[Discussioni] pirateria e impiego (FYI)
Alessandro Rubini
rubini a gnu.org
Gio 11 Ott 2001 12:22:56 CEST
Una delle cose che vengono diffuse dall'informazione convenzionale e
che e` *profondamente* sbagliata, e` che la copia abusiva del software
sia un danno per la societa` e porti a disoccupazione.
La copia non va bene, ma dire che devi comprare sw per il bene del paese
e` come dire che il baco del millennio e` stato un bene perche` ha portato
ad un aumento dell'occupazione (corriere della sera, fine estate 1999).
L'ultima roba che ho letto era su la stampa del 26 settembre, e gli ho
scritto il giorno dopo. Ovviamente non pubblicata.
Ve la riporto FYI:
To: lettere a lastampa.it
Subject: A proposito di pirateria
pre-scriptum: acconsento che l'ultimo paragrafo ("e non mi si dica")
sia rimosso se lo ritenete necessario per limitare la lunghezza.
Naturalmente se siete interessati posso approfondire l'argomento,
nella forma che ritenete piu` appropriata. Potete chiamarmi allo 0382-529424
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Gentile signor Oreste del Buono,
sono un programmatore professionista e sono rimasto sconcertato
dall'articolo «4 programmi su 10 sono copiati illegalmente» (26
Settembre, pagina 24). Il pezzo, su informazioni del «settore
antipirateria» di Microsoft, denuncia un danno per le aziende di 900
miliardi e una perdita di 37 mila posti di lavoro.
La domanda che ogni giornalista dovrebbe porsi nell'usare dati forniti
direttamente da un'azienda con specifici interessi nel settore e`:
_quali_ aziende hanno "perso" 900 miliardi? E _chi_ avrebbe assunto 37
mila persone, cioe` una ogni 24 milioni di lire? Mi permetta di
dubitare che ogni 30 copie di Microsoft Office venga assunto un
commesso nei negozi di informatica o un programmatore presso
Microsoft. Questi soldi sarebbero serviti piuttosto ad aumentare il
potere politico-economico gia` enorme delle aziende vittime di codesta
"pirateria", come amano chiamarla.
Credo sarebbe molto piu` corretto dire che se tutte le copie dei
programmi in uso fossero stati comprati legalmente, le aziende
italiane avrebbero avuto 900 miliardi in meno da investire nella
propria attivita` e nel proprio personale. Il problema non e` quindi
il danno per il settore informatico quanto il peso economico eccessivo
di tale settore nell'attivita` produttiva.
Non bisogna certamente incentivare la copia illecita ma non e` nemmeno
corretto incentivare la sudditanza nei confronti dei grandi
distributori di software. Quello che realmente serve al paese e`
incentivare la copia _lecita_ dei programmi, installando programmi
liberi come GNU/Linux e investendo in personale locale che aiuti nella
transizione, nella formazione e nell'amministrazione di sistema. I
posti di lavoro si creano assumendo personale e pagando i tecnici
esterni, non comprando ogni due anni lo stesso programma.
E non mi si dica che i programmi liberamente copiabili non
garantiscono il reddito del programmatore. Personalmente mi avvalgo
della legge sul diritto d'autore per _permettere_ ed _incentivare_ la
copia illimitata di tutto il software che produco, e non sono il solo.
I programmatori, come tutti gli altri operatori del terziario, possono
vivere benissimo vendendo le proprie competenze, senza bisogno di
riscuotere balzelli su ogni copia di un lavoro che e` gia` stato
realizzato e la cui riproduzione non costa fisicamente niente.
Alessandro Rubini
Pavia
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