[Discussioni] seminario Universita' e brevetti -- relazione

Simo Sorce simo.sorce a xsec.it
Ven 20 Dic 2002 16:53:50 CET


On Fri, 2002-12-20 at 13:38, Francesco Potorti` wrote:
> Esatto.  Ci sono alcuni tipi di brevetto che pongono dei problemi.  Non
> ho nulla contro i brevetti in generale.

Il problema è che ormai non so più che cosa esattamente si intenda per
brevetti in generale, c'è un forte movimento *in tutti i campi di
applicazione del brevetto industriale* a brevettare le idee e non le
soluzioni tecniche. Quindi bisogna fare attenzione a cosa ci si
riferisce. Inoltre il brevetto in se, essendo un monopolio, non è una
buona cosa, è solo un male sopportabile per raggiungere un bene maggiore
ed ha senso *solo* in alcuni settori, perchè in altri i danni sono di
molto superiori ai benefici.

Questo è uno dei motivi che ha provocato il mio sfogo. Dire che il
brevetto e la "proprietà intellettuale" son un bene in assoluto, è
semplicemente falso e in malafede.


> In Italia no, i numeri dicono che negli USA ne cavano abbastanza.  Non
> abbastanza da camparci, ma non da buttar via.  In media, naturalmente.
> La gran maggioranza dei brevetti non ha valore economico.

Se non ha valore economico allora sono un danno, I brevetti sono
giustificabili solo quando il beneficio economico apporta un bene così
alto da superare sia i costi dell'istituto brevettuale in se, sia il
danno causato da un monopolio.

Se brevetti fatti brevetti inutili il cittadino è beffato 2 volte,
perchè si sono spesi soldi pubblici per una cosa inutile in primis, e si
è creato comunque una incertezza in quel campo di applicazione, visto
che chi dovesse avere una buona idea potrebbe essere frenato nel
realizzarla dall'incertezza che qualcuno se ne salti fuori a rompere con
uno di questi bei brevetti inutili e pretenda royalty senza avere fatto
nulla o quasi.

> Pure qui il discorso è opinabile.  La paga chi usa quei prodotti, e i
> proventi vanno a chi li ha resi possibili.

Ti ricordo che li ha già pagati con fondi pubblici, io sto parlando
specificamente dell'uso del brevetto nelle istituzioni pubbliche, non in
generale.

> >> Titolare di brevetto e monopolista sono due cose diverse.
> >Falso. Il brevetto è un monopolio legale, chi ha un brevetto è
> >monopolista.
> La proprietà di un'automobile è un monopolio legale, io sono un
> monopolista.

??? E questa che definizione di monopolista sarebbe? Chiunque può avere
una macchina.

Col brevetto, nessuno può fabbricare/vendere qualcosa coperto dal
brevetto senza il tuo consenso

> La definizione di «monopolista» in questi termini non è molto utile,
> di solito si intende un'altra cosa.

Io intendo proprio qull'altra cosa, forse non ti è evidente ma è così.

> >Certo, questo è il motivo di esistenza del brevetto, ma è vero solo per
> >cose effettivamente non ovvie, avendo capito che si era parlato anche di
> >brevetti software mi riferivo a quelli ( e per quelli questo discorso
> >non vale quasi per nulla )
> 
> Perché?

Hai mai letto un brevetto?
E uno software? Credi di trovarci dentro i sorgenti?

Mentre parlavo con uno dei panelist al convegno sui brevetti software
organizzato da Adincom qualche settimana fa, lui, che si professa
contrabbandatore di brevetti software ha detto che non si sognerebbe mai
di mettere del codice sorgente nel brevetto.

C'è solo una sommaria descrizione di fatti noti fatta con
circonlocuzioni ambigue e francamente poco utili a capire esattamente
neanche di che cosa si parla, anche per esperti del settore.

> >> Cioè aiuta a stabilire dei criteri di valore basati non solo chi
> >> pubblica di più, come tradizionalmente è stato e in gran parte è
> >> ancora, ma chi di più produce innovazioni che servono.
> >Questo invece è falso. Il brevetto è una lotteria, non si possono
> >giudicare i risultati di una ricerca con le lotterie. 
> 
> Attenzione, anche la pubblicazione tradizionale è una lotteria.
> Probabilmente il 98% delle pubblicazioni accademiche non ha alcun
> valore.  Ma è difficile dirlo prima, e ricerche apparentemente senza
> senso talvolta si scoprono utili molto tempo dopo.  Quindi la lotteria
> esiste anche con le pubblicazioni, e forse in maniera ancora più vasta e
> radicale che con i brevetti.

