[Diritto] Segnalazione testo su brevetto software
Carlo Strozzi
diritto@softwarelibero.it
Sun, 21 Sep 2003 20:57:25 +0200
On Sun, Sep 21, 2003 at 07:50:07PM +0200, AvvMaX wrote:
> >
> ****[MN] Sono d'accordo. Questa definizione però ricomprende anche quella di
> tecnica, che è vista come saper propriamente far uso di un'arte.
> Quello che intendevo io però come "espressione artistica" è qualcosa di un
> pò diverso, che forse riprende un pò un'ideologia romantica, e che accosta
> l'arte al bello, a ciò che suscita un sentimento piacevole (o spiacevole).
Sono d'accordo anch'io :-) Però va anche detto che per cogliere il
"bello" (o il brutto) di un'espressione artistica bisogna essere
"culturalmente attrezzati". Così come non tutti (a volte molto pochi)
possono avere le competenze per cogliere la bellezza di un dipinto
astratto, o di una poesia ermetica, così non tutti (o pochi) sono in
grado ci cogliere la bellezza (o la bruttezza) di un programma per
computer. Questo per dire che neanche mettendola sul piano del "bello"
o "brutto" io vedo differenze sostanziali fra queste "diverse forme
espressive" (scrivere una poesia o scrivere software).
> di bellezza o di emozione). D'altronde i vetrai di Murano fanno la stessa
> cosa, utilizzano una tecnica, che normalmente serve a creare bottiglie, per
> realizzare degli oggetti d'arte (ossia che suscitano emozioni più forti di
> quelli che una semplice bottiglia può dare). Anche nel caso del software
Ottimo esempio.
> occorrerebbe distinguere... se crei un quadro col PC programmi e crei
> un'opera d'arte, ma se pèrogrammi un word processor è la stessa cosa (ti da
> le stesse emozioni del quadro?)
Potenzialmente si. Così come un quadro "insulso" può non suscitare alcuna
emozione, o a volte addirittura repulsione. In tutto ciò c'è anche una
buona dose di soggettività, come dovrebbe sempre esserci in qualsiasi "vera"
espressione artistica.
> ****[MN] Devo dire che affascina anche me..... specialmente quando vedo la
> confusione che si fa sull'oggetto della tutela (codice sorgente, codice
> oggetto, listati stampati del codice sorgente, porzioni di software, etc.)
Esatto. Ho una mia idea al riguardo: siccome ci sono settori artistici
che decisamente "sfuggono" ai "non acculturati", e siccome fra questi
ultimi purtroppo ci sono politici e legislatori, chi ha interesse a
far credere che produrre sw sia assimilabile ad un processo industriale ha
buon gioco. E quindi dai con brevetti e categorizzazioni fittizie.
> > Il considerare il sw come "tecnologia" fa comodo ai "mercanti di sw",
> > tutto qui.
> >
> ******[MN] Non sono del tutto d'accordo, perché non si sa mai, potrebbe
> anche essere utile a chi fa del software libero.
Non sto parlando di utilità, ma di come (IMO) stanno le cose.
Anche i "mercanti" di cui sopra trovano utile propagandare un'idea
impropria di sw, altimenti molte cose andrebbero a gambe all'aria.
Ad esempio se assimilassimo la scrittura di sw a qualsiasi altra
forma di comunicazione scritta, l'impedirla (ad esempio attraverso i
brevetti) diventerebbe immediatamente una limitazione della libertà di
espressione.
Eppure che cos'è lo scrivere ? E` l'esprimere idee e concetti utilizzando
un linguaggio (largamente) formale (italiano, inglese, ...). Riesci ad
immaginare una diversa definizione per lo scrivere sw ? :-) L'italiano
o l'inglese hanno anche componenti di informalità, ma anche un (buon)
listato in C è pieno di commenti informali, che per la comprensione della
parte formale sono altrettanto (se non più) importanti del resto.
ciao,
Carlo
--
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