[Diritto] Brevetto software e diritto d'autore
Carlo Strozzi
diritto@softwarelibero.it
Wed, 1 Oct 2003 18:05:44 +0200
On Wed, Oct 01, 2003 at 05:34:17PM +0200, Giustino Fumagalli wrote:
> Capisco che per qualcuno non è giusto monopolizzare le
> idee.. in generale questo è vero.. ma il brevetto
> nasce (nel 17'mo secolo) per riconoscere un valore
> (monetario si intende) a chi si è sforzato di ideare
> qualcosa di nuovo, e utile a tutta la comunità..
> spesso le idee ascono dal caso, a volte invece nascono
> da sforzi, dedizione e tempo.. valori che in qualche
> modo bisogna riconoscere a chi spende tutto cio'
> (potrebbero andare a pescare, a donne, al bar con gli
> amici..o dedicarsi aad attività con lauti guadagni)..
Ecco, questo secondo me è "un luogo comune" (ti prego di non intenderlo
in senso offensivo). Io credo che l'uomo pensi ed inventi "a
prescindere", semplicemente perchè funziona così e non può funzionare
in altro modo. E se uno ha già la possibilità di "dedicarsi ad attività
con lauti guadagni" non vedo come la possibilità di brevettare lo possa
spingere a dedicarsi a qualcos'altro (dall'esito comunque incerto).
Io continuo a vedere un unico caso in cui il brevetto possa assolvere
alla sua funzione di incentivo: quando per realizzare qualcosa occorrono
un pacco di soldi (che normalmente non sborsa l'inventore ma chi lo
finanzia). Quindi, l'inventore (secondo me) inventerebbe quella cosa
comunque, anche gratis (sto semplificando un pò ma nemmeno poi tanto),
ma chi ci mette "il grano" ce lo mette solo se ci guadagna. Poi, è
chiaro che "pecunia non olet" e che anche l'inventore sarà ben contento
di guadagnarci, ma continuo a pensare che "prospettiva di guadagno" e
"vena creativa" non siano poi così strettamente legate. Il fatto che
molte persone geniali muoiano in miseria sembrerebbe confermarlo.
ciao,
Carlo
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