[Discussioni] Vediamo se ci siamo
Leandro Noferini
lnoferin a cybervalley.org
Dom 4 Mar 2001 20:29:47 CET
Ciao a tutti,
quella che vi mando è la prima versione alfa dei "nostri" (:-))) )
commenti alla bozza dell'Aipa: fatemi sapere cosa se ne pensa.
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Premessa
Perché la premessa è sempre d'obbligo!
Questi sono i commenti dell'Associazione Software Libero alla bozza
di regolamentazione dell'accessibilità dei siti web, della
documentazione e dei programmi della Pubblica Amministrazione
presentata dall'AIPA e resa disponibile all'indirizzo
http://www.aipa.it/attivita[2/gruppi[18/accessibilita[3/bozza[1/strumenti.asp
Innanzitutto va fatto sicuramente un plauso all'iniziativa di
rendere pubblica la bozza prima di produrre un testo definitivo:
davvero un'ottima idea.
Quello che rimane abbastanza oscuro è a chi si voglia rivolgere
l'AIPA con questo scritto: a prima vista pare essere diretto ai
responsabili "politici" della Pubblica Amministrazione, coloro che
decideranno a chi affidare la realizzazione dei siti e dei programmi
e soprattutto come farli realizzare, e quindi il linguaggio è
scarsamente tecnico e le raccomandazioni risultano abbastanza vaghe.
Presentazione dello scritto
L'accessibilità viene individuata per due grandi filoni:
- i siti web e più in generale tutta la documentazione presentata in
formato html, anche quando non viene distribuita via rete ma su
supporti fisici;
- i programmi applicativi preparati per conto della Pubblica
Amministrazione.
Con questa bozza si cerca di recepire le normative prodotte prima
dall'ONU (in tempi abbastanza remoti per altro) e dall'Unione
Europea poi.
Analisi del documento
La nostra analisi si è incentrata esclusivamente su quello che può
riguardare il Software Libero per due ragioni:
- innanzitutto siamo qui per questo;
- inoltre altre critiche sono state mosse anche da altri,
fondamentalmente da Ferry Byte e Arclele della lista CyberRights,
critiche che ci sentiamo di fare nostre.
1 - Formati proprietari
La prima cosa che salta con evidenza agli occhi alla prima lettura è
l'assoluta mancanza di raccomandazioni che riguardino l'uso di
formati proprietari nella distribuzione delle informazioni.
Noi crediamo che l'uso, purtroppo assai diffuso in tutta la
distribuzione di documentazione da parte della Pubblica
Amministrazione, di formati proprietari (testi resi disponibili
esclusivamente in uno dei tanti formati doc per il programma di
video-scrittura Word, formati spesso incompatibili fra loro anche a
livello di versione differente, siti realizzati in flash sono i due
esempi più comuni e diffusi) sia un elemento di grave limitazione
all'accessibilità di questa documentazione sia per la richiesta
implicita di uso del software, sia per la potenza di calcolo e di
rete richiesta per l'elaborazione di queste informazioni.
In tutto il documento le indicazioni su quali formati preferire
nell'"impacchettamento" delle informazioni risultano estremamente
generiche come nel caso del punto d) del paragrafo "Criteri di
applicazione delle regole di accessibilità", dove si dice:
d) I documenti disponibili per lo scaricamento dovrebbero avere
formati accessibili: HTML, RTF, testo......
Noi crediamo che il testo di questo punto dovrebbe diventare:
d) I documenti disponibili per lo scaricamento devono essere resi
disponibili anche in formati accessibili quali: HTML, PDF,
testo...
Con l'aggiunta del formato PDF, Portable Data Format, per il quale
pur essendo proprietario (della ditta Adobe, per l'esattezza), sono
state rilasciate pubblicamente le specifiche permettendo così lo
sviluppo di lettori e creatori per tutte le piattaforme anche da
parte di sviluppatori indipendenti.
Lo stesso problema esiste anche per l'accessibilità dei siti web,
problema affrontato in modo più chiaro all'interno della bozza,
indicando come linee guida quelle stabilite dal consorzio del W3.
Il proposito in effetti è valido e importante, vista l'attuale
fiorire invece di tanti, troppi siti realizzati e progettati per
l'uso esclusivo con il browser Internet Explorer di Microsoft e
conseguentemente inutilizzabili da parte di chi vuole o è costretto
all'uso di altri browser.
In effetti però dobbiamo segnalare che lo stesso sito dell'AIPA è
stato realizzato usando una codifica del testo di tipo WINDOWS-12,
invece della ben più standard ISO 8859-1, cosa che impedisce la
visualizzazione di caratteri particolari a chi non usa Windows.
2 - Scarsa conoscenza dei sistemi operativi di tipo Unix.
Nel paragrafo "Elenco delle configurazioni di tecnologia assistiva",
al punto "3. Applicativo Unix" si dice:
"Si intende che l'accesso avvenga tramite emulatore di terminale
VT100 sotto Dos, per cui si ricade nel caso 2."
lasciando sottindere che questa famiglia di sistemi operativi
presenti la sola interfaccia a caratteri, il che è decisamente falso.
Chiunque conosca un minimo questi sistemi operativi sa che sono
quasi tutti dotati anche di un'interfaccia grafica, detta X Window,
da lungo tempo sviluppata e tuttora sotto un pesante sviluppo e
anche molto utilizzata e diffusa, visto che oltre tutto è comune a
molti di questi sistemi.
In effetti ora come ora non possiamo indicare l'esistenza e
l'eventuale sviluppo di software assistivo per questo tipo di
interfaccia ma è necessario comunque considerarla.
3 - Questioni di licenze
Un'altra mancanza effettivamente curiosa è quella che riguarda le
norme consigliabili per la distribuzione della produzione
informatica della Pubblica Amministrazione.
Noi, in qualità di Associazione Software Libero, crediamo che lo
scopo della produzione informatica della Pubblica Amministrazione
sia di favorire la diffusione della propria documentazione e per
questo pensiamo che l'unica possibilità sia quella di distribuire il
tutto con una licenza che permetta la sua copia e diffusione senza
alcun limite, se non quelli di cambiarne la proprietà intellettuale
ed anche la sua modifica da parte di altri.
D'altronde in questo senso vanno recenti proposte fatte al
Parlamento Italiano (vedi http://www.interlex.it/pa/emendam.htm) e
recenti leggi accettate dal Parlamento francese.
Crediamo altresì che l'uso di licenze di questo tipo non possa altro
che aiutare anche la ricerca di una sempre maggiore accessibilità,
in quanto lasciare la possibilità di modifica, in special modo nel
caso dei programmi, permette anche ad altri, che siano privati
oppure ditte interessate in qualunque modo alla questione, di
modificarli per adattarli a nuove piattaforme, di portarli su
sistemi operativi non previsti all'inizio, di migliorarne
l'usabilità prendendo il meglio da altri programmi distribuiti con
le stesse modalità, e, viceversa, di prendere ciò che di buono di
questi programmi può essere usato per migliorarne altri.
Per ottenere questa possibilità diventa perciò obbligatorio
distribuire o rendere in qualche modo disponibili i sorgenti (cioè
il codice prodotto direttamente dal programmatore) dei programmi e
lasciare che i sorgenti stessi siano liberamente modificabili anche
nelle nuove forme modificate; solo in questo modo si può realizzare
effettivamente la possibilità di modifica e riutilizzo da parte di
altri.
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--
Ciao
leandro
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