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Nomen Nescio nobody a dizum.com
Gio 25 Apr 2002 21:30:07 CEST


Alè, sempre di software si parla

Date: Tue, 23 Apr 2002 13:26:17 +0200
From: jaromil <jaromil a dyne.org>
To: cyber-rights a ecn.org
Subject: [cyber~rights] I LOVE YOU

On Mon, Apr 22, 2002 at 06:17:34AM +0200, Ferry Byte wrote:
> In Europa quattro anni a cracker e untori
> La proposta e' stata adottata dalla Commissione Europea nell'ambito delle
> normative contro il crimine informatico, da tempo al centro dell'agenda
> http://www.punto-informatico.it/p.asp?i=39894


mi chiedo se la legge distingua fra virus innocui e meno innocui,
tenendo conto della storia di questo fenomeno e della sua natura.

in proposito sto curando una mostra dal titolo I LOVE YOU presso il
museo delle arti applicate di Francoforte, che si terra' dal 23 maggio
in poi per due settimane, sui virus ed il codice sorgente: quella che io
chiamo digital boheme.

spero di suscitare il vostro interesse su questioni ben poco discusse e
conosciute postando qui il mio testo introduttivo all'evento, saluti.

p.s. se qualcuno vuole ripubblicare questo testo da qualche parte faccia
 pure: basta riportarlo integralmente, inclusa la nota in calce (per
 maggiori informazioni fare riferimento alla GNU Free Documentation
 License.


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                              jaromil a dyne.org
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                                30 Mar 2002

{PRELUDIO}

 Quando parliamo di software come di arte e' bene  considerare  l'intero
 processo creativo  che  porta  alla  sua  concezione  e  realizzazione,
 concezione e  realizzazione  di  una  nuova  operabilita'  nel  dominio
 digitale: stiamo volgendo il nostro  sguardo  al  codice  sorgente[*1],
 all'affascinante mondo dell'algebra e dell'algoritmo che nell'immanenza
 digitale prende forma in espressioni molteplici: dense, riformulabili e
 prodruttrici di senso.

 Il codice sorgente  o  meglio  gli  algoritmi  e  l'algebra,  strumenti
 digi-artigianali privilegiati dalla nostra contemporaneita' e memori di
 millenarie teorie matematiche[*2], solo da poco piu' di  un  quarto  di
 secolo arrivano  a  costituire  il  software:  strumento  di  creazione
 artistica  e  di  comunicazione,  una  meta-letteratura  che  definisce
 modalita'  di  veicolare  e   (ri)produrre   senso   moltiplicando   le
 possibilita' di comunicazione.  Come il software e'  uno  strumento  di
 meta-comunicazione, cosi' esso  stesso  a  sua  volta  rappresenta  una
 "Parole" (citando  Saussure)  che  deriva  la  sua  esecuzione  da  una
 "Langue":   l'universo   grammaticale   e   linguistico   del   codice.
 L'esercizio metafisico e' ricorsivo; anche se per molti  e'  un  oscuro
 criptogramma il codice sorgente  condiziona  indirettamente  il  nostro
 modo di comunicare, ed ancor piu' l'efficienza  con  cui  lo  facciamo.

 E' a fronte di tali premesse che proviamo a considerare il fenomeno dei
 virus software: al contempo ribelle atto poetico,  sintomo  politico  e
 strutturale,   tentativo   di   escursione   della   rete   nella   sua
 permeabilita'; intelligenze artificiali (di rado dannose,  a  dover  di
 cronaca) che da sempre popolano l'universo digitale.

  [*1] Per codice sorgente si intende  una  formulazione  di  istruzioni
       espresse in un  linguaggio  comprensibile  ad  un  calcolatore  e
       concatenate secondo schemi logici e condizionali, che  una  volta
       interpretata ed eseguita da luogo ad un risultato. Tale risultato
       varia al variare delle condizioni esterne prese in considerazione
       dal codice sorgente, tramite le  quali  interagiamo  con  la  sua
       esecuzione.
       Ogni linguaggio e' definito da una  grammatica;  tale  grammatica
       viene interpretata da un  compilatore  che  ne  "metabolizza"  il
       contenuto semantico (le istruzioni) producendo un "bytecode"  che
       il calcolatore puo' eseguire.

  [*2] Muhammad Bin Musa al-Khwarizmi e' un matematico vissuto a  Bagdad
       tra l'813 e l'833 D.C, conosciuto per aver introdotto il concetto
       matematico dell'Algoritmo, che da lui prende nome.

{DIGITAL BOHEME}

 Nel considerare il codice sorgente letteratura  dipingo  i  virus  come
 delle "poesie maledette", giambi rivolti contro chi vende la rete  come
 un posto sicuro  e  borghese.   Il  dominio  digitale  e'  regolato  da
 rapporti di forza e leggi "fisiche" differenti  dal  dominio  naturale:
 realizza un chaos - scomodo  perche'  insolito,  fertile  -  nel  quale
 navigare; in esso i virus sono delle  composizioni  spontanee,  liriche
 nel causare l'imperfezione di macchine "fatte  per  funzionare"  e  nel
 rappresentare la ribellione dei nostri servi digitali.

