[Discussioni] "La guerra Linux-Windows"
Andrea Capriotti
capriott a gulliver.unian.it
Lun 23 Apr 2001 23:13:22 CEST
On 23 Apr 2001 22:14:44 +0200, Andrea Capriotti wrote:
> On 22 Apr 2001 14:02:02 +0200, Leandro Noferini wrote:
>
> > Grazie della segnalazione e se tu volessi scrivere anche te qualcosa
> > ne saremmo ben lieti.
> Volentieri.
> Ma temo che dovro' procurarmi una versione cartacea del manifesto di
> domenica, non hanno messo la versione online.
>
> Qualcuno l'ha letto?
>
http://ip5.ilmanifesto.it/php3/ric_view.php3?page=/oggi/art33.htm&word=free;software
Sarebbe stato meglio se non l'avessi trovato...
Quello che scrive adesso e' pazzesco:
"Gli anni a seguire avrebbero dato ragione a Gates e torto agli
utopisti, almeno dal punto di vista economico."
[..]
"Per tutti quegli anni un uomo solo, o quasi, continuò a coltivare
pubblicamente e polemicamente l'idea del software come bene comune, in
libera e gratuita circolazione. Fu Richard Stallman, testardo e coriaceo
programmatore del Massachusetts Institute of Technology. Creò una sua
organizzazione, la Free Software Foundation, realizzò dei programmi
liberi e a tutti disponibili, creò un acronimo e un sito Internet per
diffondere la sua proposta eversiva. Stallman è tuttora sulla piazza e
in questi giorni sulla sua Home Page assai spartana
(http://www.stallman.org/) si trova per esempio un testo molto polemico
contro il vertice panamericano di Quebec e le restrizioni al diritto di
manifestazione."
[..]
"Capita talora e tuttavia, che seguendo percorsi strani e un po'
imprevedibili (o almeno non previsti né dai guru né dagli analisti),
alla fine degli anni '90 i giochi si siano improvvisamente riaperti e
questo grazie a un nipote di Unix, chiamato Linux. La storia del suo
animatore, il finlandese Linus Torvalds, è già stata narrata infinite
volte, ormai anche dalla grande stampa di informazione che fino a due
anni fa nemmeno sapeva che cosa Linux volesse dire. Ciò ha contribuito a
creare attorno a lui, alla sua ritrosia e alla sua dedizione al
progetto, un mito persino esagerato."
[..]
"La cosa importante da capire è che Linux e gli altri prodotti Open
Source propongono un'idea del software (della sua produzione,
distribuzione e uso) completamente diversa da quella che si era imposta
nei 20 anni precedenti.
Gli elementi cruciali ed eversivi sono:
1. Il codice sorgente è aperto: mentre dei software classici si compra
solo la licenza d'uso per un programma eseguibile, in quelli aperti
viene distribuito anche il codice originario, scritto di solito in un
linguaggio di alto livello; così l'utente può vedere come è fatto
dentro.
2. Poiché il sorgente è leggibile, chiunque può modificarlo a suo
piacimento, per esempio migliorandolo o correggendone certi difetti.
Questa possibilità è stata ampiamente usata in tutti gli anni di
crescita di Linux per eliminarne gli errori e accrescerne le
prestazioni: il debugging, di solito affidato a schiere di programmatori
pagati dalle aziende, ora viene svolto da una popolazione diffusa che
contribuisce volontariamente e gratuitamente al progetto.
3. Chi preleva un software Open Source si impegna a attribuire le stesse
caratteristiche di apertura e gratuità agli sviluppi che su di esso
realizza: poiché una cosa è stata messa a disposizione di tutti, nessuno
può privatizzarla per lucrare sul lavoro altrui."
Diventa duro commentare.
Da dove si inizia?:(((
Saluti
--
Andrea Capriotti
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