[Diritto] commisione Meo - Comunicato di Newglobal.it

Manuel M. Buccarella diritto@softwarelibero.it
Fri, 13 Jun 2003 17:33:03 +0200


COMUNICATO STAMPA


L?associazione NewGlobal.it esprime 
soddisfazione per le conclusioni della 
commissione per lo studio dell'open source nella 
Pubblica Amministrazione. 

Questo lavoro rappresenta una pietra miliare per 
quanti vedono nei valori caratteristici della 
cultura open source una soluzione a quello che 
si prospetta essere uno dei gravi problemi delle 
societ=E0 del futuro, ovvero una dipendenza totale 
da computer su cui si ha nel migliore dei casi 
un controllo marginale . 

La contrapposizione del software libero al 
software proprietario attualmente modello 
dominante si basa su alcuni punti chiave:


L?impossibilit=E0 di conoscere il codice sorgente 
(ovvero l?insieme dei compiti che il computer 
pu=F2 svolgere nel modo stabilito dai 
programmatori) espone l?utente ad un atto di 
fiducia obiettivamente pi=F9 simile ad un atto di 
fede nelle buone intenzioni del fornitore. Nel 
caso di una amministrazione pubblica o di 
aziende con segreti militari o semplicemente 
industriali questo atto di fede non pu=F2 essere 
considerato ammissibile. 


La concentrazione del mercato del software di 
base (i sistemi operativi) o dei principali 
programmi di largo consumo presso un?unica 
azienda, rappresenta un elemento di pericolo 
importante sia di prezzi ingiustificati, sia di 
mancanza di alternative in caso di sempre 
possibili scorrettezze a cui non =E8 possibile 
sottrarsi e quindi "bisogna mangiare la 
minestra". 


L?impossibilit=E0 di modificare la propria copia 
di software legittimamente acquistata al fine di 
eliminare quelle caratteristiche ritenute 
sgradevoli oppure risolvere quei problemi che i 
tecnici definiscono bachi e da cui nessun 
software =E8 immune oppure semplicemente adattare 
i programmi alle proprie esigenze, rappresenta 
un ostacolo al progresso ed a un effettivo 
utilizzo efficace ed efficiente della 
tecnologia. 


L?utilizzo di software blindato e straniero 
impedisce la crescita di tecnici preparati 
autoctoni, riducendoli di fatto a meri 
utilizzatori evoluti. Non pu=F2 la PA agevolare 
questa forma di depauperamento tecnologico e la 
conseguente dipendenza del Paese in un settore 
strategico come l?innovazione tecnologica. 


A queste e altre perplessit=E0 la commissione 
presieduta dal Prof. Meo ha messo alcuni paletti 
estremamente interessanti. 


Innanzitutto la non penalizzazione del software 
libero rappresenta un passo in avanti rispetto 
alle pratiche del passato ed un importante punto 
di partenza. 


L?invito alla piena propriet=E0 ed al riuso del 
software acquistato o prodotto rappresenta un 
importante elemento innovativo che 
trasformerebbe , se ascoltato, la Pubblica 
Amministrazione da semplice utilizzatore a 
mecenate di nuovi prodotti e nuove generazioni 
di tecnici. 


L?affermazione secondo cui i sistemi informativi 
della PA debbano interagire attraverso 
interfacce standard non vincolate al fornitore 
unico rappresenta un momento importante di 
discontinuit=E0 col passato che per=F2 viene 
rimarcato ulteriormente quando si richiede alla 
PA di memorizzare i propri documenti in pi=F9 
formati di cui almeno uno aperto. Questo punto 
non =E8 cosa da poco, infatti se la PA memorizza, 
(come avveniva e talvolta avviene tuttora), i 
propri documenti, specie quelli rivolti al 
pubblico, in formati di propriet=E0 di terzi, 
(generalmente multinazionali straniere), diventa 
di fatto un loro sponsor inconsapevole. 


L?invito a finanziare progetti di ricerca open 
source infine =E8 un altro punto fortemente 
innovativo tracciato dalla Commissione Meo. 

 

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php?storyid=3D15

Salerno, 12 giugno 2003

 

Il Presidente

Ettore Panella




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