[Discussioni] La memoria presentata da Suse all'audizione al Senato
Marco Ermini
markoer a firenze.linux.it
Mar 9 Lug 2002 22:16:43 CEST
On Tue, 09 Jul 2002 13:56:16 +0200, Francesco Potorti` <pot a softwarelibero.it>
wrote:
[...]
> Il fatto che sia più importante la libertà del software o la bontà
> tecnica dipende dal contesto nel quale si parla. Entrambe sono
> posizioni pienamente dignitose.
Certo. L'importante e' *contestualizzare* quando si parla di "liberta' del
software", e non attribuirgli dei significati che vanno oltre al contesto.
> L'associazione di cui faccio parte è costituita da persone che ritengono
> che la libertà del software sia un valore in sé (e questo è un punto di
> vista ideologico).
Mah, forse non e' molto chiaro cosa significa "ideologico". Se le persone
ritengono una cosa importante solo perche' lo ha detto qualcuno le cui parole
si accettano acriticamente, se queste parole si propagandano come valide di
per se' senza ritenere utile argomentarle, allora si parla di "ideologia", che
e' poi una secolarizzazione di "religione".
Ma se c'e' un minimo di riflessione personale non credo che si possa parlare
di "scelte ideologiche". Attenzione ad utilizzare questo termine perche' e'
fortemente negativo e non rende certo onore a chi se ne fregia. Ricordiamoci
che ideologia e' sempre stata il presupposto e l'arma della dittatura.
> Gli scopi primari dell'associazione sono la diffusione del software
> libero ed una corretta informazione sull'argomento, e spesso questi
> scopi sono in comune con tante persone che non condividono il nostro
> punto di vista ideologico.
Non puoi fare informazione "corretta" se sei ideologico, puoi fare solo
informazione "ideologica", come i taze-bao di Mao Tse Tung. D'altronde, IMHO
non puoi pretendere che la tua "informazione sull'argomento" sia presa come
oro colato, quando dalla tua stessa parte c'e' chi non e' disponibile a
discutere e sbandiera il fulgido e inattaccabile "colore" delle proprie idee
come se fosse un pregio... salvo, poi, ovviamente, denigrare chi le critica
(perche' ovviamente non le si sa/puo' difendere).
> È vero che se il software libero fosse per sua natura tecnicamente
> povero non avrebbe alcuna speranza di diffusione, indipendentemente dai
> suoi pregi etici o sociali, ma per fortuna non è così.
>
> Io trovo anche discutibile il fatto che il software libero sia per sua
> natura tecnicamente migliore. Ho letto e ragionato sul saggio di Eric
> Raymond, e benché lo trovi interessantissimo, mi sembra solo un pezzetto
> del quadro complessivo, e il resto non saprei disegnarlo.
Il saggio di Raymond ha IMHO dei limiti sia dal lati tecnico, sia dal punto di
vista della costruzione stessa del suo ragionamento. fetchmail e' il
prolegomena di Raymond, e quindi egli parte (appunto "ideologicamente") dal
presupposto che il modello di sviluppo del software libero sia migliore, e poi
fa un ragionamento circolare per dimostrare le premesse da cui era partito. In
realta' IMHO ignora volutamente il processo di sviluppo di un software che
abbia una complessita' anche superiore a fetchmail o al massimo al kernel di
Linux, evitando quindi di affrontare le tematiche dell'organizzazione del
lavoro in un grande progetto software: se le affrontasse, troverebbe che il
modello dell'anarchia dello sviluppo Open Source e' semplicemente
insufficiente e/o inapplicabile per molti progetti software (praticamente
tutti quelli che hanno dei costraint commerciali, quindi una gran parte del
mondo dello sviluppo software). Questo e' sicuramente un bel "pezzetto" che
lui non affronta - ma ci sarebbe molto altro da dire.
ciao
--
Marco Ermini
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