[Discussioni] chiarimenti

Carlo Daffara cdaffara a mail.conecta.it
Ven 27 Lug 2001 13:16:26 CEST


E' un piacere risentirti, e vedere come la tua proposta di tanto tempo fa
sia ancora viva. Un suggerimento: visto che la EU adesso appoggia
abbastanza intensamente l'open source (non tutta, e alcune parti hanno un
atteggiamento schizofrenico nei confronti dell'IT...) credo ci siano delle
possibilita' di finanziamento anche da Bruxelles. Anche se sono molto
scettico sull'introduzione dell'open source da parte del governo o degli
enti pubblici, forse almeno il fatto del supporto comunitario potrebbe
smuovere qualcosa.
ciao
							Carlo Daffara

On Thu, 12 Jul 2001, Angelo Raffaele Meo wrote:

> Cari amici,
> 
> vi debbo quattro chiarimenti.
> 
> 1) Freeware, free, opensource
> 
> La proposta di Programma Nazionale di Ricerca che trovate su alcuni siti è
> vecchia di quattro anni. Nel 1997 vari aspetti della questione non mi erano
> chiari (ho passato infatti la vita a incollare chip sulle piastre) e mi
> sembrava che la questione del prezzo fosse la più importante. Sbagliavo.
> Stallman e Rubini (che ringrazio di cuore per la passione con cui mi ha
> difeso)mi hanno indicato la retta via.
> Come sapete, la mia proposta è stata bocciata, ma certamente non per il
> peccato originale del freeware o per altri errori storici. Ci sto riprovando
> in vari contesti e mi sembra di aver chiarito questi punti in modo corretto,
> secondo il credo dominante nella chiosa del software libero. Ho anche
> scritto un libro che Bollati Boringhieri intende proporre ad ottobre e conto
> su Rubini che mi ha promesso una severa e attenta revisione.
> Nel mese di luglio intendo riformulare la proposta di programma nazionale.
> Ve la sottoporrò.
> 
> 2)Certificazione
> 
> Non ho mai trovato né fra i fedelissimi - i miei studenti - né fra gli
> oppositori di destra e di sinistra una sola persona consenziente. Tuttavia,
> su questa questione, a differenza della questione del freeware, sono
> profondamente convinto di avere ragione.
> Infatti, nei contesti più importanti è obbligatoria, o sta per divenire, la
> certificazione ITSEC in Europa o CC in USA. Non vorrei sembrarvi
> presuntuoso, ma quella certificazione (così come l'ISO 9000 su cui si
> appoggia) mi pare una truffa clamorosa. Se un certificato costa almeno mezzo
> miliardo, quanto software libero potrà essere adottato nella Pubblica
> Amministrazione o nelle aziende più importanti? Il C.N.R. dispone delle
> competenze per fornire alla comunità del software libero le certificazioni
> che occorreranno a norma di legge.
> 
> 3) Cosa voglio fare
> 
> Un programma nazionale di ricerca è un insieme di progetti di innovazione
> industriale, coordinati e finanziati dal MURST o dal CNR, i cui proponenti
> sono imprese piccole o grandi che possono giovarsi della collaborazione con
> le strutture pubbliche di ricerca.
> Attraverso questi progetti si potrebbero diffondere sul territorio nazionale
> quelle competenze specialistiche che sono necessarie per la diffusione del
> software libero. Inoltre, si potrebbero sviluppare nuovi prodotti
> importanti, come, ad esempio, (cito i temi che ho illustrato nella
> conferenza di venerdì scorso a Pisa): prodotti per l'ufficio, applicativi
> per la pubblica amministrazione, "gateway" verso i mainframe, strumenti e
> programmi per le scuole, informatica "embedded", sistemi di controllo in
> tempo reale, il router free (anche lo hardware può diventare free), prodotti
> e soluzioni per la sicurezza, strumenti per la multimedialità in rete (come
> l'open media server su cui stiamo lavorando noi torinesi).
> 
> 4) Perché lo faccio?
> 
> Non certo per acchiappare soldi. A parte l'ottimo stipendio dello Stato,
> potrei diventare molto ricco vendendo brevetti, se, come pare sia stato
> previsto nei provvedimenti del Ministro Tremonti dei giorni scorsi, gli
> accademici possono brevettare in proprio i risultati della ricerca, anche se
> ottenuti nei laboratori pubblici.
> Lo faccio perché considero il software libero simbolo e sostanza di un
> modello di sviluppo diverso da quello che attualmente produce tante
> disuguaglianze attraverso i meccanismi perversi dei brevetti e della
> cosiddetta "difesa della proprietà intellettuale".
> 
> Rimango a disposizione per qualunque chiarimento sia desiderato. E ringrazio
> per l'attenzione chi abbia resistito sin qua nella lettura.
> 
> Meo
> 
> 
> 
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