[Discussioni] Relazione sull'intervento al senato e testo finale presentato al senato.
Marco Pietrobono
pietrobo a pietrobo.com
Gio 4 Lug 2002 14:53:33 CEST
Salve a tutti, scusate il ritardo con cui ho preparato il resoconto
della audizione al senato, ma purtroppo sono stato un pò impegnato per
rimettermi a pari con il lavoro.
Inizio subito con due mie considerazioni su tutta la vicenda:
1) sono positivamente colpito dalla velocità con cui le varie
organizzazioni della comunità del Software Libero sono riuscite a
reagire all'intera vicenda, ed a sfruttarla per poter far conoscere la
loro posizione anche in posti (come il Senato) cui normalmente siamo
piuttosto forestieri;
2) sono rimasto ancora più colpito dal fatto che gli interlocutori del
Senato, nel caso specifico il Presidente della Commissione e la
Segretaria (non so dire nulla rispetto l'intera commissione), abbiano
comunque una certa conoscenza del problema e siano in generale "aware",
ovvero conoscono il problema e si sono dimostrati sensibili ed
interessati. Non so se questo sia un bene o un male, ovvero non so che
tipo di idea si siano già fatti sulla questione, ma non mi sono sembrati
indifferenti e questo è certamente un bene.
Ora passo al breve resoconto:
Siamo stati ricevuti in leggero ritardo rispetto all'orario previsto,
ma il tempo concessoci è stato esattamente quanto accordatoci.
Il mio intervento è iniziato partendo proprio da quanto scritto nel
documento, ma si è trasformato quasi sin dall'inizio da una semplice
esposizione ad un vero è proprio dialogo con il Presidente della
Commissione, che ha iniziato a porre domande relative ai vari aspetti
sia di quanto scritto nel documento, sia del problema più generale del
monopolio Microsoft.
La prima domanda posta è stata, mentre parlavo della maggiore
autonomia didattica consentita dal software libero, riguardo il fatto se
esistano già strumenti o prodotti liberi a disposizione dei professori e
se questa autonomia non è già presente indipendentemente
dall'emendamento e se questi non siano già sufficienti. La mia risposta
è stata che si, esistono, ma che è nostro interesse far sì che
continuino ad esistere, e che non finiscano con l'essere soppiantati e/o
abbandonati in favore di prodotti meno liberi. Inoltre, che per noi non
è importante la specifica licenza specifica utilizzata, ma che è
importante che soddisfi alle condizioni che la identificano come libera.
il discorso è proseguito deviando dal documento presentato, in
risposta alle altre domande che sono seguite, e indirizzandosi su cosa
intendiamo per Software Libero e l'importanza che questo ha e può avere
nell'ambito della costruzione di un patrimonio di conoscenza e cultura
che sia quanto più aperto e disponibile possibile. Ha toccato brevemente
anche il problema dei brevetti e dell'uso che ne viene fatto e di quanto
questo possa essere nocivo allo sviluppo dello stesso SL.
Ho fatto presente come l'approccio del software libero sia più vicino,
proprio per la sua natura, alla ricerca scientifica di ogni approccio
proprietario. In questo contesto, il Presidente ci ha detto di
comprendere bene il problema essendo egli stesso un matematico.
Da qui si è parlato di come purtroppo la commistione di licenze
proprietarie e abuso della proprietà intellettuale (brevetti e
copyright) possa portare a situazioni di monopolio di fatto quale la
situazione attuale. Ho fatto presente come questo sia nocivo alla stessa
ricerca scentifica ed all'avanzamento tecnologico, portando ad esempio
lo stallo delle interfaccie utente, che sono ormai ferme ad una
interazione uomo-macchina che è datata a circa 25 anni fa, nonostante
che la potenza degli elaboratori attuali consentirebbe teoricamente una
interazione più naturale, basata su paradigmi diversi.
Qui il Presidente ha osservato che quindi Microsoft è un problema,
almeno stando a quanto da me riferito, ed io ho cercato di far presente
che la nostra non è una guerra contro la Microsoft, bensì una azione che
nasce da considerazioni che solo marginalmente toccano il problema
Microsoft. Mi sembra che questo messaggio sia stato alla fine recepito,
anche se non so dire in quali termini, perchè alla fine il Presidente ha
concordato che Microsoft rappresenta quello che può essere definito il
problema più grande nell'ambito del problema più generale presentato, un
po' la punta dell'iceberg, per intenderci.
