[Diritto] Re: [LugRoma] Mentre noi ci facciamo il mazzo... [testo completo Monti --> molto lungo]

Donat diritto@softwarelibero.it
Wed, 8 May 2002 12:19:26 +0200 (CEST)


Grazieeee!!!!
Metto in Cc anche la lista diritto@softwarelibero.it, in modo
che chi come me non ha ancora a disposizione la copia della
rivista possa beneficiare del tuo lavoro.
Ciao
Donato

On Wed, 8 May 2002, Roberto Crola wrote:

> On Tue, 7 May 2002 23:21:32 +0200
> Roberto Vallone <jval@libero.it> wrote:
>=20
> > ... qualcuno fa casini "dall'interno" e si permette degli impliciti
> > attacchi ad AsSoLi. Mi riferisco ad un articolo di Andrea Monti
> > sull'ultimo numero di Linux & C.=20
>=20
> Visto che molti non comprano pi=F9 linux@C, vi riporto il testo per inter=
o, a
> beneficio di tutti... ;) Scusate la mancanza di spazi e tabulazioni, ma h=
o
> fatto il possibile.
>=20
> CITAZIONE DA LINUX&C. n. 24 pp. 80
> Andrea Monti, "Bisogna ripensare l'opensource? L'ombra oscura del softwar=
e
> proprietario, dei servizi scadenti e delle promesse non mantenute potrebb=
e
> abbattersi anche sull'opensource? Il caso di Mandrake Linux".
>=20
> "L'OpenSource stenta a spiccare il salto di qualit=E0 di cui avrebbe biso=
gno per
> competere da pari a pari con gli altri protagonisti del settore ICT. Una =
delle
> ragioni di questo stallo =E8 sicuramente l'assopimento culturale del prog=
etto, che
> si =E8 addormentato oramai da qualche anno. Persino in importanti confere=
nze
> rivolte ad aziende e pubbliche amministrazioni si continua ancora oggi a =
parlare
> secondo quelli che sono diventati dei veri e propri dogmi, che non posson=
o
> essere messi in discussione senza essere accusati di eresia. Anche quando=
, come
> nel caso della proposta di legge sul software libero, ci sono fortissime
> perplessit=E0 sulla ragionevolezza di certe scelte. 0 anche nel caso, ved=
i la
> questione Mandrake/Staroffice, in cui si evidenziano precise scelte comme=
rciali
> che sono in rotta di collisione con le "dichiarazioni di principio" che
> dovrebbero essere la "Carta costituzionale" del software libero. Ma non =
=E8 solo
> responsabilit=E0 delle imprese (penso sempre a Mandrake come caso esempla=
re),
> perch=E9 anche noi utenti (per lo meno quelli pi=F9 sensibili) abbiamo le=
 nostre
> colpe. Prima fra tutte la pigrizia parassitaria che ci porta, per esempio=
, ad
> aspettare passivamente il rilascio di nuovi applicativi senza partecipare=
 ai
> processi di debugging (anche solo segnalando i crash), "scaricando" su "q=
ualcun
> altro" il compito di fare il lavoro. Siamo anche affetti da un certo
> "disinteresse" per le questioni di vile denaro che si traduce nella manca=
nza di
> supporto economico alla nostra distribuzione preferita. Sembra proprio ch=
e il
> motore cominci a perdere colpi perch=E9 non si =E8 innestato quel sistema=
 di
> feedback fra utenti, imprese e sviluppatori in grado di far decollare il
> software libero. Insomma, se il giocattolo non si =E8 ancora rotto, poco =
ci manca.
