[Discussioni] Articolo di Wu Ming sull'Unita.

Adriano Sponzilli adriano.sponzilli a virgilio.it
Mar 3 Dic 2002 13:36:25 CET


Ciao a tutti.

Wu Ming 1, membro del gruppo Wu Ming (ex Luther Blisset) ha scritto un
articolo sull'Unità, relativo alla penetrazione del Software Libero in
Brasile, in particolare nello stato di Rio Grande do Sul (capitale:
Porto Alegre).

E' un'articolo molto bello. Ve lo posto.

A.


*****

La rivoluzione gaûcha dell'Open Source contro le multinazionali del
software

di Wu Ming 1

Mi trovo in Praça dos Açorianos, negli ampi uffici della Procergs,
agenzia di Elaborazione Dati del Rio Grande Do Sul (d’ora in poi RS), lo
stato più a sud (geograficamente) e più a sinistra (politicamente) di
tutto il Brasile.
A dire la verità, dopo le ultime elezioni il governo dello stato gaûcho
non è più «petista» (del Partido dos Trabalhadores). Ma Tarso Genro,
candidato governatore ed ex-sindaco di Porto Alegre, ha perso di soli
quattro punti battendosi contro una coalizione di undici partiti di
centro-destra e contro il potentato multimediale Zero Hora. Inoltre, il
PT rimane al governo del Comune e della Provincia di Porto Alegre. Si
può dunque dire che, nella terra del celeberrimo «bilancio
partecipativo», la sinistra politica resti forte e ben radicata. Quel
che è certo è che rimane forte la sinistra sociale: Porto Alegre ha già
ospitato due edizioni del Forum Sociale Mondiale e altrettante del Forum
Internazionale sul Software Libero.
Appunto. Da tempo il RS - tanto le istituzioni quanto la società civile
- investe sulla adozione, diffusione e sviluppo di software non
proprietario Gnu/Linux. Per questo, approfittando della mia presenza in
città, sono venuto in pellegrinaggio alla sede della Procergs.
Per i profani: il software libero è creato, copiato e costantemente
migliorato da comunità informali di programmatori e utenti. A differenza
di quanto succede con software proprietario come quello di Microsoft,
l’utente può vedere e modificare il codice-sorgente (è questo il
significato letterale dell’espressione «Open Source»).
Il software non proprietario può essere copiato e ridistribuito senza
che ciò costituisca un atto di «pirateria», grazie alle particolari
licenze copyleft (espressione inventata da Richard Stallman, pioniere
dell’informatica libera). Copyleft è un gioco di parole sovente tradotto
come «Permesso d’autore», benché si perda l’allusione scherzosa a un
«copyright di sinistra» e a un «copyright invertito». Questa particolare
licenza garantisce le libertà fondamentali (di eseguire, copiare,
distribuire, studiare, cambiare e migliorare il software) grazie a un
unico divieto: quello di porre qualsivoglia restrizione a tali libertà.
Proprio la sua natura essenzialmente comunitaria e l’ovvia economicità
fanno del software libero un potenziale strumento di inclusione delle
classi povere del sud del mondo, finora vissute in un altro tempo,
pre-rivoluzione telematica (quando non pre-Rivoluzione Francese).
Nel 1999, l’amministrazione del RS spese l’equivalente di sette milioni
di euro per dotare i propri computer di programmi Microsoft. In seguito,
si fece strada l’idea che quei soldi si potessero risparmiare grazie
all’adozione di software libero, e stanziare per programmi sociali
anziché finire nelle tasche di Bill Gates.
Non solo: «Favorendo l’uso di software libero (lo stato del RS) intende
investire nella produzione e nella qualificazione di conoscenze locali,
partendo da una nuova impostazione che inserisca la questione delle
tecnologie nel contesto della costruzione di un mondo di inclusione e
uguaglianza di fronte al progresso sociale» (dalla presentazione del
Projeto Software Livre dello stato del RS).
Alfabetizzazione informatica, estensione dei diritti di cittadinanza,
costruzione di reti sociali nei quartieri poveri, nelle favelas, nelle
scuole, nei penitenziari... Con stupore sfoglio le brochures e tendo
l’orecchio ai racconti di Mário Luis Teza e Carlos Alberto de Souza,
dirigenti della Procergs: c’è il progetto «Via Pública», che prevede
l’apertura sul territorio gaucho di centinaia di punti d’accesso
gratuito a Internet, in scuole, biblioteche, centri culturali, sedi di
Ong; c’è il progetto «Rede Escolar Livre RS», che intende introdurre
l’informatica, Internet e il software libero nelle scuole; c’è il
progetto «Recomeçar», programma di alfabetizzazione informatica e
formazione professionale rivolto ai detenuti in attesa di reinserimento
nella società...
Questi progetti si basano anche sull’utilizzo di programmi Gnu
sviluppati dalla Procergs, come Direto (programma di navigazione e
comunicazione) o Sagu (programma per l’amministrazione di istituti
scolastici e universitari).
Benvenuti nel «Terzo Mondo».