A questo punto, purtroppo, è terminato il tempo concessoci, e siamo
quindi stati congedati.
In generale, la ricezione del nostro discorso mi è sembrata abbastanza
buona e fa ben sperare, anche se questo non vuol dire che si debba
abbassare la guardia o riposare sugli allori. Da quanto mi è sembrato di
notare, non è vero che i giochi siano già fatti, ma direi che c'è ampio
spazio di manovra per ottenere qualcosa.
Invito Marco Bravi (che era presente insieme a me al Senato) ad
aggiungere ulteriori precisazioni e altre impressioni, soprattutto visto
che lui era uno spettatore e quindi forse un po' meno sotto pressione
del sottoscritto, quindi potrebbe avere notato cose che a me sono
sfuggite.
Scusate la lunga serie di destinatari, ma dati i problemi degli ultimi
dei server delle mailing list (sia di assoli che del lug) ho preferito
assicurarmi che tutti gli interessati ricevano una copia del resoconto.
bye,
/pietrobo che adesso torna dietro le quinte, perchè i riflettori gli
danno fastidio agli occhi... ;-)
--
Stud. Marco Pietrobono | Murphy's Law: if something could
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A strange game.
The only winning move is
not to play.
What about a nice play of chess ?
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Egregio Presidente e componenti della commissione,
con il presente intervento la Free Software Foundation Europe, la Associazione Software Libero ed il Linux User Group Roma vorrebbero brevemente sottolineare alcuni aspetti importanti relativi alla futura introduzione nel curriculum scolastico dell'alfabetizzazione nelle tecnologie informatiche, con particolare riferimento all'emendamento numero 1309 riguardo ai programmi per elaboratore open source o liberi.
Premessa
Successivamente alla richiesta di audizione, gentilmente concessaci, sono state pubblicate, da parte del Ministro per l'innovazione e le tecnologie, le "Linee guida del Governo per lo sviluppo della società dell'informazione" che potrebbero far apparire superata la presente audizione, sicuramente meno autorevole, se non per il fatto che ci consente di illustrare alcuni approfondimenti relativi all'ambito scolastico.
L'alfabetizzazione informatica in un contesto scolastico dovrebbe essere volta alla comprensione e al controllo degli strumenti evitando per quanto possibile l'addestramento all'uso passivo degli stessi. Questa necessità è specialmente importante nell'istruzione di base, nello svolgimento della quale il personale docente può operare in piena libertà rispetto agli standard di fatto del mondo professionale, privilegiando gli aspetti pedagogici e culturali.
In tal senso, ci preme far notare come l'utilizzo preferenziale di programmi liberi in tali contesti è sicuramente da accogliere positivamente per tutta una serie di ragioni, alcune delle quali già accennate nel testo dell'emendamento stesso, che ora andremo brevemente a presentare.
Autonomia didattica
Uno dei problemi strettamente correlati alle scelte che il personale docente opera al momento della selezione degli strumenti didattici è la creazione di una dipendenza diretta dagli stessi strumenti scelti. Tale dipendenza può essere più o meno esplicita ma tuttavia esiste e non può essere trascurata, e coinvolge tanto l'aspetto diretto della didattica quanto l'aspetto della cultura e delle conoscenze che vengono acquisite dagli studenti.
L'adozione di programmi liberi consente al personale docente di operare tale scelta in assoluta autonomia ovvero senza dipendere da alcuna politica aziendale più o meno volubile, in quanto legata agli interessi puramente economici delle aziende proprietarie di tali strumenti.
In questo modo la scuola e i docenti in generale non sono più vincolati ad un fornitore unico e possono scegliere liberamente sia il fornitore del software che le diverse soluzioni software, a seconda delle esigenze didattiche (indipendentemente da qualsiasi presunta obsolescenza anche quando rimangono valide didatticamente secondo il giudizio dei docenti). Questa libertà di scelta, oltre a rispettare l'autonomia della scuola, è altresì incentivante di economie locali (distribuzioni, manutenzione, personalizzazioni, supporto, ecc.), come vedremo in seguito.
