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Wed, 27 Aug 2003 11:18:36 +0200


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26.08.2003

«VIETATO COPIARE I DVD». E HOLLYWOOD CANTA VITTORIA

di Roberto Rezzo

NEW YORK Un segreto industriale merita tutela più della libertà di espressione.
La Corte suprema della California ha stabilito che la Costituzione non impedisce
l?azione legale contro chi distribuisce su Internet il codice per copiare
i Dvd. ?La divulgazione di informazioni squisitamente tecniche non ha utilità
alcuna rispetto al pubblico dibattito che si è aperto sull?uso dei programmi
per la duplicazione e sugli sforzi per limitare la diffusione di copie illegali?,
hanno scritto i giudici nella sentenza depositata lunedì. Hollywood canta
vittoria: ?I ladri di proprietà intellettuale non potranno più impugnare
il primo emendamento come uno scudo?, ha dichiarato Robert Sugman, rappresentante
della Dvd Copy Control Association, il braccio legale delle major nella
guerra contro la pirateria. 

Il caso in questione risale al 1999 e riguarda Andrei Bunner, un programmatore
di San Francisco che si è visto trascinare in tribunale per aver pubblicato
sul suo sito Internet il codice segreto con cui l?industria cinematografica
protegge i Dvd dalla duplicazione. Quando la tecnologia è stata messa a
punto sembrava inespugnabile, erano state prese tutte le precauzioni perché
il mercato dei Dvd non facesse la fine di quello dei Cd musicali, ma anche
in questo campo l?informatica e la sicurezza hanno dimostrato di non andare
d?accordo. Un ragazzino norvegese di 15 anni, Jon Johansen, quando si è
accorto che era impossibile guardare i Dvd su un computer che non funzionasse
con i sistemi operativi di Microsoft o di Apple, s?è messo d?ingegno e ha
risolto il problema in poche settimane. Il caso balzò agli onori delle cronache,
non solo perché un appassionato dilettante si era preso gioco dei grandi
ingegneri, ma per le conseguenze giudiziarie. Un esercito di avvocati partì
da Hollywood alla volta di Oslo e la polizia fece irruzione in casa del
piccolo pirata, il suo computer fu sequestrato, e in tribunale finì anche
il genitore, con la cui carta di credito veniva pagato il collegamento a
Internet. L?agitazione e il dispiego di mezzi da parte dell?accusa non servirono
a convincere il giudice, che non ravvisò invece alcun reato. Il Dvd era
stato acquistato legalmente, non funzionava perché l?industria cinematografica
non si diede pena di assicurare la compatibilità con Linux o altri sistemi
operativi gratuiti con cui girano molti personal computer. Eliminare la
protezione per guardare un film non è una violazione del copyright.

Gli avvocati tornarono in America gonfi di rabbia. La causa contro il programmatore
di San Francisco è una delle centinaia iniziate a scopo intimidatorio in
tutte le giurisdizioni degli Stati Uniti. I legali di Bunner fanno notare
che la partita è ancora aperta, i giudici della Corte suprema californiana
infatti non sono entrati nel merito della questione, ovvero se decifrare
la protezione violi la legge, e il dibattito torna davanti al tribunale
di primo grado. Gli esperti di diritto avvertono che il terreno è insidioso:
se la magistratura dovesse sposare le tesi dell?industria cinematografica
rischia di assestare un duro colpo alle libertà civili e di dare un buffetto
sulla guancia alla pirateria. Su Internet non solo si trova il codice per
aggirare la protezione dei Dvd, ma circolano anche diversi programmi in
grado di effettuare automaticamente una copia senza perdita di qualità rispetto
all?originale. Molti di questi sono opera di programmatori entusiasti che
li mettono gratuitamente a disposizione, ma esistono anche quelli commerciali.
Intervideo, una delle società leader nel software che permette di guardare
i film su Dvd con il personal computer, ha lanciato sul mercato Dvd Copy,
ma facendo in modo che il programma si rifiuti di copiare Dvd su cui esista
il copyright. Una limitazione tecnica che chiunque abbia un poco di familiarità
con l?uso dei computer può facilmente aggirare, al punto che pare messa
lì più che altro per risparmiare grattacapi giudiziari a Intervideo. Un?altra
società ha deciso invece di affrontare la faccenda a viso aperto, sfidando
Hollywood su una questione di principio. 123 Studio commercializza un programma
che copia qualsiasi Dvd, alle immagini si aggiunge una schermata che diffida
dalla distribuzione delle copie con fini commerciali. Il nostro prodotto
serve a proteggere l?investimento che i consumatori fanno acquistando un
Dvd ? spiegano i responsabili ? I dischi ottici si danneggiano facilmente,
la superficie si graffia e il Dvd non è più utilizzabile. Fare una copia
per uso personale, per proteggere l?originale, è una pratica del tutto legittima,
non solo per l?uso domestico, ma per le scuole, le biblioteche, le istituzioni
culturali. Argomenti cui le major fanno orecchio da mercante e 123 Studio
è stata citata per violazione del copyright. Per nulla intimidita si è difesa
contrattaccando: ha fatto causa a tutte le case cinematografiche, una per
una, accusandole di voler distruggere il suo business. Trattandosi di soldi,
forse i giudici la staranno a sentire.