Flashback. 30 ottobre 2002, San PaoloVisita in uno dei quartieri più
poveri dell’hinterland paulistano (un’ora di auto dalla prima
periferia), la Cidade Tiradentes, dove è attivo uno dei venti
telecentros (posti di accesso pubblico a Internet e laboratori
informatici per la comunità) fondati dal Comune petista. L’obiettivo è
aprirne un centinaio.
Sulle serrande, grandi murales raffigurano pinguini (il simbolo di
Linux) e gnu (il simbolo di Gnu). All’interno è in corso una lezione di
computer graphic: ragazzini seguono le istruzioni di un insegnante e
disegnano la bandiera brasiliana. Red Hat/Linux è installato su tutti i
computer. Ogni giorno circa centocinquanta adolescenti sottoproletari
imparano a usare il computer, a navigare, a disegnare siti. Questa è
senz’altro «una cosa di sinistra», tanto quanto perseverare nel piantare
alberelli lungo le strade di questa inquinatissima megalopoli.
Due mesi fa Richard Stallman è passato di qui, ha tenuto una conferenza
nella sede del Municipio. Posso immaginare con quanto calore lo abbiano
accolto, visto che persino io, qui alla Cidade Tiradentes, cammino su
petali di rose. Un ragazzo mi intervista: mi dichiaro sinceramente
impressionato e mi congratulo con l’amministrazione comunale. Tra
qualche giorno, sul sito del telecentro, comparirà l’intervista sotto il
titolo: «Um das fundadores da Wu Ming visita o telecentro Cid.
Tiradentes».
Prima di congedarmi, fisso l’attenzione su un volantino affisso di
fianco all’ingresso. È scritto da un comitato di abitanti del quartiere:
protestano per la mancanza di telefoni pubblici (per via della loro
forma, qui li chiamano orelhões, «grandi orecchie»). L’orelhão più
vicino è a due chilometri.
Nel telecentro hanno le connessioni a banda larga.
Alberelli piantati in mezzo allo smog.
L’impegno del PT non viene dal nulla e non è un fenomeno isolato. Il 25
e 26 giugno 2001, a L’Avana, si svolse il primo incontro latinoamericano
«per la promozione di software aperto nell’istruzione, nella scienza,
nella cultura e nelle attività sociali», organizzato dal governo cubano
in collaborazione con l’Unesco. All’incontro parteciparono delegazioni
da Uruguay, Brasile, Ecuador, Colombia e Cuba. La dichiarazione finale
esortava i governi del subcontinente a favorire l’uso di software libero
e/o Open Source nelle amministrazioni pubbliche e inserire lo studio del
software non proprietario nei programmi scolastici e universitari. Il
documento si auspicava anche «l’inclusione del software libero nelle
politiche tese a superare l’esclusione sociale e a conseguire pari
opportunità di accesso ai programmi tecnologici e all’informazione».
Infine, proponeva alla comunità internazionale di celebrare una giornata
mondiale del software libero il 5 ottobre di ogni anno.
Torniamo a Porto Alegre: grazie all’impegno della sua sinistra politica
e sociale, e alle edizioni 2001 e 2002 del Forum Internazionale del
Software Libero, questa città è oggi uno degli epicentri della
rivoluzione contro lo strapotere delle multinazionali.
Può darsi che il nuovo governatore di centrodestra Germano Rigotto sia
più sensibile ai richiami di certe sirene, e cerchi di fare qualche
passo indietro, verso la ri-adozione di software Microsoft. Ma potrebbe
essere troppo tardi. Non solo l’esempio del RS ha contagiato altre
amministrazioni statali e municipali, ma l’elezione di Lula alla
presidenza minaccia di far perdere al colosso di Redmond tutta la
clientela pubblica del più importante mercato informatico dell’America
Latina.
L’estate scorsa Bill Gates in persona dovette fare pressione sul
presidente peruviano Alejandro Toledo perché bloccasse una legge a
favore del software libero già passata in parlamento. In Brasile
potrebbe succedere ben di più e ben di peggio. Il nuovo governo di
centro-sinistra non si è ancora insediato (lo farà l’1 gennaio), e già
il Serpro (Serviço Federal de Processamento de Dados) ha annunciato un
accordo di cooperazione tecnica con la Procergs per il passaggio dei
sistemi federali al software libero.
Il 24 ottobre scorso, senza nemmeno aspettare il ballottaggio e dando
per scontata la vittoria di Lula, Bill Gates ha chiesto di poterlo
incontrare; ne ha dato notizia il sito ufficiale del
http://200.155.6.3/site/noticias/noticias_int.asp?cod=6408">PT. Gates ha
anche donato a Lula una copia autografata del suo libro Business @ The
Speed Of Thought. Tuttavia, stavolta non dovrebbe essere così semplice:
Lula non è Toledo, il Brasile non è il disastrato Perù, il software
libero è ormai un movimento sociale che non può essere sottovalutato.






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