> Con l'aggravante che non =E8 stato un "precettore" cattivo ed invadente a
> romperlo, ma siamo stati noi a metterlo fuori uso. Forse, allora, =E8 giu=
nto il
> momento di mettere in discussione idee e concetti che abbiamo accettato t=
roppo
> supinamente, ipnotizzati dal "paradiso in terra" che sembravano prometter=
e. In
> particolare ci sono due domande alle quali =E8 necessario dare una rispos=
ta. La
> prima: =E8 veramente desiderabile e praticabile che le pubbliche amminist=
razioni
> si muovano verso l'opensource? La seconda: si pu=F2 fare business esclusi=
vamente
> puntando sull'opensource? Cominciamo dall'ultima domanda, analizzando que=
llo che
> probabilmente =E8 destinato a diventare "l'affaire Mandrake". La distro f=
rancese =E8
> palesemente in gravi difficolt=E0. Tanto che dichiara, senza mezzi termin=
i, di
> essere in crisi di liquidit=E0, nonostante la notevole diffusione, un ele=
vato
> numero di utenti e di "credits" guadagnati sul campo. Una situazione, si =
legge
> sempre sul sito ufficiale, che si ritiene di fronteggiare con una serie d=
i
> iniziative volte ad incentivare l'acquisto di servizi offerti dalla socie=
t=E0
> stessa. In particolare viene "spinta" fortemente l'offerta in anteprima d=
i
> Staroffice 6.o finale (solo per chi ha pagato almeno l'adesione alla "Sil=
ver
> Membership" - 120USS/anno). Questo, grazie al fatto che Sun ha accettato =
di
> estendere il contratto OEM anche agli utenti registrati di Mandrake. In p=
ratica,
> Mandrake paga a Sun una royalty per ogni utente registrato che scarica
> Staroffice 6.o e il resto lo tiene in cassa. Fino a qui, nulla da dire. E=
ccetto
> per il fatto che S06 =E8 proprietario e che Mandrake ha discriminato quel=
la parte
> di comunit=E0 "meno abbiente" e dunque non in grado di pagare l'iscrizion=
e al club
> (niente di strano per un produttore tradizionale, ma per una OpenSource
> company...). II fatto =E8 che, come ho sperimentato in prima persona, sia
> Staroffice 6.o (italiano e inglese) sia il database Adabas, non ne hanno =
voluto
> sapere di funzionare. Crash a ripetizione, persino su operazioni essenzia=
li come
> l'apertura di un file Word o il salvataggio in RTF, continui reboot e vi
> risparmio il resto. Scopro leggendo la mailing list su Staroffice di non =
essere
> affatto il solo ad avere questo tipo di problemi, che hanno afflitto un g=
ran
> numero di persone (come me, "soci paganti" del Mandrake Silver Club). II
> problema non dipende dai miei computer. Scopro pure che Mandrake, pi=F9 v=
olte
> invocata dagli utenti, osserva un rigorosissimo silenzio (con buona pace
> dell'approccio "open"). Consultando il sito di Sun http://www.sun.com/sta=
roffice
> apprendo, poi, che =E8 stata rilasciata una patch per prolungare il funzi=
onamento
> della beta di S06 fino a giugno prossimo. E a questo punto, arrivano le d=
omande
> per "Mr.Mandrake", che ben potrebbero riguardare uno qualsiasi dei tanti
> produttori di software proprietario. 1)Avete testato il software prima di
> distribuirlo? Probabilmente no, ma considerando che non =E8 OpenSource, c=
ome
> avreste potuto farlo? 2) Fino a quando un software =E8 gratis l'utente ha
> (relativamente) poco diritto di protestare. Ma avendo richiesto dei soldi=
 per un
> programma (promettendo peraltro che avrebbe fatto scintille) e insistendo=
 sul
> "valore aggiunto" costituito dal "servizio" perch=E9 di questo "servizio"=
 non c'=E8
> alcuna traccia? 3) Chi fornisce il supporto per questo programma?
