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Carlo Strozzi carlos a scriptaworks.com
Gio 7 Feb 2002 08:49:18 CET


On Thu, Feb 07, 2002 at 12:43:40AM +0100, Manuele Rampazzo wrote:
> 
> stesse identiche motivazioni!... Che poi queste definizioni siano 
> "hacker", "anarchico", "cicciopasticcio" od altro, beh, non mi sembra
> proprio che faccia differenza: bene o male, bisogna sempre andare contro
> ad una definizione erronea d'uso comune, no?

Quello che dici è vero in teoria, però a volte l'etimologia ed il
significato *pratico* di una parola fanno a pugni. Ad esempio è
molto facile dimostrare che parole come "nazista" e "pedofilo" non
hanno niente di intrinsecamente negativo, però se qualcuno le
associa a cose negative non è che io mi senta di dargli torto.

Come si dice da un pezzo, "di buone intenzioni è lastricato l'inferno",
e spesso le parole e le definizioni astratte riflettono solo queste
buone intenzioni. IMO, la parola "hacker" è a ridosso di un'area di
confine fra un'immagine positiva ed una negativa, e non a caso quando si
può scegliere fra questi due versanti i giornalisti tendono a favorire
il secondo (le cose buone non fanno notizia). Ora, mentre mi risulta
difficile reperire esempi positivi di nazismo (e, qualcuno non me ne
voglia, ma non molti neanche di comunismo o di altre visioni troppo
"idealizzate"), nel caso dei cosiddetti hackers questi non mancano
certo. Se non fosse per la gran voglia di "smanettare" oggi non avremmo
internet, linux, e tante altre belle cosette che sono il frutto di
questa cultura.

Quello che mi da fastidio in giornalisti che scrivono fregnacce è
che ostentano solo la faccia (infinitamente più piccola) negativa della
medaglia. Sappiamo bene che di internet parlano solo quando attraverso
la rete pizzicano qualche organizzazione di pedofili, o quando qualcuno
si inventa che bin laden e soci comunichino con messaggi steganografati
(pare dimostrato che sia una pura leggenda metropolitana) inducendo
così la grande massa (quella di "verissimo", delle "telenovelas", di
"carramba che sorpresa" ...) a pensare che la rete sia qualcosa di
perverso, da censurare toute-court. Chissà perchè il telefono non fa
così tanta notizia, mah. E possiamo scommetterci che lo fanno con tutto,
non solo con quello che conosciamo e che quindi siamo in grado di
contrastare. Il controbattere non significa tanto, imo, "raddrizzare" il
significato di hacker, quando il richiamare l'attenzione sull'altra (in
questo caso ben più grande) faccia della medaglia.

Fine del pippone :-)

ciao,
carlo
-- 
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