[Discussioni] Analisi della bozza dell'AIPA

Leandro Noferini lnoferin a cybervalley.org
Sab 24 Feb 2001 20:37:14 CET


Ciao a tutti,

quello che vi mando è la prima bozza della mia analisi della bozza
presentata dall'AIPA sull'accessibilità dei siti web e dei programmi
della Pubblica Amministrazione. Chiaramente è solo una bozza
completamente da rivedere, spero in un aiuto di tutta la lista

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Dopo attenta lettura della bozza presentata dall'Aipa sulle regole di
accessibilità nelle tecnologie informatiche della PA questi sono i
commenti che vengono.

Innanzitutto una minima spiegazione sui metodi seguiti dal gruppo di
lavoro che ha stilato la bozza.

L'accessibilità viene individuata per due grandi filoni:

- i siti web e più in generale tutta la documentazione presentata in
  formato html, quindi anche preparata in tale formato e distribuita
  su supporti fisici invece che via rete;

- i programmi preparati per conto della PA.

Con questa bozza si cerca di recepire le normative prodotte prima
dall'ONU (in tempi abbastanza remoti per altro) e dall'UE poi.

Quello che non si capisce gran che è l'uditorio a cui si pensa di
rivolgersi con questo scritto: così a naso pare essere un documento
per i responsabili "politici" della PA, quelli cioè che poi
decideranno a chi affidare la realizzazione dei siti e dei programmi e
soprattutto come farli realizzare, e quindi il linguaggio è
scarsamente tecnico e le raccomandazioni risultano abbastanza vaghe.

Comunque passiamo all'analisi del documento.

La mia analisi si è incentrata esclusivamente su quello che può
riguardare il SL per due ragioni:

- innanzitutto noi siamo qui per questo;

- inoltre altre critiche sono state mosse anche da altri,
  fondamentalmente da Ferry Byte e Arclele della lista CyberRights,
  critiche che io approvo.

Passiamo all'analisi:

Formati proprietari

La prima cosa che salta con evidenza agli occhi alla prima lettura è
l'assoluta mancanza di raccomandazioni che riguardino l'uso di formati
proprietari nella distribuzione delle informazioni.

Io credo che l'uso, assai diffuso in tutta la distribuzione di
documentazione da parte della PA, di formati proprietari (testi in
formato doc per Word, siti realizzati in flash sono i due esempi più
comuni e diffusi) sia un elemento che limita enormemente
l'accessibilità di questa documentazione sia per la richiesta
implicita di uso del software, sia per la potenza di calcolo e di rete
richiesta per l'elaborazione di queste informazioni per renderle
utilizzabili.

In tutto il documento le indicazioni su quali formati preferire
nell'"impacchettamento" delle informazioni risultano estremamente
generiche  come  nel caso  del  punto  d)  del paragrafo  "Criteri  di
applicazione delle regole di accessibilità", dove si dice:

d) I documenti disponibili per lo scaricamento dovrebbero avere
formati accessibili: HTML, RTF, testo......

Io credo che il testo di questo punto dovrebbe diventare:

d) I documenti disponibili per lo scaricamento devono essere resi
disponibili anche in formati accessibili quali: HTML, RTF, testo...


Scarsa conoscenza dei sistemi operativi di tipo Unix.

Nel paragrafo "Elenco delle configurazioni di tecnologia assistiva",
al punto "3. Applicativo Unix" si dice:

"Si intende che l'accesso avvenga tramite emulatore di terminale VT100
sotto Dos, per cui si ricade nel caso 2."

lasciando sottindere che questa famiglia di sistemi operativi presenti
la sola interfaccia a caratteri, il che è decisamente falso.

Chiunque conosca un minimo questi sistemi operativi sa che sono quasi
tutti dotati anche di un'interfaccia grafica, detta X Window, da lungo
tempo sviluppata e tuttora sotto un pesante sviluppo e anche molto
utilizzata e diffusa, visto che oltre tutto è comune a molti di questi
sistemi.

In effetti ora come ora non conosco se esiste ed eventualmente a che
punto sia lo sviluppo di software assistivo per questo tipo di
interfaccia ma è necessario comunque considerarla.


Questioni di licenze

Beh, nessun accenno alle licenze da adottare per la distribuzione dei
testi e dei programmi prodotti dalla PA e questo secondo me è un
errore perché la PA deve distribuire le proprie produzioni nel modo
più libero possibile (da finire......)
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-- 
Ciao
leandro
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