> 4) Considerando che Sun ha prolungato la vita di Staroffice 6.o beta fino=
 al
> prossimo giugno, come =E8 possibile che Mandrake stia distribuendo una ve=
rsione
> definitiva di questa applicazione? 5) Perch=E9 Mandrake non risponde alle=
 (pi=F9 che
> legittime) richieste di chiarimento degli utenti? Come ho detto, queste s=
celte
> commerciali e questi atteggiamenti nei confronti degli utenti sono molto =
poco
> appropriati ad una OperSource company e pi=F9 pertinenti ad altri noti
> "produttori" di software proprietario. Si potrebbe quasi dire che Sun e M=
andrake
> abbiano "gettato la maschera" del software libero per mostrare il loro ve=
ro
> volto, quello del "business is business" o, se preferite, "pecunia non ol=
et" (il
> denaro non puzza). Ma non =E8 questo il punto. Intendiamoci, non c'=E8 as=
solutamente
> nulla di male nel "fare business" con l'OpenSource, anzi, sarebbe estrema=
mente
> salutare per l'industria se il software libero si diffondesse pi=F9 di qu=
anto lo
> sia ora. E' importante capire, per=F2, che il successo di un modello econ=
omico
> basato sull'OpenSource dipende fortissimamente dal rapporto con gli utent=
i, da
> un lato, e con gli sviluppatori dall'altro, basato sul rispetto e sul
> coinvolgimento. Se viene meno questa (uso un'espressione forte) "tensione
> ideale" il motore si inceppa (come ha gi=E0 dimostrato in passato la vice=
nda di
> Netscape 6). A questo punto, una software house vale l'altra e tanto vale
> affidarsi alle "cure" di noti e paternalistici giganti piuttosto che becc=
arsi lo
> stesso un esaurimento nervoso senza nemmeno la parvenza di una cura. Non =
intendo
> affatto formulare giudizi di valore sulle scelte di Sun e di Mandrake per=
ch=E9 mi
> interessa la questione pi=F9 generale. Quando un'azienda entra nella misc=
hia,
> partecipa al mercato azionario, deve rispondere ad azionisti, soci e inve=
stitori
> inevitabilmente comincia a stabilire un ordine diverso di priorit=E0. E a=
 rivedere
> i calcoli che, magari opportunisticamente, la hanno indotta a battere il =
ferro
> dell'OpenSource fino a quando era caldo, in attesa del momento in cui, ac=
quisita
> una certa stabilit=E0, fare "indietro tutta" verso i pi=F9 "rassicuranti"=
 lidi del
> mondo proprietario. Tanto per essere chiari: fra i colossi che supportano=
 Linux
> nessuno hai mai "prestato giuramento". HP e IBM continuano ad offrire sol=
uzioni
> anche proprietarie (perch=E9 non dovrebbero farlo?) e alcuni, Dell tanto =
per fare
> un nome, hanno cominciato a ridurre il proprio impegno con Linux verso il
> mercato desktop. L'interesse pragmatico verso questo ambiente deriva dall=
a
> richiesta di mercato e infatti nessuno ha svenduto i gioielli di famiglia
> (brevetti, diritti d'autore, quote di mercato) per abbracciare il culto
> dell'ecumenismo digitale con tutti i suoi parafernalia. Sul versante dell=
e
> OpenSource company, Mandrake non =E8 certo la sola ad avere qualche probl=
ema di
> coscienza. Prima di lei ci fu la eclatante, anche se poco nota, rivendica=
zione
> di Red Hat che qualche tempo fa ha minacciato azioni legali nei confronti=
 di chi
> rendeva disponibile senza autorizzazione la distribuzione omonima. Sosten=
endo,
> che in questo modo, venivano violati i propri diritti d'autore. Insomma, =
il lato
> business dell'OpenSource non =E8 cos=EC amichevole come potrebbe sembrare=
=2E E le
> oggettive difficolt=E0 nelle quali si trovano quelli che hanno scommesso =
sul
> software libero danno pi=F9 forza e argomenti a chi continua a puntare,
> interessatamente, su una visione distorta del software proprietario. Meta=
fora
> ippica a parte, premesso che immagino un mercato in cui software libero e=
 non,
> possano convivere, mi pare evidente che l'attuale squilibrio, derivante p=
ure da
> lobbismo e intrecci di interessi, possa essere ridotto con un serio inter=
vento
> pubblico che favorisca l'utilizzo dell'OpenSource nella pubblica
> amministrazione. Ma, non =E8 certo la proposta di legge avanzata dai Verd=
i -
> "razzista" al contrario e discriminatrice della concorrenza - a rappresen=
tare la
> soluzione. E' peraltro curioso che Verdi e DS "scoprano" l'OpenSource sol=
o ora
> che sono all'opposizione. Ignorando, o facendo finta di ignorare, che fin=
 dal
> 1999 al Forum per la Societ=E0 dell'informazione della Presidenza del Con=
siglio
> venne presentato il documento "E' compito delle istituzioni liberarci dal=
la
> schiavit=F9 elettronica" (chi ha voglia lo trova sulla home page di ALCEI=
)
> http://www.alcei.it
> ma, dei contenuti di una cosmetica proposta di una legge (fortunatamente)=
,
> destinata a non procedere oltre, che mira a sostituire un monopolio con u=
na
> chiesa, parleremo nel prossimo numero.
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> E ORA SCATENATEVI...
>=20
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> -)-------
> R o b e r t o  C r o l a
>    gnulinux@email.it
>    linux user 246011
>   powered by GNU/Linux
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> lugroma mailing list
> lugroma@lugroma.org
> http://www.lugroma.org/mailman/listinfo/lugroma
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Donato Molino
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