[Discussioni] Miei commenti alla "risposta" della SIAE
Leandro Noferini
lnoferin a cybervalley.org
Mer 21 Mar 2001 11:11:35 CET
Ciao a tutti,
L'altro giorno aprendo la cartellina di posta dell'associazione mi
sono ritrovato un messaggio della SIAE!
Incredibile, mi sono detto, hanno già risposto, e lo hanno fatto
direttamente al nostro indirizzo.
Un po' titubante e timoroso mi avvio ad aprire il messaggio ed ecco
che mi appare la seguente cosa:
fjkdjfkdjfkjdfkjdkfjdkjfkdjfkd
Un attimo di sconcerto, se non di terrore (Emacs ha un baco? quando
legge i messaggi della SIAE va in palla?) per rendermi invece conto
che il messaggio era costituito da un file con estensione .doc
Ecco che già mi tranquillizzo e mi appropinquo a dare il suddetto file
in pasto al mio traformatore preferito. Nel mentre che word2x è lì che
ci ragiona sopra mi faccio riprendere dal panico: non l'avremo fatta
troppo grossa questa volta? Non saremo andati a stuzzicare un leone
addormentato pronto a darci una zampata che ci faccia riruzzolare in
terra?
Ma ecco che word2x ha finito e mi accingo a leggere il risultato di
cotal fatica, siae.txt..... ma..... è vuoto! Che significa? Che
versione del più famoso programma di elaborazione testi di tutto il
mondo hanno usato per risponderci? 6003, versione speciale registrata
SIAE?
Tse, mi dico, se pensano di fermarmi con così poco si sbagliano di
grosso. Fatto il forward all'amico dotato di tutti i software ultima
versione e anche dopo, quello il cui modem ha visto dei traffici che
in confronto il porto di Macao è un convento di trappisti, una
telefonatina per avvisarlo e poi in fiduciosa attesa.
Mi richiama il mio amico:
"Oh bello, io il file te l'ho trasformato in formato testo (il cui
menù corrispondente è comodamente situato in Aiuto -> Registra Macro
-> Imposta Risoluzione Schermo -> Gioca al Flipper -> Esporta) ma
dentro non c'è scritto niente!"
"Ma come?" Rispondo io "Ma sei sicuro di aver usato una versione del
più famoso blah blah blah corretta?"
"Certo certo! Comunque te l'ho rimandato così che lo potrai vedere
anche te"
Come tutti quelli che hanno letto il messaggio di Simone il mio amico
aveva ragione (oltre alla versione corretta del più famoso blah blah
blah): la SIAE c'ha risposto con un niente! Tanto per citare un famoso
umorista italiano degli anni '70: tanto lavoro per leggere e poi non
c'è niente, la risposta della SIAE.
E ora, mi domando un po' deluso, a che ci si attacca noi di Assoli?
Ma, soprattutto, a cosa si attaccano quelli che producono,
distribuiscono, vendono e spacciano software? Questi qui ci dicono di
non sapere niente, di non essere lì e se ci sono stanno dormendo e
intanto tutti, dalle riviste alle standiste della Teti, danno il "buon
esempio" distribuendo cdrom corredati di splendidi bollini iridescenti
che fanno tanto Star Trek (che sia per quello?) lamentandosi, come va
di moda fare, ma per chi, per cosa?
Ma noi di Assoli ci chiamano mica per niente gli archeologi della
leticata vista la nostra capacità di leticare anche in pieno Sahara
soli soletti e quindi mi avvicino, con calma e circospezione, a quel
nulla, specie di buco nero del significato che sta scritto nel
messaggio in questione e provo a ricavarne qualcosa, un lavoro che
avrebbe spaventato anche Schielemann.
In risposta alla Vostra lettera aperta del 14 marzo scorso,
precisiamo alcuni punti.
Beh, intanto ci dicono "alcuni" punti.
Per il resto?
