[Discussioni] Microsoft e lo shared source.

Carlo Strozzi carlos a scriptaworks.com
Mer 16 Ott 2002 17:30:19 CEST


On Wed, Oct 16, 2002 at 03:04:18PM +0200, Stefano Maffulli wrote:
> On Wed, 16 Oct 2002 13:08:16 +0200
> Carlo Strozzi <carlos a scriptaworks.com> wrote:
> 
> > Ovviamente il problema è che a ben pochi può interessare un codice che
> > devi firmare col sangue per averlo, e che non ci puoi fare nulla a
> > parte guardarlo. Vorrei vedere se passassero Windows a GPL se non se
> > lo scaricherebbe nessuno.
> 
> Non diamo per scontato che software libero == software liberamente
> scaricabile, per favore.  Le due situazioni non coincidono, sw libero E
> scaricabile e` un sottinsieme di sw libero.  Per esempio le versioni del
> gcc di Cygwin.

La distinzione è in pratica irrilevante, visto che per un sw come quello
di Cygwin ve ne sono almeno altri 1000 per i quali l'equalzione è valida.
Quello che volevo dire (ma penso che tu lo abbia capito benissimo) è
che il presupposto è la libertà, e siccome l'iniziativa di MS non parte
da questo presupposto, se non avesse successo non mi meraviglierei.
Non vorrei sollevare un vespaio, ma già che ci siamo, ritengo anche
che l'iniziativa sia frutto della confusione fra sw libero ed open-source.
Il secondo concetto, che venne introdotto con la lodevole intenzione
di favorire un maggior coinvolgimento delle aziende, rimuovendo la
parola "libero" si è prestato ad una serie di distorsioni, di cui
l'iniziativa di MS non è che un esempio.

> E allora?  Il mondo pullula di polli, vedi il caso Tucker dopo e tutte
> le truffe precedenti.  In guardia.  Io non credo che sia una questione
> di ignoranza, ma di inerzia: le persone tendono a non cambiare. 

IMO ignoranza ed inerzia sono strettamente imparentate.

> Parallelamente l'informatica va troppo veloce per gli umani, ma questo
> e` un mio discorso da non-informatico... approfondiro` in altra sede :)

Il problema è che si continua a considerare l'informatica come un
ambito tecnologico, mentre invece (sempre IMO) essa tratta di strumenti
di comunicazione, e dovrebbe quindi essere vista come un fenomeno
essenzialmente culturale. Anche carta e penna sono oggetti tecnologici,
ma siccome vengono meglio compresi dai più, vengono di solito associati
con la cultura molto più dell'informatica. Questo clamoroso errore
prospettico si propaga a politici legislatori, con il risultato di dare
buon gioco a "bollinatori" e monopolisti vari.

ciao,
carlo
-- 
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