[Discussioni] Packet filtering di OpenBSD
Andrea Glorioso
sama a aglorioso.com
Ven 1 Giu 2001 12:41:49 CEST
>>>>> "fv" == Franco Vite <franco a firenze.linux.it> writes:
fv> Cmq, seguendo molte ML e usenet su linux, mi accorgo sempre
fv> piu' come il fattore "liberta'" sia la cosa meno importante
fv> tra chi usa linux, anche per molti "tecnici", programmatori o
fv> sistemisti che siano. Fifurarsi per l'"utente domestico"....
Penso che per ottenere risultati in questa direzione - ovvero rendere
piu' visibile l'importanza del fattore "liberta'" rispetto a quanto
sia attualmente nei confronti del fattore prezzo ed efficienza -
occorra puntare a rendere la liberta' "vendibile".
Mi spiego meglio, anticipando che questo e' un tema potenzialmente
molto caldo perche' va a toccare profonde convinzioni di ciascuno di
noi; dunque mettete un IMHO davanti ad ogni frase.
L'essere umano tende al piacere. Se deve scegliere tra ricevere una
carezza o un cazzottone sul muso, tendenzialmente scegliera' la prima
(a parte Von Masoch e i suoi emuli). Se dal fattore "liberta'" della
triade di cui sopra (liberta'/prezzo/prestazioni) l'utente, sia egli
un tecnico, un utente o un manager, non ottiene benefici tangibili,
sara' molto difficile perorare la causa del software _libero_.
Il "paper" che io, Claudio e un'altra persona di cui colpevolmente non
ricordo il nome abbiamo tradotto contiene alcuni punti estremamente
interessanti a questo proposito. Per quanto a livello
filosofico/sociologico non concordi con alcune parti ("agli esseri
umani tendenzialmente piacere fare del bene ai propri simili") vi e'
un approcio per cui il fattore "liberta'" viene presentato in modo
"utilitaristico".
Ultimo esempio prima di chiudere: nella ditta presso cui ho appena
cominciato a lavorare, un ISP, uno dei progetti a lungo termine di cui
dovrei essere responsabile (il dovrei e' relativo al fatto se
sopravvivero' o meno fino ad allora :) ) e' la gestione centralizzata
dell'utenza, dei domini e di tutto il carico amministrativo di un ISP
da interfacciare con Radius, apache, e quant'altro.
Radiator e' un prodotto non libero che fa tutto questo. Non e' libero
pero' viene fornito tramite codice sorgente, ed e' quindi
tranquillamente modificabile a piacimento all'interno della ditta. In
questa situazione diventa difficile spingere per soluzioni libere
(specie quando occorrerebbe iniziare da zero) perche' l'estensibilita'
e la verificabilita' del prodotto ci sono gia' con la soluzione
Radiator.
Alla ditta non posso parlare di liberta' in termini astratti (e vi
assicuro che qui sono anche "illuminati" rispetto a molte altre
realta' di cui ho fatto esperienza). Per loro la liberta' dev'essere
un qualcosa di tangibile, magari non immediatamente ma neanche tra
cinquant'anni.
In quest'ottica occorre senz'altro un lavoro di pubblicistica sui
vantaggi del software libero, attento alla realta' bieca e abbietta
del "tanto entra, tanto esce" con cui una azienda deve comunque fare i
conti. Ovviamente, pubblicistica in italiano, perche' ahime' la
conoscenza dell'inglese in Italia e' risibile.
Comunque, se mi impediscono di utilizzare soluzioni libere gli
incricco la rete. :)
fv> C'e' moooolto lavoro da fare...
Non e' forse cosi' per tutta la vita?
fv> -- Franco "L'uomo odierno passeggia monco e con la museruola
fv> in un palazzo di miraggi. A volte, comunque, un cubetto vola
fv> contro una vetrina, e un giovane corpo si avventa sui frutti
fv> proibiti". Michel Tournier
Spero solo di non essere sulla traiettoria del cubetto.
Ciao,
Andrea Glorioso
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