1. La SIAE non è un'Associazione privata, ma un Ente Pubblico,
come espressamente previsto dall'art.180 della legge sul diritto
d'autore n. 633/1941.
La sua natura pubblica, in precedenza ribadita anche dalla Corte
di Cassazione e dalla Corte Costituzionale, recentemente è stata
confermata dal decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 419 sul
riordinamento degli pubblici nazionali, che testualmente la
definisce "Ente pubblico a base associativa".
Praticamente un sindacato: ti rappresenta anche se non ci sei
iscritto? Diciamo che però, forse, la storia del movimento sindacale
nell'Europa dalla fine dell'800 giustifica maggiormente questa
"strana" forzatura. Qui invece scopriamo che dobbiamo pagare un obolo
ad un Ente Pubblico (i soldi dei bollini dove andranno a finire?) che,
in buona compagnia nella tradizione italiana, rende pubblici i deficit
e privatizza gli introiti.
2. La legge n. 248 "Nuove norme di tutela del diritto d'autore" ha
attribuito alla SIAE alcuni compiti di carattere generale, in
considerazione delle funzioni istituzionali che l'Ente svolge da
anni per la protezione delle opere dell'ingegno, in base alla già
citata legge n. 633/1941, che ha esteso la tutela anche al
software, a seguito delle modifiche apportate dal
D. Lgs. 29.12.1992 n. 518.
E questo già lo sapevamo e nessun dubbio era sorto al riguardo.
3. Le risposte ai vostri quesiti devono necessariamente essere
ricercate nel regolamento di esecuzione della legge n. 248, che
sarà prossimamente emanato con decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri.
Questo decreto stabilirà i tempi, le caratteristiche e le modalità
di apposizione del contrassegno sui supporti. Sono decisioni che
spettano non alla SIAE, ma alla Presidenza del Consiglio.
Ecco qui il "noi non ci s'era e se c'eravamo si dormiva".
Praticamente ci dicono "purtroppo il Parlamento ha insistito tanto per
investirci di questi compiti ma noi ancora non sappiamo come dobbiamo
fare". Non manca che ci chiedano una mano e poi la farsa è completa.
Le domande mi si affollano alla mente:
- perché la SIAE non avvisa chi, come già sopra ho scritto, che ancora
non si sa né dove né come né quando questi bollini andranno
applicati e che invece li sta comprando a ron de ma'?
- perché la SIAE non avvisa i suoi propri funzionari di come (non)
stanno (ancora) le cose, lasciando invece che questi spargano voci
sbagliate, le quali voci, vista e considerata la fonte, supposta,
autorevole diventano vox populi?
- che diavolo saranno le "caratteristiche di apposizione"?
Andiamo avanti.
4. In attesa che la materia sia completamente disciplinata da
apposite norme, la SIAE non può fornire chiarimenti, né esprimere
pareri, essendo essa stessa tenuta ad osservare la legge e ad
applicarla, come peraltro ha sempre fatto, nell'interesse e per
conto dei suoi associati, che le hanno conferito mandato per la
tutela delle loro opere.
Anche questa è una bella perla: non possono fornire chiarimenti né
esprimere pareri perché anche loro sono tenuti ad osservare le leggi?
Che cazzo c'entra (scusate il francesismo)?
E anche qui: se loro osservano e rispettano le leggi nell'interesse e
per conto dei propri associati, perché dovrei mettere il bollino sui
cinque cd della woody? Non sono iscritto, non mi pare di averne
l'urgenza e neanche mi pare che il signor Debian si sia mai pregiato
di cotal associazione.
A questo punto ad Assoli non rimane che fotocopiare in migliaia di
copie (e questa frase fa sorridere) questa risposta e spargerla
ovunque ci sia distribuzione di software per avvisare: "Fermi tutti!
Ancora il bollino non deve essere usato perché manca il regolamento
attuativo della legge! Ce l'ha detto la SIAE!".
O no?
--
Ciao
leandro
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