[Discussioni] Concorso al Min. Economia: no all Open Source!

Umberto Genovese umbegen a tin.it
Mer 13 Mar 2002 16:53:18 CET


Il mercoledì, 13 marzo, 2002 at 03:08:46 +0100, Carlo Daffara Scrisse: 
	Ho letto con molto interesse le risposte sul perche' un capo CED voglia
	utilizzare le informazioni che ha, e che difficilmente possono finire in
	un bando, per mantenere cio' che gia' conosce e apprezza.
	E sono anche d'accordo, *se* questo fosse un bando privato. Io chiedo
	quello che voglio.
	Mi sta meno bene se si tratta della PA, visto che in tal caso sono soldi
	pubblici; non voglio entrare sul fatto che linux possa o no essere
	accettabile per l'uso in questione, perche' se non lo e', non c'e' bisogno
	di eliminarlo esplicitamente, e se lo e' (e c'e' una struttura affidabile
	che fornisca le necessarie garanzie, come da bando) non vedo reali ragioni
	di escluderlo a priori.
	Cosa vieta al capo CED di una universita' ad esempio di fare un bando per
	un cluster di calcolo scientifico, ma visto che si trova bene con solaris
	dice "no all'open source" cosi' evita di dover confrontare dei prezzi?
	O un mail server sotto HP-UX, di cui si vuole espandere lo store o il
	numero di caselle, ma visto che mi trovo bene con questo software, dico di
	no all'open source cosi' sono sicuro che rimane tutto cosi'.
	
	In generale, dire "non e' bello, ma mica e' tanto grave" mi sembra il
	primo passo per scivolare verso il fare bandi su misura per tutti, cosi'
	tutto rimane per tutta la vita cosi' com'e'. Dopo aver visto mainframe IBM
	rimanere ancora attivi solo perche' l'amministratore non ha voglia di
	imparare qualcosa di nuovo (a discapito della pubblica amministrazione,
	che paga cifre folli di manutenzioni), o una PA locale usare SCO come
	server perche' (dopo aver provato linux, e visto che funzionava meglio)
	"tanto le licenze le ha gia' pagate lo stato" sono un po' stanco di questo
	atteggiamento.
	Non voglio spingere il software libero anche dove (per ora) non puo'
	andare. Ma se e' una alternativa possibile, deve essere consentito alle
	ditte che lo supportano di concorrere; io sarei del parere di spiegare
	queste cose alla stampa, cosi' siamo sicuri che la prossima volta non
	succede.
	ciao
							Carlo Daffara
	
	
Come dice Il testo del bando di concorso al paragrafo 2, punto 7:
"Il Sistema Operativo non dovrà appartenere alla categoria degli Open Source"	
		      ^^^

quel "non" è estremamente grave e discriminatorio. Che poi sia un bando
tagliato su misura per IBM o Sun o per chi riuscirà ad aggiudicarselo è forse il
minore dei mali. Che un capo dipartimento chieda una cosa che sà che solo
quella soddisfi le sue necessità e che la legge italiana lo 'obblighi' a far
fare i bandi su misura perché la ottenga, quello è un problema OT.
Quello che non riesco proprio a mandar giù è il dover indicare
esplicitamente "no all'Open Source" in una gara d'appalto pubblica.
Non voglio sottilizzare sulle differenze tra SL e OS, ma in questo momento 
se viene detto NO all'uno si dice NO anche all'altro.
e se a una gara viene permesso di dire no all'OS, si viene a creare un
precedente pericoloso per tutta la comunità del Software Libero e dell'Open
Source.

-- 
     Ciao Umberto
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