[Discussioni] Avvio discussione ddl software libero

Francesco Potorti` pot a softwarelibero.it
Gio 23 Gen 2003 14:16:18 CET


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Arrivata or ora.
-- 
Simone Piccardi <piccardi a firenze.linux.it>
Associazione Software Libero

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Content-description: Forwarded message - Avvio discussione ddl software	libero

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 by	firenze.linux.it (Postfix) with ESMTP id BCD5B3C082 for
	<piccardi a softwarelibero.org>; Wed, 22 Jan 2003 15:08:56 +0100 (CET)
Date: Wed, 22 Jan 2003 15:13:42 +0100
From: f.cortiana a senato.it
Subject: Avvio discussione ddl software libero
To: undisclosed-recipients: ;
Message-id: <OFFD4DCD3D.FF55F7A1-ONC1256CB6.004C3563 a senato.it>
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X-Mailer: Lotus Notes Versione 5.01 (Intl) 11 agosto 1999
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	2001) at 22/01/2003 15.12.29
Delivered-to: piccardi a firenze.linux.it

Carissimi,
ieri è cominciata, alla presenza del ministro Stanca, la discussione del
DDL sul software libero.
Vi invio il resoconto della discussione, che è comunque un documento
pubblico.
Qualora volessi farmi avere valutazioni o controdeduzioni che possano
supportare il lavoro che mi appresto a fare al termine dei lavori della
commissione Meo, la cosa sarebbe utile e gradita.
Saluti
sen. Fiorello Cortiana

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Senato della Repubblica                                                 XIV
Legislatura




                              1ª Commissione
                          (Affari Costituzionali)

                                 SCHEDONE
                                 DDL 1188


Relatore sen. MALAN

Assegnato in sede REFERENTE

21 GENNAIO 2003                  2




                              21 GENNAIO 2003

IN SEDE REFERENTE

(1188)  CORTIANA  ed  altri. - Norme in materia di pluralismo informatico e
sulla   adozione   e   diffusione   del   software  libero  nella  pubblica
amministrazione
(Esame e rinvio)

    Il   relatore  MALAN  ricorda  che  il  disegno  di  legge  è  motivato
dall'esigenza  di correggere l'attuale situazione di sostanziale monopolio,
o  almeno  di  notevolissima  prevalenza,  da  parte  del sistema operativo
informatico  di  una  sola  azienda  negli  apparati  di  tutti gli utenti,
comprese  le  amministrazioni  pubbliche.  Di qui, secondo i proponenti del
disegno  di  legge,  l'opportunità  di favorire il ricorso ad altri sistemi
operativi,  definiti  liberi  perché  utilizzabili con una semplice licenza
d'uso,  senza  diritti  riservati  per  alcuno. Tale opzione consentirebbe,
secondo  i  proponenti,  anche  di  rimuovere il limite, proprio invece dei
sistemi   detti   proprietari,  inerente  alla  disponibilità  del  "codice
sorgente"  precluso  agli  utenti:  con i sistemi definiti liberi, infatti,
tale  limite  sarebbe  rimosso,  cosicché si potrebbe prevenire il rischio,
ritenuto  rilevante  soprattutto  per  alcune amministrazioni pubbliche, di
intrusioni  estranee  nei dati più sensibili da queste detenuti e trattati.
Un  altro  vantaggio  indicato  dai  proponenti,  derivante dalla scelta di
privilegiare  i  sistemi  operativi  liberi,  sarebbe  di natura economica,
perché  ne  potrebbero  derivare  risparmi di acquisto e di gestione per le
amministrazioni  pubbliche.  Su  quest'ultimo  aspetto  egli  manifesta una
riserva,  rilevando  che  in  effetti  il  costo  di  acquisto  dei sistemi
operativi  è solo una quota minima degli oneri complessivi inerenti all'uso
degli  strumenti informatici. Anzi, il ricorso a nuovi sistemi operativi, a
volte  non  ancora  sperimentati  a sufficienza, potrebbe determinare costi
ulteriori di manutenzione, aggiornamento e sviluppo degli stessi sistemi.
    Il  disegno di legge, nel suo contenuto, sviluppa i principi ispiratori
appena  rammentati:  in particolare, esso prevede, all'articolo 1, comma 3,
l'esenzione  dalle  sanzioni inerenti alla violazione di diritti d'autore e
diritti  connessi  per la cessione di un software libero: in proposito egli
osserva  che  eventuali   abusi  potrebbero  essere sanzionati comunque per
effetto  di altre norme, diverse da quelle richiamate nel testo. Il disegno
di  legge,  inoltre,  adotta  una scelta molto netta per le amministrazioni
pubbliche,   nel  senso  di  privilegiare  i  sistemi  operativi  liberi  e
sostanzialmente  di  assecondare  una  opzione esclusiva in proposito. Egli
ritiene  che tali sistemi costituiscano una novità importante nel mercato e
nel  funzionamento  delle  reti informatiche, ma dubita dell'utilità di una
opzione  sostanzialmente  obbligata,  che  limiterebbe le facoltà di scelta
delle  amministrazioni  pubbliche  e potrebbe determinare effetti opposti a
quelli perseguiti. Pertanto, considera opportuna una soluzione normativa di
natura  pragmatica,  che non escluda pregiudizialmente alcuna scelta, ma ne
rimetta  la  determinazione  a  valutazioni empiriche, di natura tecnica ed
economica.  Anche la questione, delineata nella relazione che accompagna il
disegno  di  legge,  inerente  al  cosiddetto "codice sorgente", non sembra
risolta  in  modo convincente dal ricorso privilegiato ai sistemi operativi
liberi,  perché in effetti le intrusioni indebite e indesiderate potrebbero
essere  favorite  dall'uso  di  sistemi  non ancora maturi in tutte le loro
implicazioni. Su richiesta del senatore Villone, il relatore precisa infine
che  il disegno di legge prevede senz'altro una scelta di sistemi operativi
per  le  pubbliche amministrazioni, tale da escludere in linea di principio
quelli  cosiddetti proprietari, cioè quelli attualmente utilizzati in larga
prevalenza.

