R: [Discussioni] Raccolta firme per proposta di legge sul SW libero

Roberto Galoppini galoppini a acmesolutions.it
Lun 27 Maggio 2002 17:57:21 CEST


-----Messaggio originale-----
Da: Luca Didonè [mailto:luca a superdido.com]
Inviato: lunedì 27 maggio 2002 14.34
A: Roberto Galoppini; discussioni a softwarelibero.it
Oggetto: Re: [Discussioni] Raccolta firme per proposta di legge sul SW
libero


On 27 May 2002 at 8:58, Roberto Galoppini wrote:
> Si, credo che in italia ci sia un altro buon esempio: quello dei
> commercialisti.
> E' affine al legale, ma forse più interessante in quanto dimostra che
> pur essendo 'libera' certa informazione e l'utilizzo della stessa, la
> gente preferisca/scelga comunque di farsi seguire da un professionista
> (meno vero nel contesto legale e/o medico dove spesso non si ha
> nemmeno la possibilità di scegliere se farsi assistere o meno).

On 27,May 2002 Didoné replied:

!Intervengo in quanto parte in causa:-)
!E' vero che se uno vuole può farsi da sé quasi tutto quello che poi fa
!fare al commercialista[1], tuttavia per la maggior parte delle persone
!sarebbe impossibile una situazione del genere, perché non sarebbe in
!grado di fare il proprio lavoro E seguire l'evoluzione normativa che
!concerne contabilità, diritto societario, fiscale, e chi più ne ha più ne
!metta... E un po' come chi chiama il tecnico informatico: nulla gli vieta
!di studiarsi alla perfezione la materia e farsi le cose da sé, ma un
!giorno è composto solo da 24 ore e le persone hanno capacità fisiche
!e mentali finite:-).
!E' un po' quello che nella teoria economico-politica viene definito
!"assimmetria informativa"

![1] E' anche vero che il commercialista consegue una abilitazione che
!gli rende esclusive alcune competenze, con le relative responsabilità:
!se ti fa pagare meno IVA per un suo errore, l'onere della sanzione (in
!teoria:-)) è suo.

L'idea centrale della mia osservazione era proprio quella: identificare
un'area di competenza "totalmente" libera nel contesto di riferimento
(italia), in contrapposizione ad altre, quali quella medica, in cui (per
fortuna!:) la libertà di informazione non permette la libertà di esercizio.

Andando sempre per metafore, quella proposta da Young in un interessante
libro da noi pubblicato dalla Apogeo
(http://www.apogeonline.com/openpress/libri/545/young.html), credo colga la
differenza fondamentale che esiste tra ciò che è possibile, e ciò che è
conveniente: tutti a casa possono farsi il ketchup (Americans.. ;-),
sostiene Young, ma a nessuno conviene farlo quando per poco lo si può
comprare in un qualunque negozio.

..per poco .. in un qualunque negozio .. due punti cruciali, a mio avviso,
che fanno pensare che, oltre a del 'buon' marketing come in tutte le cose,
occorra anche dimostrare efficacia, efficienza e disponibilità delle
soluzioni open.

R. Galoppini







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