[Discussioni] Re: Re: reazione su Windows Xp (Marco Presi -)

Domenico Delle Side nicodds a tiscalinet.it
Gio 1 Nov 2001 00:15:10 CET


*On Wednesday, October 31 2001 at 10:28, Carlo Strozzi wrote:
> Si, infatti. E sarebbe bello anche se ci fosse in giro una sua
> traduzione, almeno in inglese.

abbiate pietà di me (il mio francese è arruginito) ...



Siamo  stati  due  o tre senatori, includendo il presidente Monory, ad
ascoltare  con  attenzione  il presidente-fondatore di Microsoft. Bill
Gates  venne  a  Parigi per presentare il suo Windows 95. Spinto dalla
sua  foga,  ci disse con fermezza che Microsoft non aveva interesse ad
impegnarsi  pesantemente  nel  mondo  Internet.  Alcune  settimane più
tardi, di ritorno a Redmond, durante una conferenza stampa che rimarrà
nella  storia,  riconobbe  il  ritardo  con cui la sua azienda si rese
conto  dell'avvenire  di  Internet e annunciò che Microsoft si sarebbe
mobilitata con tutte le sue forze per recuperare il tempo perduto. Sei
anni  più  tardi:  25  ottobre  2001.  Con  il  lancio  di Windows XP,
Microsoft  non  è  più  soltanto  il  leader incontrastato dei sistemi
operativi  per  pc, ma diviene anche la prima in questo nuovo mondo di
Internet.  Que  de  chemin parcouru en 6 ans? [non ho capito bene cosa
voglia dire]

Tanto  di  cappello!  L'arrivo  di  questo  gigante in questo mondo di
porcellane  fragili,  certo, non è stato senza danni: Netscape e molte
altre società di cui parlavamo quasi quotidianamente, da qualche anno,
potrebbero  essere  i  testimoni chiave in un processo se ne dovessimo
istruire  uno. Ma oggi, quello di cui voglio parlare non è il passato,
ma del futuro. E` incontestabile che con Windows XP, specie con la sua
procedura  <<  Passport  >>,  Microsoft  varca una nuova soglia che le
permetterà  di  costituire  la  più  grande  banca  mondiale  di  dati
personali  degli internauti. In questo modo, Microsoft potrà conoscere
rapidissimamente  i  gusti e le aspettative di centinaia di milioni di
esseri  umani.  Le leggi attuali che proteggono la privacy negli stati
democratici  dovranno essere riscritte. Il nostro "Diritto informatico
e  liberta"  diventa d'improvviso vecchio. Cosa potrà mai fare la CNIL
ora  che  che  le  risorse  si  sono mondializzate ed uno dei maggiori
attori  ha  deciso  di  realizzare un mega-database di dati personali?
Quelli che, leggendo queste poche righe, pensano che in questo modo mi
unisca  al movimento contro Microsoft che va di moda in questi giorni,
si  sbagliano. Microsoft è una società commerciale che deve soddisfare
i  suoi clienti ed i suoi azionisti, motivando continuamente al meglio
gli  uomini  e  le donne, spesso molto competenti, che si sono uniti a
questa  avventura.  Nous  qui  venons  de  vivre,  en  cette  semaine,
l'épilogue  de  Moulinex,  nous  n'allons  quand  même pas reprocher à
Microsoft d'avoir trop bien réussi ! Il problema è altrove.

Bussando  alle  nostre  porte  e  riuscendo,  con  il  nostro permesso
penetrare in luoghi intimi, Microsoft si avvia a cambiare la gente? Ma
è  lì  che  dobbiamo essere vigili: potrà anche cambiare il mondo? Non
metto  in dubbio, in questo momento, le buone invenzioni di Microsoft.
Bill  Gates  ed  i  membri  della  sua squadra non vogliono gestire la
nostra vita privata, ma vogliono, più prosaicamente, divenire i leader
della  new-economy  che,  con  il  loro  approccio  ed  i  loro mezzi,
conoscerà alla fine il suo vero lancio. Ma è nei compiti di quelli che
hanno ricevuto la missione pubblica di governare le nostre democrazie,
immaginare  tutti  gli  usi  funesti  che  possono  essere fatti delle
iniziative,  spesso  buone,  degli  uomini.  Proviamo ad immaginare il
disastro  senza  precedenti  che  potrebbe  provocare sull'umanità, un
dittatore  o  un  terrorista  che  si  impossessasse  dello  schedario
personale  di  svariati  miliardi  di  esseri umani. Il dolore morale,
psicologico,  che  ciò  potrebbe provocare, sarebbe molto più forte di
quello del più intollerabile dei dolori fisici.

Non si parla più a questo punto di regole commerciali, di concorrenza.
Qui  si  tratta  della sfera morale: è per questo che i nostri governi
dovrebbero  senza  ritardo analizzare questa nuova questione. I poteri
pubblici dovrebbero mettere a punto dei nuovi strumenti, sotto il loro
controllo,  che  permettano  ad ognuno di noi di trasformare la nostra
identità reale in identità virtuale. Solo le autorità publiche, tenute
sotto  controllo da un alto comitato di saggi, indipendenti dai poteri
pubblici  e  dal  potere  politico,  avrebbero  accesso  ai  dati  che
consentirebbero  di  mettere in relazione un viso ed un'identità reale
con  un'identità virtuale. Questo permetterebbe a Microsoft o ad altre
società di proporci, al momento voluto ed al prezzo atteso, i prodotti
culturali  o  il  materiale  che  fanno  ancora parte dei << nostri >> 
sogni.  Questo approccio  di  marketing  individuale, che sostituirà a 
poco a poco le tecniche  pubblicitarie  di massa, lunsingherà molto di
più  il  nostro  ego  di  consumatori  e  sarà  senza dubbio molto più
efficace.

Microsoft  deve  comprendere che non è nemmeno suo interesse avere sui
propri server l'identità reale di miliardi di esseri umani.

In  effetti,  se  l'espressione  <<  Big  Brother  >>  che,  prolifera
attualmente sui principali media mondiali, si indirizza essenzialmente
a  Microsoft,  in  realtà  è  tutto  il  mondo  di Internet ad esserne
toccato.  Basta ascoltare i cittadini del mondo e più in particolare i
francesi,  che  sono  in parecchi a giustificare la loro repulsione ad
accedere  ad  Internet  con la paura di vedere la propria vita privata
violata, per rendersi conto che l'adesione di massa degli abitanti del
nostro  paese  al  mondo  di Internet passa attraverso la fondamentale
garanzia  di  protezione  della  loro vita privata. E` per questo che,
anzichè  opporsi  con  lettere  sterili, i poteri pubblici e le grandi
società  mondiali,  in  testa  alle quali dobbiamo d'ora innanzi porre
Microsoft,  in  questo  mondo  di  Internet, dovrebbero con saggezza e
pragmatismo  individuare  dei modi realisti e credibili per proteggere
questo giardino segreto a cui noi teniamo tanto.

René TREGOUET





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