[Discussioni] Software libero ed economia
Federico Di Gregorio
fog a mixadlive.com
Gio 5 Lug 2001 10:50:47 CEST
Su 05 Jul 2001 10:28:09 +0200, giovanni.biscuolo a libero.it ha scritto:
> > Message: 7
> > Subject: Re: [Discussioni] Software libero ed economia
> > From: Federico Di Gregorio <fog a mixadlive.com>
> > To: discussioni a softwarelibero.it
> > Date: 04 Jul 2001 23:31:09 +0200
> > Reply-To: discussioni a softwarelibero.it
> >
> > Su 04 Jul 2001 22:09:32 +0200, Alex Malgaroli ha scritto:
> >
> > [snippo, ma tieni conto di programmi come emacs o gcc. il lavoro
> > investito è senz'altro equiparabile a quello investito in staroffice od
> > altri programmi supportati da varie aziende. e sono stati sviluppati per
> > la maggior parte senza l'appoggio di aziende esterne (ripeto, per la
> > maggior parte)]
>
> ...mi sempbra che il GCC sia stato supportato anche da aziende, oltre
> che da singoli e dal progetto GNU... sbaglio?
ho scritto *due volte* "per la maggior parte" per che motivo?
>
> > > 1. Un software "libero" o "open source" (cercando di utilizzare
> > > l'interpretazione corretta secondo gli "standards") può non essere
> "gratis"?
>
> Si, chiunque può commercializzare un software libero a qualunque prezzo,
> il prezzo non è minimamente contemplato in nessun punto della
> definizione di software libero e delle sue incarnazioni (GPL, LGPL, FDL,
> ecc.). Non prendetevela con la definizione di software libero se non
> riuscite a commercializzare un prodotto che costa 100miliardi e serve
> per fare videoscrittura ;-)
>
> > > Può avere un meccanismo di "licensing" (pay-per-use, pay-per-install o
> > > cos'altro)?
> >
> > ovviamente no. sia il pay-per-use che il pay-per-install ledono le
> > liberta' fondamentali invece difese dalle licenze "free".
>
> Esattamente ledono la libertà n. 0: utilizzare il software... senza
> doverne "rendere conto" a nessuno.
>
> > > 2. Quanto è plausibile considerare differente il "binario" (e/o
> l'eventuale
> > > pacchetto di installazione) dal codice e quanto sarebbe quindi "forzato"
> > > rispetto alle licenze disponibii e approvate dall'OSI vendere il binario
>
> Preferisco le licenze definite libere dalla FSF, cioè preferisco il
> software libero a quello "open source".
> N.B.: non azzardatevi ad aprire un flame su questo argomento, ho
> semplicemente espresso una mia preferenza, evitiamo di "entrare nel
> merito", almeno in questa "sede".
>
> > > (facendo pagare il prezzo di una SW house che dai sorgenti ne
> costruisce i
> > > binari, cura lo sviluppo, l'evoluzione e la manutenzione e fornisce il
> > > supporto) e dare allo stesso tempo disponibilità del sorgente?
> >
> > differente in che senso? i binari puoi venderli benissimo basta che:
> >
> > 1/ chi li riceve abbia accesso ai sorgenti
> > 2/ chi li riceve possa rivenderli a sua v
> ^^^^^^^^^^
> ridistribuirli
visto che qui' si parlava di commercializzazione intendevo proprio
rivenderli. ovviamente il concetto di ridistribuire include anche il
rivendere.
> > la maggior parte delle spese sono il lavoro fisico degli operai ed i
> > materiali. nel software entrambe queste cose non ci sono. e' questo che
> > lo differenzia da tutto il resto.
>
> Non credo: il lavoro "fisico" degli operai del software c'è e come!
> Anche il materiale c'è... penza ai PC per lo sviluppo, gli ambienti di
> lavoro, ecc.
si, ma vogliamo mettere la proporzione? e' come il discorso di
riprodurre il software per vederlo, certo cosa tempo e denaro, ma in
proporzione "riprodurre" una casa ha tutt'altro genere di costi.
> > infatti chi *lavora* col software libero vende le proprie competenze ed
> > il proprio tempo. non una sterile licenza.
>
> Mi piace l'enfasi su *lavora*... forse perchè c'è chi il software lo
> vorrebbe *solo* vendere? ;-)
vedo che piu' o meno, i pareri sono concordi. ovviamente... :)
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Federico Di Gregorio
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