare qualcuno a darti
> > qualcosa che ha usato come strumento interno (i sorgenti) per
> > produrre un prodotto da commercializzare (un binario).
> 
> E perchè no?
> Ci sono moltissimi esempi per cui le aziende devono dire cosa c'è
> dentro, sempre ovviamente a tutela dei consumatori (pensa a tutte quelle
> strane scatolette che trovi nei supermercati), non vedo la differenza.

Qui hanno gia` risposto, io ero crollato dal sonno :-)

> 
> > Se apro un ristorante e preparo degli ottimi piatti, sarei costretto
> > a rivelare la ricetta?
> 
> Si, visto che non è che puoi mettere proprio tutto quello che vuoi in un
> piatto e non dirlo al cliente.

Idem.

> > Se una persona o un'azienda, in piena autonomia, decide di rivelare
> > qualcosa, ben venga, ma non puoi costringere nessuno in un regime
> > liberale.
> 
> Tutto ha un limite, la libertà dell'azienda deve finire dove comincia
> quella dei consumatori.
> Non esiste la libertà assoluta, è tutto un gioco di equilibri, che al
> momento sono troppo squilibrati.

Certo, concordo assolutamente. Il punto e` trovare gli equilibri che
soddisfino entrambe le parti.

> > Certo che esiste un impedimento fisico nel caso del software.
> > Il software e` diverso da tutte le altre opere intellettuali a causa
> > della dicotomia sorgente/binario. Il prodotto distribuito e` il binario.
> > Non si puo` entrare con la forza presso la sede di un'azienda o a casa
> > di un privato e strappargli i sorgenti.
> 
> Certo, però artificialmente continui ad impedirmi di utilizzare
> liberamente quel binario dopo X anni, farci reverse engineer (con DMCA
> diventa veramente difficile farlo), ecc...

No, qui non sono d'accordo. Non mettermi dall'altra parte.
Io sostengo che la tutela del copyright e` sostanzialmente corretta
per un'opera d'autore, come i sorgenti di un software, ma i binari
sono tutto un altro paio di maniche.
Non vedo perche` si debba impedire di fare reverse engineering, di
decompilare, ... Dovrebbero essere tutte operazioni lecite.
Se faccio e vendo un automobile ma non riesco a sigillare il cofano
in modo che tu non veda come funziona, sono affari miei. Avrei dovuto
pensarci meglio, non chiedere alla legge di impedirti di aprire il
cofano.

> > Il segreto industriale vale per tutto, perche` non dovrebbe valere
> > per il software?
> 
> Perchè il software è già protetto dal diritto d'autore.
> Si deve scegliere un formula di tutela, non fare come fa un certo
> presidente e prendere tutto cio' che c'è sulla piazza indipendentemente
> che sia in conflitto o meno.
> 
> Diritto d'autore
> Segreto Industriale
> Brevetto
> 
> sono forme di tutela mutuamente incompatibili!

Si. Infatti: (a) sono assolutamente contrario ai brevetti sul software;
(b) il diritto d'autore secondo me dovrebbe applicarsi solo ad un'opera
d'autore, quindi ai sorgenti, non ai binari, e solo ad un'opera pubblicata,
quindi ai sorgenti resi pubblici; (c) il segreto industriale si applica
alle informazioni non pubblicate.
Quindi campi d'applicazione separati e l'incompatibilita` cade.
Nota che (b) non ti impedisce di leggere il mio codice e usare le stesse
idee, fintanto che non copi riga per riga il sorgente. Ben diverso da
quanto si intende fare con i brevetti, ove e` l'idea ad essere tutelata.

> Usane una sola per volta e vedrai che il produttore è tutelato ma non
> può utilizzare tattiche anticommerciali (a parte col brevetto che è un
> caso particolare visto che lo si vuole applicare alle idee astratte e
> agli algoritmi e non alle soluzioni tecniche originali).

Infatti ne propongo una sola per volta (a parte il brevetto che non
vorrei vedere permesso).

> Capisci che c'è qualche problema allora a "proteggere" il software con
> le stesse regole che proteggono oper di quel genere? Sono differenti,
> quindi o si rendono simili (pubblicazione del codice sorgente), oppure è
> meglio creare un sistema legislativo ad-hoc (ma non è il momento
> giusto).

