[Discussioni]Articoli sul Manifesto
Andrea Glorioso
sama a perchetopi.org
Mer 3 Dic 2003 19:07:02 CET
>>>>> "st" == Stefano Terna <stefano.terna a virgilio.it> writes:
st> At 17.21 03/12/2003 +0100, you wrote:
>> >>>>> "sn" == Stefano Terna <stefano.terna a virgilio.it> writes:
>>
sn> non sono certo nella posizione per dire se si debba o no
sn> rispondere, però sono dell'idea che frasi come quelle che
sn> seguono non facciano molto bene al software libero (anche se
sn> sono scritte sul Manifesto ...)
>> Perche`? Ci sono molte realta` nel mondo che adottano il
>> Software Libero *anche* per la sua carica anti-sistemica (vera
>> o presunta) che esso incarna. Questo e` bene o male per il
>> Software Libero?
>>
>> Io ho l'impressione che la vera domanda sia se queste posizioni
>> fanno bene o male al Software Libero in una specifica
>> situazione, che e` quella dei paesi occidentali.
st> ok, giusto. Peraltro il Manifesto è scritto in Italia e letto
st> da italiani
Un certo numero dei quali sono ugualmente o piu` interessati a quanto
il Software Libero puo` essere vantaggioso per realta` altre rispetto
all'Italia e al mondo imprenditoriale italiano.
>> Niente di male, per carita`, pero` non esistono solo i paesi
>> occidentali come metro per capire se certe posizioni fanno
>> "bene" o "male" al Software Libero.
st> però se non esiste un metro assoluto, ma solo tanti relativi
st> (e sono d'accordo), allora un indebolimento rispetto ad uno di
st> questi rappresenta un indebolimento per tutto il movimento
st> (per carità, sto esagerando con i toni allarmistici)
Questo dipende da tutta una serie di assunti sul sistema economico,
sociale e politico globale che non si possono dare per assunti (e che
non e` il caso di discutere qui, credo).
In sintesi, comunque, non capisco il problema. Chi legge il Manifesto
sa bene che trovera` un certo tipo di notizie con un certo tipo di
taglio. Chi legge il Sole 24 Ore, altrettanto - non e` un caso se Di
Corinto scrive sull'uno e non sull'altro (che io sappia, va detto che
un certo rivoluzionarismo "digitale" da salotto e` andato di moda per
un periodo anche sulle testate "serie").
Dato che il Software Libero vive bene sia come concetto
"rivoluzionario" che all'interno del sistema imprenditoriale
capitalistico (questa e` la vulgata, personalmente non credo che cio`
sia vero) non mi pare il caso di fare niente piu` che mandare una
lettera, se proprio si vuole, al Manifesto.
Per altro, la maggior o minore accettazione del Software Libero in
ambito imprenditoriale e pubblico (in Italia) dipende molto poco da
quel che scrive Di Corinto o il Manifesto e molto di piu` dal fatto
che IBM decide di fare la pubblicita` fanta-tecnologica "Il suo nome
e` LINUX" o che Stanca intitoli una direttiva in un modo piuttosto che
in un altro.
ciao,
andrea
--
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