[Discussioni] Delucidazioni sul software libero

Emanuele Cisbani cisbani a freemail.it
Lun 3 Giu 2002 18:54:26 CEST


> From: "mEtnik" <metnik a inmail.sk>
> Date: Mon, 3 Jun 2002 15:16:21 +0200
[...]
> Che incentivo avrebbe la casa software o il programmatore  a migliorare
> il software libero senza un accordo su evetuali guadagni a priori?
[...]
> Non voglio infastidirvi troppo, ma il 90% delle cose che ho sono brevettate
> e tramite sistema domanda-ffreta le ho pagate un prezzo. che ruolo può avere
> il Sofw libero se non solo quello di studio e del volontariato?

Forse quasi nessun incentivo, o pochi, almeno per ora.
Ma a ben guardare non ci sono grandi incentivi neanche per il software
proprietario (a meno di non essere tra quelli che vendono le licenze).

La tua domanda, se presa in generale, è molto complessa, e ci sono
ricercatori di microeconomia che si stanno spremendo il cervello
per dare una risposta plausibile a quello che sembra essere un puzzle.
Tra i paper del MIT che ti hanno suggerito troverai sicuramente risposte
più precise e approfondite.

In un senso più ristretto, posso dirti ciò che la mia esperienza mi ha
insegnato. Non si può ridurre il mondo della produzione software alle
sole aziende i cui ricavi provengono in modo preponderante dalla vendita
di licenze. Tutte le altre aziende vendono personalizzazioni o consulenza,
e non hanno (in teoria) nessun interesse particolare a lavorare su software
proprietario invece che libero. E' chiaro che il ritmo di cambiamento del
software proprietario è imposto da ragioni commerciali, e l'uso di software
libero comporterebbe una riduzione forse sensibile della domanda. Ma questo
è un bene per la società (come ci insegnano i teorici del libero mercato ;).

Se scomparissero molte aziende produttrici di software proprietario e alcune
di quelle che forniscono consulenza e personalizzazione, in definitiva la
società (o il mercato - a seconda dei gusti politici-economici) ne avrebbe
solo un vantaggio in termini di ottimizzazione delle risorse umane e materiali.

Forse il vero punto a favore non è nel vantaggio individuale di chi produce,
ma nel vantaggio collettivo di tutti quelli che ne usufruiscono. Ci sono
cose che conviene condividere, e per le quali è vantaggioso cooperare.
Un po' come le strade pubbliche, l'acqua potabile, l'informazione...
Un margine di guadagno è giusto e lecito, ma un controllo monopolistico
è dannoso e (prima o poi) viene scoraggiato.

Infine andrebbe ripensata l'idea di brevetto e diritto d'autore. Era nata
con la nascita della stampa industriale per proteggere la concorrenza tra
imprenditori, e adesso viene usata per impedire la circolazione di dati tra
i singoli individui, o (peggio) per brevettare i geni degli esseri viventi.

Emanuele
--
Per favore non mandatemi allegati in Word o PowerPoint.
Si veda http://www.fsf.org/philosophy/no-word-attachments.html




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