Non mi fido del legislatore (di qualunque momento storico barra governo).
E` troppo ignorante, quando non e` di parte, per fare qualcosa di fatto
bene, almeno nei settori tecnologici.
Meglio una legge semplice, dal principio chiaro.

> > Ora io sono liberissimo di scrivere un libro e
> > non pubblicarlo (un diario magari) e nessuno mi convincera` mai che e`
> > giusto costringermi a cederlo.
> 
> Se lo vuoi vendere (nessuno fa sw proprietario per tenerselo, lo fanno
> per rivenderlo), devi pubblicarlo, altrimenti non ha praticamente senso
> parlare neanche di diritto d'autore o altro, l'esempio purtroppo non
> calza.

Il problema si pone quando qualcuno vuole vendere un binario e non il
sorgente. Per come la vedo io il binario dovrebbe essere equiparato
ad un prodotto lavorato industriale e non ad un'opera intellettuale,
mentre i sorgenti sono effettivamente un'opera d'autore.
Se compri una Lamborghini non compri anche il progetto, non saprai
perche` sono state fatte alcune scelte tecniche e non altre. Puoi solo
farne il reverse engineering guardando dentro il cofano.
Ed e` giusto ci siano le stesse liberta` e limitazioni anche nel
caso del software imho.

> > Le posizioni dominanti sono provocate da molti fattori, uno dei quali
> > non e` la tutela dei sorgenti con il diritto d'autore, ma la non
> > pubblicazione degli stessi.
> 
> Ti ricordo che anche i binari sono tutelati dal diritto d'autore, ed è
> il DdA che impedisce la copia del binario se l'autore del sorgente non
> ti da il permesso.

Ed e` questo che non e` giusto.

> > Il software dal punto di vista sintattico si, ma l'idea che sta sotto no.
> > Se trovo un algoritmo per scomporre il prodotto di due numeri primi
> > enormi in breve tempo e non pubblico il metodo, e` plausibile che
> > nessun altro ci riesca per diversi decenni (o magari qualcuno ci
> > riesce, ma lavora per NSA e non ti dira` mai che ha trovato il
> > metodo).
> 
> E questo non depone assolutamente a favore del segreto, tanto che con la
> scusa di rivelare questo tipo di cose è nato il brevetto.

Il brevetto serve per aiutare chi non sa mantenere il segreto industriale.
Assurdo nel caso del software, per diversi motivi. Cio` non toglie
che se io sono capace di mantenere un segreto con mezzi tecnici
devo poterlo fare. Se tu sei capace di avere la stessa idea o capire
l'idea guardando il prodotto finito, devi poterlo fare.

> Comunque se un programma dovesse fare una cosa così strabiliante, (1)
> secondo me a maggior ragione dovrebbe decadere presto il diritto
> d'autore per rendere disponibile a tutti una scoperta così importante
> che comporta un avanzamento considerevole per la conoscenza umana, (2)
> tempo due anni e te lo hanno decompilato fino all'ultimo bit e hanno
> scoperto il tuo prezioso algoritmo.
> Ricorda che decompilare è difficile ma di certo per niente impossibile.

Tanto meglio, la decompilazione dovrebbe essere permessa.

> > L'implementazione in C forse dopo dieci anni andra` rivista
> > per essere adattata ad ANSI C2010X, ma l'algoritmo sara` lo stesso.
> > Certo, se lo trovi anche tu, nessuno ti deve poter impedire di usarlo
> > o di pubblicarlo.
> 
> Ma questo discorso comunque non ha nulla a che vedere col diritto
> d'autore, sembra invece una difesa involontaria dell'istituto del
> brevetto.

Lungi da me. Non c'e` nulla di piu` lontano dal vero.
Io sostengo la liberta` del concepimento di un'idea, mentre il brevetto
serve per impedirla. L'ho anche detto nell'ultima frase che hai quotato.

> Beh anche tanti produttori di scatolette da supermercato non vedono
> perchè mai dovrebbero dirti cosa c'è dentro o se quello che c'è dentro
> sia naturale o OGM ... force la pensi così anche tu ...

Certo che no.

Marco

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Marco Pantaleoni                                  panta@elasticworld.org
Padova, Italy                                              panta@acm.org
elastiC language developer                   http://www.elasticworld.org