    Si apre quindi la discussione generale.

    Il  senatore  PIROVANO  osserva che l'accesso al "codice sorgente" e la
sua  disponibilità in sé non garantisce da intrusioni indebite nelle banche
dati e ricorda in proposito casi anche clamorosi. Quanto agli aggiornamenti
necessari  nei  sistemi  operativi, a suo avviso essi sarebbero più onerosi
con  sistemi nuovi e non ancora sperimentati su larga scala, con sofferenze
funzionali  notevoli,  soprattutto  per  gli  enti  locali.  Semmai sarebbe
opportuno  favorire  la  più  ampia concorrenza tra i fornitori, al fine di
ottenere le condizioni più vantaggiose.

    Interviene   quindi  il  ministro  STANCA,  che  esprime  il  suo  vivo
apprezzamento  per  l'interesse  dimostrato  dai  proponenti del disegno di
legge  e  dalla  Commissione  per un tema così importante. Egli riassume lo
stato   attuale   delle   disponibilità   e   delle  relative  implicazioni
commerciali,   rispettivamente   in   riferimento   ai   sistemi  operativi
commerciali  a  "codice sorgente" protetto e dunque inaccessibile, a quelli
commerciali  a "codice sorgente" aperto, che pure già esistono e, infine, a
quelli definiti liberi, perché richiedono esclusivamente una licenza d'uso.
L'iniziativa in esame a suo avviso ha il pregio principale di sollevare una
questione  rilevante,  quella  della efficienza amministrativa nell'uso dei
mezzi  informatici  e  di farsi carico anche del problema del controllo, da
parte  degli  utenti  pubblici,  su  ogni  aspetto  dei  sistemi operativi.
Inoltre,  egli condivide il principio del pluralismo informatico, enunciato
nel  disegno  di legge e, proprio perciò, mentre concorda sulla critica del
relatore alla disposizione del comma 3 dell'articolo 1, ritiene preferibile
una  opzione  aperta  a ogni sistema operativo, da quelli già disponibili a
quelli  che  saranno  sviluppati  in  futuro, senza alcuna preclusione. Ciò
potrà  favorire determinazioni adatte a ogni caso, senza cadere nell'errore
di  considerare  i  sistemi  operativi liberi comunque più convenienti, sia
economicamente   sia   tecnicamente.   Osserva,  infatti,  che  un  sistema
operativo,  oltre a un costo per il suo acquisto, comporta oneri successivi
e  anche  più  rilevanti  di  gestione, manutenzione e sviluppo: allo stato
attuale,  non  vi  sono  evidenze  per un vantaggio comparativo dei sistemi
operativi liberi su quelli commerciali.
    La stessa Commissione europea, che si è occupata dell'argomento, non ha
ritenuto  di  formulare un indirizzo a favore dei sistemi operativi liberi,
ma  ha  raccomandato  di  seguire un criterio di apertura alla competizione
libera di mercato.
    Tra gli altri paesi europei, solo la Germania ha adottato una scelta di
favore  dei  sistemi operativi liberi, mentre la Gran Bretagna ha preferito
una  soluzione  più  pragmatica.  Il  Governo  italiano,  da parte sua, sta
seguendo  il  fenomeno  con grande attenzione ed egli ha insediato da tempo
una  commissione  di  esperti,  con  le  competenze di più alto livello nel
settore,  per  studiare  tutte le implicazioni del problema. La commissione
concluderà  i  suoi lavori in capo ad alcune settimane e le sue conclusioni
saranno   senz'altro   molto  utili  per  trattare  l'argomento  con  piena
cognizione  di  causa.  D'altra  parte, il Governo ha già dimostrato di non
avere  alcuna  preclusione  in  proposito,  perché  il  sito  web  del  suo
Dipartimento  si  avvale  di sistemi operativi liberi, così come il portale
dello  stesso Governo. Quanto alla questione del "codice sorgente", ricorda
un  recente  accordo  tra  il  governo  degli  Stati  Uniti  d'America e la
Microsoft,  per  garantire  alle amministrazioni pubbliche di quel paese le
condizioni  di  massima  sicurezza sui propri dati. Egli ritiene opportuno,
inoltre,  intervenire  positivamente  per  favorire  il  riuso del software
nelle  pubbliche  amministrazioni,  specie  in  quelle  locali,  al fine di
evitare  una  moltiplicazione  dei  costi,  almeno  di quelli inerenti allo
sviluppo  dei  sistemi  operativi, e ciò è possibile anche con i cosiddetti
software  proprietari. Dunque, egli dichiara di condividere le finalità del
disegno  di  legge,  ma  dissente da alcune soluzioni che vi sono indicate,
perché irrigidiscono la normativa in modo non utile.
    In  particolare,  osserva  che  si  tratta  di  una  realtà in continua
evoluzione,  che  non  potrebbe  essere  compresa  in formule normative per
propria  natura  non flessibili. Conclusivamente, egli si pronuncia per una
scelta  ispirata  al  principio  del  pluralismo  informatico,  fondata sul
criterio della libertà di scelta.

