[Discussioni] Pensierino: Software copiato illegalmente
Umberto Genovese
umbegen a tin.it
Sab 26 Maggio 2001 12:11:43 CEST
Salve a tutti,
vorrei esprimere il mio punto di vista (opinabile del resto) sul problema
della pirateria del software. Innanzitutto, come tutti sanno, i programmi (e
i dati) sono in ultima analisi dei `numeri` che esistono come impulsi
elettrici dentro a quelle scatole chiamate computer. Riprodurre gli stessi
(copiare) è quindi di una banalità sconcertante, quantunque ci si sforzi di
creare algoritmi per impedirlo. Nel passato si cercò di impedire per esempio
di copiare i dischetti di software originale creando dei settori 'guasti'
riconosciuti dal processo di installazione e che le utility di copiatura
saltavano perché 'guasti' e quindi la copia non funzionava. Con i programmi
di copiatura 'raw' (grezza) questa tecnica di protezione perse di efficacia
fino ai primi cdrom che erano scritti dove i normali masterizzatori non
potevano, fino a quando questi ultimi non resero disponibile quell'area in
precedenza a loro preclusa. Non è mia intenzione fare una panoramica in
questa sede delle tecniche di pro(spro)tezione dei programmi, ma solo
spiegare il mio pensiero: le tecniche di copiatura e/o sprotezione del
software in generale è di per sé favorito dalla sua stessa natura di essere
`imponderabile` e facilmente riproducibile (provate a riprodurre un Picasso :D ).
Quando uscì WordStar, esso aveva un sistema di protezione sul dischetto che
ne impediva la riproduzione, ma quando l'azienda produttrice decise di farne
uno standard de facto a scapito dei prodotti concorrenti, eliminò la protezione,
permettendone quindi la capillare diffusione attraverso le `copie illegali.
Quindi quando l'atto di `copiare il software illegalmente` può tornare utile
per conquistare fette di mercato, il contrasto a quest'iniziativa è stato
limitato se non nullo.
Al momento di sostituire il mio 386 feci un giro presso vari negozi, ma
al momento di discutere del software mi venivano offerte 2 strategie:
- prendere `aggratis` quello che mi ci mettevano (sich!) ovverosia
Windows95 e tutta una serie di software proprietari molto noti,senza licenza
e dischi, o, se volevo le licenze e i dischi (!) avrei dovuto pagare!
Io le licenze LE VOLEVO! ma da quei negozi non c'ho preso neppure un
floppino vergine! Alla fine, dove non ho avuto queste `proposte oscene`,
ho preso un assemblato PII con Win95 e licenza, mi serviva Office 97 e me lo
sono comprato!
È questo secondo me che dobbiamo trasmettere a coloro che si avvicinano
al pc la prima volta:
il senso di rispetto verso coloro che sviluppano e promuovono il software,
libero o proprietario, Open-Source o chiuso.
Adesso uso moltissimo il software libero, uso una distr. Debian qui a lavoro
e a casa, ma non perché `è gratis`, perché è buona, posso sapere cosa c'è
dietro, lo sforzo di migliaia di persone che mi aiutano ad avere sempre un
prodotto migliore ogni giorno; il fatto che il costo sia nullo è secondario.
Primaria (per me) invece è la Filosofia del Progetto:
rendere Libera l'Informazione, sia che si intenda il software che la documentazione
necessaria al suo utilizzo, lo spirito di collaborazione e di condivisione
che anima il tutto.
Il caso recente capitato a Daniele Giacomini sui suoi `Appunti Linux` (colgo
l'occasione per ringraziarlo per il suo ottimo lavoro) o quello recentissimo
che vede coinvolta una società che ha scopiazzato del codice GPL
all'interno di un suo programma, per me sono condannabili allo stesso modo
di chi lucra sui software proprietari. Anche questi sono atti di `pirateria`.
Per me chiunque violi una licenza, che sia GPL o chiusa (ex. MS License)
commette un illecito. Non voglio accusare il ragazzino che si scambia il
gioco, ma coloro che si passano e si divertono ad accumulare software che
poi magari non useranno mai o che usano all'interno delle loro attività.
Dove lavoravo prima, c'era una sola licenza per una nota suite per Windows,
ma questo programma risiedeva su più macchine poste anche in luoghi
geograficamente distanti. Feci notare l'illecito, ma fui inascoltato.
Tutto questo per dire che non esiste un metodo efficace per prevenire l'uso
di software illegale, la repressione è molto più pericolosa del danno
subito, perché restringe la libertà individuale e collettiva anche di coloro
che non hanno commesso nessun illecito. L'unica strada percorribile (per me) è
l'educazione, l'esempio: se uno vuole usare prodotti proprietari e chiusi lo
faccia, rispettando le licenze; se un'altro vuole usare software libero, lo
faccia, ma rispetti le sue licenze; se qualcosa ha un costo che questo venga
pagato. Il rispetto di queste regole potrà solo far bene al Software Libero:
se non si può (o non si vuole) sottostare ai costi e alle licenze dei
sistemi proprietari, esiste una validissima alternativa: il Software Libero.
Un'ultima considerazione sull'educazione:
apprezzo tanto quello che attualmente questa Associazione stà facendo
sull'uso di sistemi liberi presso la Pubblica Amministrazione: l'uso di
sistemi e formati proprietari è un'altro incentivo all'uso di `programmi
copiati illegalmente` e se alla P.A. stà a cuore il problema del software
copiato illegalmente, perlomeno che eviti di usare sistemi proprietari,
l'utente comune può non sapere che ad esempio ci sono visualizzatori
liberamente scaricabili dalla Rete per i formati proprietari, e magari si
rivolge all'amico che gli fornisce una copia (illegale) di quello che gli
serve.
Avrei tante altre cose da dire, ma a questo punto mi fermo, gli altri
pensieri alla prossima volta.
--
Un Salutone - Ciao Umberto
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