[Discussioni] E per non fare solo critiche ...
Paolo Molaro
lupus a debian.org
Gio 9 Maggio 2002 14:20:58 CEST
On 05/09/02 Francesco Potorti` wrote:
> Precisamente Miscrosoft dice che solo lo 0.6% delle spese software della
> PA vanno verso di lei. E questo dato, che qui supponiamo vero, deve far
> riflettere. Nella PA si usa Windows e Office (spesso copiati, ma spesso
> no). Se la spesa è così bassa, vuol dire che costano poco, rispetto al
> resto.
Non mi risulta che nella PA sia diffuso l'uso del sw piratato
(almeno non lo era dove lavoravo io).
Sulle cifre di microsoft poi non baserei delle analisi (la Facolta' di
lettere a Padova, per esempio, spende il 90%+ a favore di microsoft, ma
l'intera universita' e' probabilmente piu' sul 60-70%). Queste sono le
spese del software. A cui vanno aggiunte sicuramente almeno altre voci:
1) supporto (certamente piu' alto per i mainframe, VMS etc., ma di
solito comprende anche il supporto hardware)
2) perdita di produttivita' per virus, problemi di rete etc.
3) personale (un admin unix puo' gestire 50 macchine, uno windows 10-20)
La voce 1 e' a bilancio, mentre la voce 2 e' difficilmente
quantificabile e la 3 pure. E' facile far tornare i conti e dire che solo
una piccola percentuale finisce a microsoft. Ma dal punto di vista
dell'amministrazione non e' quello il problema e l'uso del software di
microsoft ha una incidenza che e' ben superiore sui costi totali di
quanto sia la sola licenza.
> Vogliono riposte pratiche, non speranze future. Se il Comune X chiede
> una soluzione basata su Linux, e poi al primo problema serio scopre che
> non glielo sanno risolvere, rimane scottato, e non ci prova più. È una
> situazione che è stata presentata al convegno cui ho partecipato, non è
> un'ipotesi teorica.
Il problema maggiore, secondo me, rispetto alla utilizzazione del
software libero nella PA e' la mancanza di aziende e di persone che lo
conoscano e lo sappiano sviluppare (e proporre nei modi giusti).
In Italia ci saranno 200.000 persone che lavorano vendendo sw e supporto
alla PA: quanti sono quelli in grado di offrire soluzioni equivalenti
usando software libero? Non credo si arrivi alle 100 (unita').
Adesso e' certamente possibile (ed e' gia' stato fatto) fare dei
progetti di respiro limitato che portino le soluzioni basate sul free
software nella PA, ma percentualmente siamo a livelli irrisori.
Fino a quando la PA non finanziera' dei consistenti progetti pilota
basati sul software libero non ci sono molte speranze di ampliare la
base di persone che se ne possa occupare poi in modo autonomo.
E qui diventa chiaramente una scelta politica (e difficile da fare):
l'investimento. Sappiamo purtroppo che in Italia l'investimento e' una
parola largamente sconosciuta agli imprenditori, figurarsi alla PA!
Ma bisogna premere in quella direzione.
Vengo alle tue domande.
> 1) come riesco a mantenere e incrementare l'attuale livello di
> interoperabilità?
OpenOffice e samba.
> 2) come faccio a garantirmi da produttori che mi sbolognano soluzioni
> su cui poi solo loro sapranno metter le mani?
Con il software libero, ovviamente. La PA commissiona lo sviluppo di un
software ad una societa' ed il software viene sviluppato in modo aperto
e i sorgenti vengono rilasciati. La PA paga un fracco di soldi per
questo, come e' giusto, ma viene fatto una sola volta, perche' il
software viene poi distribuito a tutte le amministrazioni. Non e'
necessario che la cosa sia commissionata centralmente, puo' anche
partire da una amministrazione locale, l'importante e' che ci sia
comunicazione (che non si faccia partire lo stesso progetto in aree
diverse) e che il risultato sia distribuito, alla fine, a tutte.
Quando il software deve andare in produzione nelle realta' locali, ci
sara' bisogno di supporto: questo puo' essere fornito dalla stessa
azienda che ha prodotto il sw o da altri consulenti che ne hanno seguito
lo sviluppo dall'esterno (su cvs pubblico, per esempio) e si sono
preparati.
> 3) come faccio a garantirmi un prezzo equo? Ora il prezzo equo di un
> sistema operativo e applicativi lo so, c'è in ogni negozio.
IL prezzo equo lo ricavi dividendo il costo dello sviluppo del software
per ognuna delle amministrazioni che lo useranno, invece di multiplicare
il costo che ognuna dovrebbe pagare individualmente.
lupus
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