    Il  senatore  CORTIANA,  primo firmatario del disegno di legge, esprime
soddisfazione  per  le  parole  di  apprezzamento  pronunciate dal Ministro
sull'iniziativa  in  esame,  precisando  che  la proposta non è motivata da
alcun  pregiudizio  di natura ideologica, ma solo dallo scopo di favorire e
promuovere  il pluralismo informatico, permettendo il ricorso a più opzioni
possibili.   D'altra  parte,  la  stessa  Microsoft  avverte  l'entità  del
problema,  avendo  iniziato  a  mettere  a disposizione di alcuni utenti il
"codice  sorgente".  In  ogni  caso,  nella  questione in esame è coinvolto
direttamente   il   tema  della  disponibilità,  per  chiunque,  dei  mezzi
elementari  di  conoscenza e di orientamento nell'universo informatico, che
non  dovrebbe  essere  limitata  né  da  vincoli commerciali né da ostacoli
tecnici.  Si  tratta,  in  sostanza, della grande questione della proprietà
delle  conoscenze  nella  società  dell'informazione, che a suo avviso deve
essere diffusa e disponibile per tutti, favorendo una competizione virtuosa
di  mercato. Se vi sono riserve su alcune opzioni e su specifiche soluzioni
normative  indicate  nel  disegno  di legge, egli si dichiara disponibile a
riconsiderarle  in  spirito di piena collaborazione, nell'intento condiviso
di  favorire  e promuovere il pluralismo informatico. In ogni caso, occorre
però  rimuovere  la  rendita  di  posizione  acquisita da taluni operatori,
abbattendo  le  barriere all'ingresso di altri competitori e contrastando i
fenomeni  di  asservimento degli utenti. In tal modo, sarebbe salvaguardata
la libertà creativa e la possibilità di sviluppo dei sistemi informatici.

    Il  senatore  VITALI  si  associa  agli  apprezzamenti già rivolti alle
parole  del Ministro, che ha mostrato di condividere le finalità essenziali
del  disegno  di  legge,  pur  criticandone  alcune soluzioni normative. Al
riguardo,  egli ritiene utile sviluppare un lavoro di approfondimento anche
in sedi informali, per poter elaborare soluzioni condivise.

    Il  senatore  PETRINI  a  sua  volta chiede al Ministro di precisare la
relazione  tra  la  disponibilità  del  "codice sorgente" e la tutela della
privacy.

    Il  ministro  STANCA  risponde anzitutto all'ultimo quesito, affermando
che la disponibilità del "codice sorgente" non ha un effetto diretto per la
tutela  della   privacy,  perché esso riguarda solo una parte dei complessi
procedimenti  di uso e gestione di un sistema informatico. La sicurezza dei
sistemi,  d'altra  parte,  può essere garantita meglio dalla conoscenza del
"codice  sorgente"  perché  essa permette di sviluppare mezzi di protezione
adeguati  a  ogni  caso. Dagli interventi svolti fin ora nella discussione,
egli  ha  ricavato  indicazioni  molto  positive  e ritiene che la prossima
conclusione  dei lavori della Commissione di esperti da lui nominata, potrà
integrare  utilmente  i  termini della questione, nell'intento unanimemente
condiviso di favorire il pluralismo informatico.

    Su  proposta  del  presidente  PASTORE, si conviene indi di affidare al
relatore  l'incarico  di  coordinare  un  opera  di  approfondimento  delle
questioni  appena  trattate  anche  in  relazione  alle  conclusioni, ormai
prossime,  dei  lavori  della  commissione di esperti nominata dal ministro
Stanca.

    Il seguito dell'esame è quindi rinviato.

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