Forse non ci siamo capiti ... non è una lotteria nel senso che chi
arriva primo vince e gli altri prendono solo il premio di consoloazione.
Nelle pubblicazioni arrivare primi è si importante, ma anch se non
arrivi primo il lavoro che hai fatto non lo butti nel cesso, ne tiri
fuori un articolo che corrobora o smentisce le tesi dell'altro che da
spunti nuovi o chierisce aspetti che l'altro non aveva trattato.

Col brevetto il primo che arriva prende tutto, gli altri non solo
buttano a mare il lavoro fatto, ma se questo lavoro serve per produrre
qualcosa ci si trovan anche a dover pagare un'altro per del lavoro che
si è fatto in proprio.

L'utilità o meno di alcune ricerche di base non la prendo neanche in
considrazione perchè ritengo assurdo che si facciano brevetti sulla
ricerca di base.

> Stesso nella ricerca di base, basata su pubblicazioni :-)

Molto meno.

> Questo fatto è
> una delle cause del ritardo tecnologico italiano, potenzialmente
> catastrofico nel lungo termine.

Questa argomentazione è piuttosto opinabile, l'italia è indietro perchè
da 20 anni a questa aprte non esiste più una classe dirigente degna di
questo nome. Gli industriali pensano ormai solo a vendere e realizzare
l'uovo oggi, invece che aspettare la gallina dalle uova d'oro domani.
In italia non c'è più investimento nell'industria, si pensa
esclusivamente a massimizzare i profitti a breve termine. Questo è il
male dell'italia.

> Non ha senso dire che la ricerca pubblica si debba occupare solo
> di ricerca di base.

Dire, solo probabilmente è eccessivo, ma la ricerca di base è l'unica
che non può essere finanziati da altri che dall'università e quindi deve
essere sempre l'obbiettivo, la ricerca applicata enll'università
dovrebbe essere strumentale a questo obbiettivo secondo me.

> È vero, questo è un problema.  Dall'altra faccia della medaglia c'è il
> problema opposto: «perché nessuno si è sognato di sviluppare un
> dispositivo commerciabile usando la vostra idea?  Perché, non essendo
> brevettata, e non brevettabile perché è pubblica, nessuno ci
> rischierebbe una lira».

Se è una cosa utile di cui c'è richiesta la si fa. Non si smette di
costruire automobili perchè i brevetti fondamentali sono scaduti ...
quest'argomento mi sembra estremamente debole, più una giustificazione
per linee di ricerca banali che altro.

> La ragione è che progetti di questo tipo
> riescono una volta su venti, e chi investe per ingegnerizzare da
> quell'uno riuscito deve coprire anche i costi degli altri diciannove
> falliti, e per farlo deve essere libero per un po' dalla concorrenza.

Questo va bene per progetti molto costosi e rischiosi portati avanti
dalle industrie meccaniche e affini, non per qualsiasi campo di
appliaczione.


> >Lo so non c'entra col software, ma è esattamente quello che succede coi
> >brevetti software!
> 
> No, non esattamente.  Nel software l'altra faccia della medaglia, che ho
> illustrato, pesa molto di meno, e continuerà a pesare molto di meno
> finché la barriera all'ingresso della realizzazione industriale sarà
> bassa (cioè finché i sistemi di sviluppo resteranno abbastanza semplici
> da essere alla portata di uno o pochi individui).

Quindi è il caso di introdurre i brevetti software così alziamo la
barriera di ingresso ...


> Credo che sia questa
> la particolarità essenziale dei brevetti software: hanno gli svantaggi
> dei brevetti in generale, e molto poco dei vantaggi.

Il problema è che fanno danni, altro che svantaggi.

> >> l'esperto di brevetti rispondeva alla mia domanda, e diceva che la
> >> frase comune «in Europa non si può brevettare il software», benché a
> >> rigore vera, è in sostanza falsa.
> >Cosa che già sappiamo. 
> 
> Ecco, vedi?  Io non lo sapevo :-)  Sapevo solo la prima parte.

Se avessi letto le slide che ci sono sul nostro sito lo sapresti :-)))

> >di dire che per ora "fortunatamente" il fatto che l'ufficio Brevetti
> >accetti questi brevetti non da certezza che poi abbiano valore e va
> >provato ogni volta in tribunale.
> 
> È vero per qualunque brevetto, no?  Qual è la differenza per i brevetti
> software?

No, non sto parlando della prior-art o cose di questo tipo, nel caso dei
brevetti software non è chiaro se essi possano essere rilasciati
dall'Ufficio Brevetti, visto che l'UBE interpreta a modo proprio una
norma che dovrebbe escludere questo tipo di brevetti. Altrimenti perchè
starebbero facendo di tutto per cambiare le direttive?


Simo.

-- 
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