Neutralità economica e prevenzione della pirateria informatica
Una delle componenti fondamentali della didattica è la possibilità e la necessità da parte degli studenti di proseguire e approfondire nella propria casa il processo di apprendimento iniziato nella scuola. Tale necessità, nel caso specifico dell'informatica, richiede l'accesso agli stessi software (o funzionalmente equivalenti) utilizzati nella didattica in classe.
Nel caso del software libero, lo svolgimento dei compiti assegnati agli studenti e l'eventuale approfondimento individuale, attività svolte al di fuori dell'orario scolastico, non comportano oneri aggiuntivi per le famiglie in quanto il docente può fornire gratuitamente alle classi copie dei programmi utilizzati in aula, restando nella totale legalità. Ricordiamo, infatti, che per la legge italiana, se un docente o uno studente copia del software in violazione della licenza che lo accompagna, anche solo per eseguire delle esercitazioni didattiche, commette un reato punibile con l'arresto dai sei mesi ai tre anni di carcere.
Proprietà intellettuale, comunità e ricerca
La disponibilità dei programmi in formato sorgente, così come scritti dai programmatori stessi, valorizza la componente autorale e quindi umana della tecnologia, riportandola negli ambiti dell'articolo 2, comma 1, lettera b: «lo sviluppo della coscenza storica e di appartenenza alle comunità locale, nazionale, europea».
La possibilità di copiare liberamente, permessa da questo tipo di software, educa gli studenti sia al rispetto del diritto di autore sia a combattere il malcostume della "pirateria informatica" piaga nella nostra società, ed educa altresì gli studenti alla cultura dello scambio e della condivisione della conoscenza, rafforzando il valore della solidarietà. In tal senso ci preme di ricordare che lo sviluppo di Internet, e più in generale del pensiero scientifico, si è basato e si basa tuttora su questi principi, oltre che sul principio della liberta' del software nel caso di Internet.
Stimolo alla ricerca e all'approfondimento
Ogni utente di programmi liberi è autorizzato ed incentivato ad approfondire le sue competenze senza ulteriori oneri. In campo informatico e tecnologico ciò agisce «a sostegno delle iniziative di formazione iniziale e continua del personale» (art. 1, comma 3, lettera e) e «a sostegno della valorizzazione professionale del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario» (art. 1, comma 3, lettera g), come dal disegno di legge oggetto della discussione.
Stimolo allo sviluppo della propria individualità
Poter adattare lo strumento informatico al proprio gusto e alle proprie esigenze stimola nello studente capace lo sviluppo della creatività e l'approfondimento personale, senza essere per questo di ostacolo agli studenti meno brillanti.
Allineamento con le linee guida del governo italiano
La predilezione per l'uso di programmi liberi nei settori della pubblica amministrazione è in linea con il punto 8.9, "L'Open Source" del documento programmatico del governo, di cui riportiamo uno stralcio:
"Inoltre, in qualità di catalizzatore, per la dimensione della domanda che rappresenta e per la possibilità di aggregare e supportare piccole realtà di sviluppo e ricerca, creando la necessaria massa critica, la Pubblica Amministrazione può avvantaggiarsi del modello open source in vari modi, tra i quali lo sviluppo di infrastrutture software per la connettività multicanale, lo sviluppo di piattaforme di interoperabilità, di soluzioni specifiche per la Pubblica Amministrazione e di piattaforme strategiche per il Paese (ad esempio quelle di eLearning ed eHealth)"
Considerazioni finali
I punti precedentemente espressi ci portano ad esprimere un chiaro supporto da parte delle suddette associazioni, e della comunità del software libero / open source più in generale, all'emendamento presentato dal Sen. Cortiana riguardo la particolare attenzione da dedicare allo studio dell'open source nei programmi della pubblica istruzione.
Chiarimenti
In chiusura del nostro intervento ci preme di far notare alla commissione come in taluni casi il software libero e l'open source siano oggetto di forti incomprensioni che possono danneggiarne l'immagine nei confronti del grande pubblico.
In tal senso vorremmo cogliere l'occasione per dirimere una frequente fonte di malintesi, ovvero l'importanza rivestita dal diritto d'autore nel caso del software libero, e presentare infine un aspetto spesso trascurato del mercato del software come prodotto.
Licenze libere, copyright e diritto d'autore
Il diritto d'autore è la base stessa dell'esistenza del software libero. Senza di esso non sarebbe possibile tutelare né gli originali sviluppatori del software, né i suoi utenti.
