[Discussioni] Articolo de Il Nuovo.

Stefano Borini munehiro a ferrara.linux.it
Sab 11 Gen 2003 18:28:52 CET


On Sat, Jan 11, 2003 at 05:28:01PM +0100, jo wrote:
> certo, stefano, hai ragione. E' sottinteso che la ricerca sviluppa e
> causa un cambiamento, una crescita dell'economia, e che anche sia
> effettuata proprio allo scopo di crescere tecnicamente per crescere
> economicamente. Il mio riferimento era sull'unione intrinseca rete ->
> economia, di vendita e altro in rete. Il "bisnes" della rete. Stavamo
> parlando dell'economia di un certo tipo, quella sbagliata, quella
> invasiva... quella che commercianti come BG usano.

su questo possiamo essere perfettamente d'accordo.
ma sinceramente il fatto che in rete giri anche l'economia non mi interessa.
Mi interessa quando a causa di questa presenza cio' che prima c'era viene
cancellato. C'erano siti molto validi che spariscono perche' pestano i piedi
a qualche ultimo arrivato della niu economi. C'e' la phoenix technologies che
produce bios ma va a rompere le palle al team mozilla perche' phoenix e' un
loro "marchio registrato". Questo fa schifo. A me se la ryanair vuole vendere
biglietti online non mi interessa, mi interessa un po' di piu' se magari lo
fa in modo non standard. (usando tecnologie proprietarie, il che mi ricorderebbe
molto i negozi per soli ariani di non cosi' lontana memoria)

> facciamo finta che io nn stia pensando, cosa che invece e', al fatto che
> tu stai provocandomi, per vedere se ci tiro un'altra bestemmia...

non sto provocando nessuno. espongo solo le mie opinioni, esattamente
come tu esprimi le tue.

> rispetto a concetti quali globalizzazione, sfruttamento economico,
> ditruzione di un mercato equo con la forza economica di un prodotto, che
> puo' arrivare dove il Padre&Figli non potranno mai arrivare, puo'
> vendersi sottocosto ammazzando gli altri prodotti.

benissimo. Su questo possiamo essere perfettamente d'accordo.

> La Globalizzazione dei mercati, e' in realta' per la maggior parte un
> appiattimento delle culture, indotto da un "modello" di vita che viene
> inculcato, appunto, attraverso prodotti uguali e sempre presenti,
> ovunque si vada.

il fatto che un prodotto ci sia ovunque non e' di per se' un male.
Se la ditta gargiulo suddetta prende contatto con rivenditore locale,
puo' avere presenza anche in altri luoghi. Cio' e' forse male?
Il fatto che un prodotto ci sia su tutto il pianeta vuol dire che probabilmente
tutto il pianeta ha interesse ad usufruire di quel prodotto, altrimenti come
ti ripeto sarebbe vendere frigoriferi in siberia.
Il problema al limite si puo' vedere da un altro punto di vista: puo' la vendita
della coca cola in italia mettere i bastoni fra le ruote, per via di accordi ad hoc,
alla sanpellegrino, portandola all'espulsione dal mercato? (o viceversa, s'intende)
Sinceramente, io mi bevo il chinotto e mi sento decisamente piu' appagato che a
bermi una coca cola (sul serio, non e' un esempio). Nessuno mi ha imposto
niente nella mia scelta, e questo e' sufficiente a garantire un libero mercato.

> I no-global sono contro a questo. Linux, per come e'
> strutturato e per come si puo' personalizzare, trasformare, plasmare
> sulle proprie necessita', e' contro questo

Linux e' fair play. Linux e l'open source in generale non e' piu' ne'
meno quello che puo' fare la volkswagen smontando una fiat o viceversa.
In tutti gli altri campi questo e' possibile. Nell'informatica no, e cio'
e' male.

> anche microsoft. identico utilizzo, sfruttamento e modalita' di
> penetrazione.
> Le penultime olimpiadi sono state spostate da dove erano
> previste, per lo sponsor cocacola.

e questo puo' essere vergognoso perche' puo' derivare da lobbying nell'apparato
decisionale olimpico. Oltre a questo caso, non mi risulta che per andare al cinema,
guardare la tv, parlare al telefono io sia obbligato a bere coca cola. Al contrario,
presto per fare tutte queste attivita' saro' probabilmente costretto ad usare
microsoft, e qualsiasi altro prodotto sara' "non standard" o "illegale".

> parallelo su realta' sociali, come quella in esempio. Dico questo per
> non sembrare troppo OT, anche se in realta' forse un po lo siamo: ti sei
> accorto che parli, e fortemente, di colore? Quel colore che dici di non
> avere?

io espongo le mie opinioni personali. Se poi vuoi classificarle per forza in un
colore politico fai pure, ma sinceramente penso che ricadresti nella classica modalita'
italiota di classificare qualsiasi idea come rossa, bianca, nera, verde,
arancio a pois blu, a seconda del tuo grado di accordo con essa. le opinioni
colorate, come le definisci tu, personalmente ritengo esistano per dare
opinioni a chi non ha opinioni. So pensare e decidere le mie opinioni con la
mia testa, senza decidere a priori quali idee devo avere perche' devo obbedire
ad un credo colorato.

>  allora non avere colore significa generalizzare, magari riducendo
> una tre giorni e 600.000 persone a un lancio di istintore? complimenti.

come ti ripeto, io non generalizzo niente. La casalinga di voghiera e il giornalista
medio generalizzano eccome. esci un sabato, chiedi alla gente in piazza cosa per loro
significa "no-global" e chi sono per loro i "no-global" e vedrai cosa ti risponderanno.
Se le mie idee sono no global, ottimo. Avevo le mie idee e ho scoperto che
ricadono in questa definizione. Non lo sono? ottimo lo stesso. Che me ne frega
dell'etichetta da appioppare ad un'idea... e' un'idea e basta. Tuttavia non
tollero che si usi un termine che per la maggior parte della gente ha un ben
diverso significato per classificare delle persone del tutto estranee a questi
artefatti giornalistici. 




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