[Discussioni] Re: Esiste sw libero italiano che viene venduto con successo?
Giovanni Biscuolo
giovanni.biscuolo a milug.org
Ven 12 Apr 2002 12:58:59 CEST
Il gio, 2002-04-11 alle 16:13, Marta Rosso ha scritto:
[...]
>
> DISCORSO PICCOLI/GRANDI / MODELLI SOSTENIBILI:
>
> >"don't ask how you can 'do' free
> > software business; ask what your business can 'do for' free software".
> > E` questo che, secondo me, i grandi "manager" messi a capo
> > di aziende come SuSE, RedHat, Linuxcare, VA, Lineo
> > e compagnia bella, non hanno ancora capito.
>
> Tutto ciò è molto bello ma finché le aziende per la maggior parte esistono
> per fare soldi bisogna tener conto di questo fatto per promuovere veramente
> il free software.
Credo l'abbiano detto gia` abbastanza bene quelli che sono intervenuti
prima di me, ma credo sia il caso di sottolineare nuovamente che le
persone non esistono per far soldi, ma che il far soldi e` strumentale
al proprio modo di vivere. Questo e` vero anche quando le persone nono
se ne rendono conto. E questo e` vero anche per le aziende, che sono
fatte di persone.
Una azienda dovrebbe avere una "vision" ed una "mission". Se la
"mission" e` "far soldi" e` ben poca cosa.
> Io vado da gente che assembla PC e che dice: mah stiamo a vedere, adesso il
> mercato non chiede Linux, forse fra 5 anni ci investiremo sopra. 5!!!!!
Ok, stiano ad aspettare se credono.
> Oppure da finanziatori che dicono: ma ce l'avete il brevetto?
Oddio: il brevetto de che? Il brevetto di piloti, di sub... oppure
intendi "un brevetto sul software". Bisognerebbe spiegar loro che un
brevetto sul software non porta nessun guadagno, anzi e` antieconomico.
> A me piacerebbe che anche la gente normale in negozio potesse scegliere fra
> Linux, Windows, Mac. Perché Linux è più bello e stimola un uso più
> intelligente. Ormai quando mi capita di mettere le mani su Windows mi vengono
> i brividi (e io sono un utente, non un tecnico)!
> E vorrei che il progetto di legge sull'Open Source nella PA fosse un
> argomento dibattuto non solo fra aficionados. Ma secondo voi quanti
> parlamentari sanno cos'è il free software?
Non saprei, credo non ci sia un sondaggio :-) ma forse sono di piu` di
quanti si possa pensare.
> Sul discorso "c'e` piu` spazio per molti piccoli e meno per pochi grandi"
> da vera economista (orgogliosamente laureata in economia POLITICA) mi sento
> in dovere di intervenire ; )
> Secondo me la motivazione per la quale non ci sono aziende grandi che hanno
> successo con software free (eccezioni: RedHat & compagnia, che però non sono
> veramente grandi)
ed allora non contiamole
> è questa: dato che non mi posso ripagare i dipendenti che
> lavorano per sviluppare perché non posso/voglio "chiudere" il prodotto,
> sopravvive meglio chi fa un pochino di sviluppo, e poi un po' di servizio per
> ripagarselo.
Non alimentiamo il mito dello "sviluppo insostenibile" (sviluppo inteso
come programmazione): raramemnte, rarissimamente, si sviluppa "da zero".
Chi sviluppa spesso e` *utente* del software e potrebbe trarre enormi
benefici dall'utilizzo nei propri prodotti di componenti o pezzi di
codice libero. Questo vale praticamente in tutti i campi: dal software
gestionale ai device drivers.
> Per un'azienda grande sarebbe difficile concepire 100 dipendenti
> che lavorano per la gloria sviluppando, mantenuti da altri 100 che fanno
> consulenza, etc. Per una piccola è facile dividersi a metà fra i vari compiti
> come credo facciano Prosa & altri.
Se l'azienda partecipasse ad un progetto di software libero, potrebbe
dedicare *molte* meno risorse allo sviluppo perche` altre aziende o
individui "ci mettono del proprio". Vale la pena ricordare che il
modello di sviluppo del software libero e` efficacissimo grazie al fatto
che chiunque puo` utilizzare il software trovando eventuali errori e
chiunque puo` migliorare il software e decidere di restituire alla
comunita` i miglioramenti (e molti decidono cosi`, o ne sono costretti).
Un ultimo dubbio e`: ma chi glielo fa fare all'azienda di investire
nello sviluppo di un progetto di sofwtare libero quando potrebbe
semplicemente *usarlo*. La risposta e`: vantaggio competitivo e
influenza sulle direzioni di sviluppo del progetto.
[...]
> Solo i grandi (purtroppo) possono diffondere la conoscenza.
I grandi pensatori o le grandi aziende? Aborro alla seconda ipotesi ;-)
[...]
> Lo sviluppo di Linux dipende finora in buona misura da sforzi volontari.
Vero, il kernel linux viene sviluppato anche da moltissimi liberi
professionisti che investono parte del loro tempo nello sviluppo. Loro
hanno un vantaggio competitivo rispetto a chi non lo fa.
> Questo significa che qualora questi sforzi dovessero diminuire la concorrenza
> (sw proprietario) riguadagnerebbe terreno,
Non credo ci sia il rischio che gli sforzi diminuiscano. Fino ad ora i
veri rischi per il software libero sono stati artificiosamente creati:
DMCA, SSSCA, brevetti software, EUCD...
> anche perché può liberamente
> "copiare" le idee anche se magari non riutilizzare il codice chiudendolo.
Ci mancherebbe che le idee non potessero essere ""copiate"". Questo vale
per entrambi i "contendenti", sia chi sviluppa sw proprietario che chi
sviluppa sw libero.
In ogni caso mi pare stia emergendo che conviene *molto* di piu`
riutilizzare codice libero e poi "chiuderlo" piuttosto che sviluppare
"da zero".
> Per questo credo sia essenziale trovare modelli sostenibili economicamente di
> sviluppo, anche su larga scala.
Per un modello sostenibile su "larga scala" non servono "larghe
aziende".
Anzi, forse se sono a "misura d'uomo" sono piu` sostenibili.
> Modelli diversi da "impongo la licenza per assimilare il prodotto a un
> prodotto fisico", certo.
> Ma una fonte di guadagno ci deve essere.
Oddio, se c'e` bene ma non e` che se non ci fosse come *noi la vogliamo*
dobbiamo artificiosamente crealra. O no?
> Il supporto?
> Ironicamente il fatto che Linux ormai funzioni così bene anche sul desktop
> mette in pericolo i ricavi derivabili dal supporto.
ROTFL. Effettivamente una volta ci avevo pensato: e adesso che non ci
sono piu` quei belli schermi blu chi mi chiamera` per riavviagli la
macchina e magari fare lo "scandisk"???
Un dilemma: per poter trarre profitto col supporto, occorre un prodotto
che si scassi con una certa frequeza? Se si, con che frequenza conviene
che si scassi?
> Lo sviluppo per il primo cliente?
> Ma può una piccola azienda permettersi di pagare da sola per lo sviluppo di
> un prodotto?
Da sola no, assiame a tante altre piccole aziende diventa piu`
sostenibile.
> Spero che le mie provocazioni servano a trovare argomenti ancora più validi.
Gli argomenti che ho portato qui sono ridicoli in confronto a quelli che
altri hanno gia` sviluppato.
Non credo ci siano argomenti "ancora piu` validi".
Ciao.
--
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