Le licenze utilizzate nell'ambito del software libero e dell'open source utilizzano lo strumento del diritto d'autore per assicurarsi che esso non possa essere abusato da nessuno e che possa rimanere sempre a disposizione della comunità di sviluppatori e di utilizzatori dello stesso, a differenza del software proprietario, che tutela solo i suoi proprietari.
Tuttavia, questo aspetto delle licenze non pregiudica né la vendita del software come prodotto, né la fornitura di altri tipi di servizi a pagamento ad esso correlati, come testimoniato dal crescente numero di società e aziende che le utilizzano per i loro prodotti.
Aspetti economici
Il software libero, annullando di fatto le barriere all'ingresso nel mercato del software consentirebbe alle società informatiche italiane di medio-piccolo taglio di partecipare attivamente al mercato stesso, consentendo di riflesso una crescita dell'intero settore informatico italiano, come espresso anche dal documento del Ministro, paragrafo 8.9, punto 5.
In tal senso è interessante notare come le società attualmente controllanti il mercato del software italiano siano nella quasi totalità aziende straniere. Questa dipendenza costante dal software prodotto all'estero pesa fortemente sulla nostra bilancia dei pagamenti e rappresenta un grosso costo per tutto il settore informatico italiano.
Appendice
Cos'è il software libero
Si definisce libero un programma per elaboratore la cui licenza consenta lo studio, la modifica, la redistribuzione e la rivendita dello stesso.
Questi diritti sono garantiti a chiunque detenga legalmente una copia del programma. Concedere tali libertà agli utenti dei programmi non è antitetico al funzionamento del mercato informatico anche se tale concessione difficilmente si adatta ad alcuni dei modelli commerciali preferiti negli ultimi anni.
L'espressione open source, come classificazione per le licenze dei programmi, nel contesto di questo documento è del tutto equivalente alla dizione software libero. Nel documento i due termini sono stati utilizzati in modo del tutto interscambiabile.
Da alcuni anni è possibile avere sistemi informatici allo stato dell'arte usando esclusivamente software libero; Internet fin dalle sue origini è stata basata esclusivamente su programmi liberi. Esempi di software libero sono i server Apache e Samba, il kernel Linux, il sistema di impaginazione TeX, il compilatore GCC, la suite di prodotti per l'automazione d'ufficio OpenOffice.
Cos'è la Free Software Foundation Europe
La Free Software Foundation Europe è l' associazione gemella della Free Software Foundation, che fu fondata nel 1985 da Richard Stallman per fornire supporto legale, logistico ed economico al progetto GNU, il corpus software che costituisce l'infrastruttura dei sistemi basati su kernel Linux. Attualmente la FSFE ha sezioni in Francia e Germania, mentre nuove sezioni sono in fase di costituzione in Italia, Portogallo, Spagna.
Cos'è la Associazione Software Libero
L'Associazione Software Libero è una entità legale senza scopo di lucro che ha come obiettivo la diffusione del software libero in Italia e di una corretta informazione sull'argomento. È l'affiliata italiana di Free Software Foundation Europe.
Cos'è il LUG Roma
Il Linux User Group-Roma (d'ora in poi indicato come LUG Roma) è un raggruppamento a carattere associativo degli utenti Linux e degli appassionati del software libero dell'area romana. Esso nasce il 9 dicembre 1996 ospitato dalla Facoltà di Ingegneria dell'Università di Roma ''La Sapienza''. Oltre a gruppo locale di utenti Linux, esso diventa anche punto di aggregazione romano dei simpatizzanti del PLUTO, il primo gruppo di utenti Linux creato in Italia.
Il LUG Roma consta oggi di circa 350 associati. Oltre ad incontri periodici, il LugRoma svolge la sua attività anche attraverso alcune mailing-list, tra le quali una destinata all'associazione e alle questioni generali relative al software libero ed un'altra incentrata sulle tematiche tecniche..
Riferimenti
Documento del Ministero per l'Innovazione e le Tecnologie:
http://www.innovazione.gov.it/ita/documenti/lineeguidaocinfo020611.rtf
http://www.innovazione.gov.it/ita/documenti/socinfo11_06_02.pdf
Free Software Foundation Europe: http://www.fsfeurope.org/
Associazione Software Libero: http://softwarelibero.it/
LUG Roma: http://www.lugroma.org
Software Libero e progetto GNU: http://www.gnu.org/
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