 Potrebbe sembrare che il lirismo di cui si parla sia apprezzabile  solo
 grazie a cognizioni tecniche specifiche,  ma  non  e'  cosi';  uno  dei
 tentativi dell'esposizione I LOVE YOU[*] sui  virus  softwares  che  si
 terra' nel Museo delle Arti Applicate di Francoforte e' proprio questo:
 esplorare aspetti troppo spesso trascurati di una "boheme digitale" che
 e' riuscita a dare un corpo piu' organico  alla  rete  nella  quale  ci
 muoviamo oggi, elaborando in essa nuove modalita' di circolazione delle
 informazioni ed una vera e propria estetica della quale  la  cosiddetta
 net-art ha spesso saputo permearsi.

 Il chaos:

    "The last possible deed is that which defines perception itself,  an
     invisible golden cord that connects  us:  illegal  dancing  in  the
     courthouse corridors. If I were to kiss you here they'd call it an
     act of terrorism--so let's take our pistols to bed &  wake  up  the
     city at midnight like drunken bandits celebrating with a fusillade,
     the message of the taste of chaos."
                                                               Hakim Bey

 Ora digita :(){ :|:& };: in un qualsiasi terminale UNIX.

  [*] http://www.digitalcraft.org

{ANTICORPI DELLA RETE}

 Cosi' come un organismo  difende  se'  stesso  dalle  malattie  che  lo
 infettano, cosi' la rete ha reagito producendo anticorpi che  assalgono
 i bachi di alcuni software difettosi.  Una particolare specie di  virus
 che si e' maggiormente propagata di  recente,  i  worms,  lo  ha  fatto
 soprattutto tramite programmi di posta  e  server  di  dati.   Le  case

 produttricm  dei  software  vulnerabili  sono  ancora   impegnate   nel
 tentativo di migliorare la  sicurezza  dei  propri  prodotti,  che  nel
 nostro  caso  significa  la   privacy   delle   nostre   comunicazioni.

 Sul piano politico vediamo che la reazione di molti scrittori di virus,
 entita' che si identificano in rete per  una  profonda  conoscenza  dei
 suoi  elementi  costitutivi,  e'   provocata   proprio   dall'approccio
 corporativo e monopolista di alcuni giganti del mercato che sognano  di
 rendere la  rete  una  piazza  virtuale  per  i  propri  affari,  senza
 rispettare l'orizzontalita' che la  caratterizza  e  le  abitudini  dei
 cittadini che l'abitano.
 Ad oggi contiamo innumerevoli tentativi di ostacolare la velocita'  con
 la  quale  le  informazioni  possono  circolare,  dalla  censura   alle
 restrizioni sul copyright: [*]

    "Since the earliest days of the personal  computer,  Cyberspace  was
    seen as a  vehicle  to  restore  disappearing  public  spaces.   Lee
    Felsenstein, one of the founders of the personal computer, advocated
    using this new tool to restore an information commons (Felsenstein).
    Felsenstein and many  of  his  fellow  personal  computing  pioneers
    envisioned that the Internet could provide a vast public space  that
    would reflect  diverse  interests  and  encourage  free  speech  and
    creativity.

    For many years popular discourse framed the Internet  as  a  diverse
    free speech zone where "anyone can be a creator".  But in the  early
    days of the WorldWide Web,  public  areas  of  the  Internet  became
    increasingly  walled-off.   In  1994  this  author  warned  of   the
    "colonizing effect" that commercial  interests  would  have  on  the
    public space that the Internet then represented (Besser 1994).   And
    in 1995 he discussed how control by large industries would supercede
    the public benefit and  diversity  aspects  that  the  Internet  had
    promised. Almost a decade later, we see Internet spaces increasingly
    fenced off, and peoples' actions increasingly tracked and recorded."
                                                           Howard Besser

 i virus sono il sintomo politico di una comunita' ad oggi molto vasta e
 bandirli  non  e'  la  soluzione  ai  problemi  da  cui   scaturiscono.
 Lo stesso discorso valga per anonimato e hacking.

  [*] Intellectual Property: the Attack on Public  Space  in  Cyberspace
      http://www.gseis.ucla.edu/~howard/Papers/pw-public-spaces.html  by
      Howard Besser, associate professor at the UCLA School of Education
      & Information, describes how various industries  are  using  their
      leverage with copyright to make fewer locations  on  the  Internet
      less public.

{RHIZOGRAPHY}

 Ad uno scrittore di virus interessa esplorare  la  permeabilita'  della
 rete.  Un rizoma di tali e tante  dimensioni  come  internet  non  puo'
 essere rappresentato in nessuna topografia, ad oggi  i  tentativi  sono
 stati molteplici, ma mai  completi.   La  sua  estensione  puo'  essere
 tracciata  seguendo  un  cammino:  sondare  i   meandri,   seguirne   i
 percorsi  e  le  connessioni.   Iniettare  un  liquido   di   contrasto
 nell'organismo  per  seguirne  la  conformazione  e  la  struttura;  al
 risalto  otteniamo  il  percorso  tipico  dei  vasi   nell'angiogramma.

 Ora facciamo uno sforzo  e  consideriamo  le  origini  dell'Istinto  di
 Esplorazione cosi' come possiamo rappresentarcelo nella nostra  storia,
 quella del mondo organico conosciuto.





 Ringrazio di cuore tutto il team di digitalcraft.org per l'attenzione e
 l'interesse a quello  che  e'  stato  il  nostro  lavoro,  una  ricerca
 collettiva e appassionata  alla  quale  sono  onorato  di  contribuire;
 con un ringraziamento  particolare  a  Franziska  Nori,  Lobo,  Florian
 Cramer,  Andreas  Broeckmann,  Alessandro   Ludovico,   Garderobe23   /
 Kunstfabrik Berlin, Woessel;
 in solidarieta' con tutti coloro che ancora resistono.


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