[Discussioni] Dizionario Italiano e GPL/LGPL [was Chiusura sito www.warez.at]
Gianluca Turconi
luctur a comeg.it
Mer 7 Nov 2001 10:25:40 CET
> On Tue, Nov 06, 2001 at 07:37:17PM +0100, Paolo Molaro wrote:
> Secondo me e` utile avere "dizionari*" insieme da qualche parte (dove
> si sa che ci sono e si possono mandare/prendere) invece che sparsi per
> i computer di mezza italia. Ma questo solo per cominciare.
Mi sono fatto una certa esperienza in fatto di progetti Open Source
partecipando attivamente a un paio e creandone uno di persona in OOo (il
Whiteboard Marketing Project). Ho compreso che ci sono due vie che si
possono seguire:
a) l'ambiziosa
b) la prudente
La prima via consiste nello stabilire come target lo stato dell'arte del
settore in cui si vuole avviare il progetto, fare un'analisi
costi-benefici del processo che si deve compiere per raggiungere il
target e agire di conseguenza. Come in ogni progetto che si prefigga il
raggiungimento di una posizione di primato in un settore servono o dei
volontari che di fatto lavorino con continuità e gratuitamente al
progetto (la categoria migliore è lo studente) o del personale
stipendiato. Nella seconda eventualità non ci si deve per forza
appoggiare a delle aziende, perché esistono sempre le istituzioni
universitarie o se si è molto fortunati, delle fondazioni. L'approccio
di Paolo Molaro sarebbe ottimale, ma richiederebbe certamente un
quantitativo di risorse che va ben al di là di quello che si potrebe
fornire con dei semplici volontari. Il monte ore da impiegare in un
progetto deve essere calcolato a priori e monetizzato. Il volontario non
viene pagato, ma spende dei soldi in proprio impiegando nel progetto il
proprio tempo se non ha un'entrata extra con cui vivere o abbandona o
chiede di essere pagato. Se mi si dice che avremo alle spalle
un'istituzione che potrà fornire collaboratori a tempo pieno a proprie
spese fino al raggiungimento dell'obiettivo, ben venga la soluzione
ambiziosa.
La via prudente cerca invece di massimizzare i risultati minimizzando i
costi. Il primo progetto di una wordlist italiana per Ispell è del 1996.
Ormai siamo alla fine del 2001 e tutto ciò che abbiamo è contenuto
nell'attuale versione 0.03 del dizionario per Ispell (anche se altri
lavori interessanti sono stati segnalati proprio in questa lista).
Perciò è evidente che negli ultimi cinque anni non vi sia stato un
interessamento costante alla materia. Ciò fa presupporre che il monte
ore, di cui parlavo sopra, impiegato nello sviluppo di un correttore
ortografico all'altezza sia stato veramente esiguo. Certo in rete
esistono risorse analoghe per traduttori o linguisti, ma sono separate e
spesso sviluppate in parallelo con uno spreco di risorse incredibile.
Per concludere, la creazione di una wordlist senza flag servirebbe per
dare respiro a un progetto come quello di Ispell in Italiano che già
esiste, ma è asfittico. Il personale da impiegare sarebbe ridotto, ma
vantaggi ne potrebbero trarre anche altri eventuali programmi sviluppati
successivamente come dimostra l'esempio di MySpell. Ci sarebbe appunto
il massimo dei risultati con il minimo dei costi. Si può obiettare che
il binomio Ispell/Myspell non sia il non plus ultra dei correttori
ortografici, ma la progettazione da zero di un nuovo software presuppone
una programmazione anche finanziaria nel tempo che al momento non vedo
nel panorama Open Source italiano (spero di essere smentito proprio
qui).
> > Boh, non capisco, forse e' ora che me ne ritorni nella mia
> caverna...
> No, probabilmente sono io che non mi spiego bene, pero` preferirei che
> prima di tornare sulla caverna ci fosse modo di approfondire le cose
> che dicevi, che (lo ripeto, se non sono stato chiaro prima) mi
> sembrano molto valide.
Sarebbe un grave errore *ritornarsene nella caverna*. Non sono molte le
persone che in Italia si interessano della cosa, mentre troppe sono le
persone che si lamentano del problema. Vorrei ricordare che un
correttore per OpenOffice.org non girerebbe solo su Linux dove ci sono
alternative tra il software libero, ma anche su Windows, dove al
contrario le alternative libere non esistono. Si sarebbe persa
un'occasione per la diffusione del software libero anche sulla
piattaforma di Bill gates. Quindi vorrei invitare tutti a continuare la
discussione per arrivare a una base comune.
Gianluca
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