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[Alessandro Rubini]

> Vediamo se ho capito, dimmi se è giusto.  Tu dici che:
> - una licenza a sorgente aperto, per esempio la GPL di GNU, è valida
>   solo finché dura la copertura generica di diritto d'autore sul
>   software 

In generale, tutte le licenze. Se l'autore ha i diritti esclusivi (e
quindi decide quali di questi diritti cede e quali no) solo per un
certo tempo, dopo la roba diventa di pubblico dominio. Pero`,
ovviamente, solo quella che e` stata pubblicata. Nessuno puo`
costringermi a pubblicare il diario del mio trisnonno, anche se i
diritti d'autore sono scaduti [1], cosi` nessuno puo` costringere gli
autori (o datori di lavoro degli autori) a rilasciare qualcosa.

E` simile alla della "necessita`" del brevetto per le case
farmaceutiche. Possono esse divulgare le formule che gli costano
miliardi in ricerca? ovviamente no. E` necessario quindi il brevetto?
no, perche` se cosi` fosse prima dell'introduzione dei brevetti
sarebbero state in passivo. Non erano in passivo, perche` gli bastava
il segreto industriale per proteggersi dalla concorrenza.

> - quindi accorciare la durata del copyright sul software sfavorisce più
>   le licenze a sorgente aperto che quelle chiuse

Per il software si, perche` quello che diverrebbe di pubblico dominio
non e` l'informazione importante.  A differenza cio` che accadrebbe
per tutte le altre forme di opera intellettuale, accorciare la durata
dei diritti sul software porterebbe ad una *riduzione* della liberta`
della gente. Si veda la definizione di "formato trasparente" sulla
FDL, ma da qualche parte avevo trovato una migliore definizione della
cosa, era in una discussione sulla protezione della copia della
musica, e la persona parlava di informazione auto-evidente o meno (o
qualcosa di simile).


[1] Peccato che quando venissero pubblicati partirebbe un nuovo
diritto, che e` quello di chi ha impaginato l'opera, motivo per cui
non puoi fotocopiare le opere di Dante da un libro recente perche` su
quella forma ha i diritti l'editore.