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Paolo Molaro lupus a debian.org
Mar 16 Ott 2001 17:12:32 CEST


On 10/15/01 Francesco Potorti` wrote:
> Alessio Bragadini:
>    In pratica la vostra definizione di socio effettivo e` quello che in
>    qualsiasi altra associazione sarebbero gli attivisti. In pratica vi
>    ritroverete (se va bene) con pochissimi soci effettivi e molti
>    sostenitori che non si sentono veramente parte dell'associazione.
>    
> L'intenzione è  quella di avere un  nucleo ristretto di gente  che fa, e
> una rosa più ampia possibile di gente che partecipa alle discussioni, ci
> dà una credibilità (abbiamo tanti iscritti) ed eventualmente ci sostiene
> economicamente.

Se e' per quello e' piu' facile che trovi una azienda che sgancia un
milione, che 33 persone che tirano fuori 30 carte e non avranno diritto
di voto... IMHO, se volete fare una associazione che abbia credibilita',
dovreste, oltre ad allargare la base dei soci (perche' purtroppo le misure 
contano in questo caso), anche correre i rischi che questo comporta 
(il voto libero di tutti i soci).
Di solito l'obbiezione e' che cosi' diventa possibile per un gruppo
'ostile' impadronirsi dell'associazione, cambiandone in qualche modo le
finalita': in tutti i casi che conosco, se questo e' avvenuto, e' stato
solo molto tempo dopo che l'associazione stessa era gia' morta da sola...

>    termini il numero di soci e` una ricchezza perche` mette in contatto piu` 
>    realta` possibili, e in quest'ottica va perseguito. Mi sembra invece che 
>    passi costantemente una politica del fortino per pochi e duri che devono 
>    venire accuratamente scelti uno ad uno.
>    
> Ma  è proprio  quello che  vogliamo  perseguire.  Anche  noi abbiamo  un
> prodotto: le  iniziative vanno sostenute  con tempo nostro,  i documenti
> vanno scritti, le decisioni su cosa fare vanno prese.  Questo non si può
> fare  in  cento, quelli  che  lavorano  sono  sempre pochi.   Invece  il
> contatto con altre realtà e le nuove idee vengono da questa lista, i cui
> frequentatori speriamo diventino soci sostenitori.

Senza diritto di voto? Perche' uno dovrebbe volere diventare socio senza
diritto di voto? Se volete i soldi dei benefattori, dovete almeno alzare
la quota, perche' i benefattori non si abbassano per 30 carte (e non
gliene frega niente del diritto di voto). Ma se volete le iscrizioni degli 
studenti, non potete chiedere i soldi senza dare il diritto di voto (e
ovviamente non potete chiedere 100 carte ad uno studente...): forse non
e' questo il vostro target?
Che poi il lavoro effettivo lo facciano sempre le 5-10 persone e' una
cosa quasi fisiologica, ma rendere piu' difficile far parte di quel
gruppo non puo' che impoverire il gruppo stesso a lungo andare, perche'
viene a mancare il ricambio, IMHO.

lupus

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