[Discussioni] Delucidazioni sul software libero

Simo Sorce simo.sorce a xsec.it
Mar 4 Giu 2002 11:00:58 CEST


On Tue, 2002-06-04 at 10:49, Francesco Potorti` wrote:
> Simo Sorce:   
>    Inoltre vorrei qui sfatare il mito del povero inventore:
>    1. molte invenzioni sono relativamente costose da fare oramai [...]
>    2. registrare un brevetto costa molti soldi [...]
>    3. Al giorno d'oggi qualsiasi invenzione si deve necessariamente
>    appoggiare su altre precedenti [...]
> 
> Questi, e quelli che hai elencato prima, sono argomenti contro
> l'istituto del brevetto.  
> 
> Ma io mi chiedevo se hanno senso i brevetti software.  La mia domanda
> presuppone che abbiano senso i brevetti così come sono esistiti negli
> ultimi secoli, altrimenti non avrebbe senso.

Beh posto che l'istituto del brevetto e' se non altro discutibile di per
se perche' guardare la pagliuzza nell'occhio dell'altro quando hai una
trave nel tuo?

> Quindi riformulo la questione: posto che l'istituto del brevetto abbia
> un senso, perché i brevetti software non ne hanno?

Posizione che dovresti quanto meno sostenere se no possiamo supporre
qualsiasi cosa.


> Esempio: la IBM studia una nuova testina magnetica per i dischi rigidi e
> la brevetta.  Se ammettiamo che i brevetti abbiano un senso, non c'è
> ninente da ridire.  Poi la IBM sviluppa un nuovo algoritmo per la
> compressione dei dati.  Dov'è la differenza sostanziale?
> 
> L'unica differenza che io vedo con una certa chiarezza è nella durata.
> I brevetti software dovrebbero avere vita più breve, perché il campo del
> software si evolve più in fretta di quello dell'elettronica, che a sua
> volta è più veloce di quello della meccanica.

La durata e' certamente un problema piu' visibile nel software, ma a me
aborre l'idea del monopolio sull'informazione in se.

> Le altre differenze non le vedo bene.

Le realizzazioni fisiche sono implementazioni di idee, infatti l'ibm non
puo' brevettare l'idea di testina che legge l'hd ma solo una sua
implementazione innovativa e inoltre l'hd a testina non e' l'unico modo
per costruire una memoria di massa.

Coi cosiddetti brevetti software invece tu non implementi niente ma
brevetti l'idea in se. Per molte situazioni non c'e' altro modo di fare
una cosa, quindi il brevetto sull'idea e non sullo specifico processo e'
aberrante.
Se io brevetto l'algoritmo di pitagora tutti sono fregati!

Al momento gli effetti non si vedono solo perche' l'introduzione del
brevetto sulle idee e' relativamente recente e tutto il pregresso e'
escluso dalla brevettazione ma andando avanti non ci si potra' muovere
senza sgomitare su un brevetto e gli unici in grado di produrre qualcosa
(legalmente) saranno le grani nazionali che hanno portofolio di brevetti
e normi e quindi possono 1) soffocare qualsiasi piccolo concorrente
creando un'artificiale quanto impenetrabile barriera all'ingresso nel
settore dell'informatica 2) non essere per niente influenzate da altri
brevetti in quanto il loro portfolio garantisce loro possibilita' di
scambio e quindi immunita' ai brevetti degli altri.

Cosa si ottiene? Che per le multinazionali con grossi portofolio il b
revetto di fatto non esiste (infatti parlano sempre dei loro portfolio
di brevetti come arma diofensiva) perche' qualsiasi problema dovesse
sorgere hanno merce di scambio per contrattare con chiunque avesse un
brevetto su qualcosa che stanno fadendo loro. E invece per tutti gli
altri piu' piccoli il brevetto non esiste neanche li' nel senso che non
possono piu' esistere i piccoli perche' vengono spazzati via dai giganti
che li possono soffocare immediatamente.

Tieni a mente che il software e' una delle cose piu' complesse che ci
siano al momento (essendo immateriale la complessita' puo' crescere
senza quasi barriere naturali) e moltissimi programmi possono arrivare
tranquillamente a coprire centinaia o migliaia di brevetti di questo
tipo. Ora se per ciascun brevetto ti chiedono il 5% dei guadagni credi
che un programma del genere potrebbe mai venire alla luce? Dove finisce
il mito che i brevetti spronano l'innovazione?

Questa volta voglio smontare il mito del brevetto come promotore di
innovazione (in particolare nel campo del software ma la seconda parte
del ragionamento si applica a qualcunque settore).

Questo mito dell'innovazione e' doppiamente falso, perche' i brevetti
non servono assolutamente a favorire l'innovazione, la prova?
- Fino ad ora non c'e' stata innovazione nel campo de software? Si'
- Anche prima dei brevetti? Si'
- Continua tuttora dove non ci sono i brevetti? Si'
- E' cambiato notevolmente il tasso di innovazione dove e' stato
introdotto? No

Il fatto e' che l'innovazione e' necessaria comunque per affrontare
nuove necessita' e per rendere appetibili i propri servizi quando si e'
in un mercato concorrenziale, quindi perche' si dovrebbe stimolare un
qualcosa che e' gia' stimolato al massimo (concorrenza)?
Dove si vuole andare a parare in realta'?


Digeriamoci questo.

ciao,
Simo.


P.S: Alla prossima puntata se riesco cerco di spiegare anche che
significa il termine "invenzione" in legalese che ho scoperto essere una
cosa un bel po' differente di cio' che si intende comunemente per
invenzione (codice civile alla mano ;).

-- 
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