[Discussioni]Re: Filosofia (was: Cara commissione Meo...)
Renzo Davoli
renzo a cs.unibo.it
Mer 2 Lug 2003 10:23:02 CEST
Rispondo per punti per motivi di tempo (sono a una conferenza a Zurigo) e
anche perche' troppe parole possono diluire i concetti e le idee.
- Si', penso che una legge sull'Open Source nella Pubblica Amministrazione
debba mettere i "paletti".
Ci sono casi in cui il software *deve* essere open per garantire il
cittadino. (Cosi' come abbiamo ormai convenuto che i contenuti *devono*
avere una forma open ufficiale obbligatoriamente).
I paletti sulla tutela della privacy li mette il legislatore (e.g. un
amministratore pubblico non puo' divulgare le informazioni sul mio stato
di salute), similmente i paletti che limitano l'amministratore pubblico
perche' non faccia solo cio' che gli fa comodo ma cio' che mi tutela
devono devono essere messi dal legislatore.
(E penso fosse mestiere della commissione Open Source e P.A. metterli
nero su bianco).
L'AIPA da' norme tecniche.
Non e' una questione di "marche" BMW o Mercedes o Fiat, parlo di diritti
fondamentali. Open Source e Closed Source non sono prodotti da
confrontare per vedere quale sia economicamente conveniente: se vi fossero
al mondo medicinali privi dell'indicazione del principio attivo o della
composizione non penso che nessun direttore sanitario li adotterebbe
(e la legge non penso glielo consenta--giustamente) anche se prodotti da
una famosissima casa farmaceutica.
Il closed source e' nella mia visione questo medicinale. Se lo volete
somministrare al pesce rosso fate pure, mi dispiace un po' per il pesce
rosso ma non mi preoccupo. Ma appena qualcuno prova a farci su un
business e somministrarlo a esseri umani mi opporrei come sto facendo ora.
Grazie a Dio e' solo un esempio accademico, spero.
- "Parte del "value" (for money) potrebbe essere proprio il livello di
tutela percepito dai cittadini."
NO! Anche il livello di tutela non ancora percepito!
Dobbiamo pensare a cio' che e' giusto, non a cio' che il cittadino vede.
I padri costituenti hanno messo tante garanzie per cose che non mi
sarebbero mai venute in mente.
Non possiamo pensare a leggi basate sull'Auditel (che livello di garanzia
chiede il cittadino? Bene, se non chiede di piu' sul resto facciamo
business). No.
- "Ovvio che e' facile dire tutto open source oppure non se ne fa niente. E'
una soluzione iper-radicale che secondo me incompatibile con il mondo
reale."
Perche' mai dovrebbe essere incompatibile col mondo reale?
E' molto facile anche questa sua affermazione.
La macchina con la quale sto scrivendo questo messaggio esiste, funziona.
Il cambiamento richiede una migrazione non banale, come richiederebbe
una migrazione altrettanto non banale fare l'operazione contraria.
Capisco che la migrazione non sia semplice. Mi preoccupa piu' la
migrazione del know how dei problemi prettamente informatici.
- "Ma perche' mai la seconda esigenza (efficienza della PA) deve essere
necessariamente in contrapposizione con la prima (tutela del cittadino)?
Se compro un pacchetto e lo posso verificare non ho ottemperato alla
sua esigenza?"
- Non ho mai detto che sono in contrapposizione: solo che la priorita'
max deve essere data alla tutela del cittadino
- Se il cittadino puo' verificare il sw ha ottemperato alla mia esigenza.
- Non ho simpatie per Sun, IBM, ne' per nessun altro.
Un po' simpatico mi sta Richard Stallman, anche Fuggetta che qui
risponde ai miei messaggi e Meo col quale condivido molte idee e che e'
autore di memorabili talk alle conferenze.
- Mi piace l'esempio dei farmaci. Se ci fidassimo tutti solo dell'Istituto
superiore di Sanita' non ci sarebbe necessita' di indicare la
composizione e i principi attivi sui prodotti, no?
Anche se non capisco nulla di quello che c'e' scritto posso tutelarmi
usando un esperto se penso che un farmaco mi abbia danneggiato.
O mettiamo il codice Open Source per le PA o togliamo la composizione
dalle confezioni dei medicinali. Il principio e' lo stesso.
- IBM e l'open source.
IBM usa l'arma linux per combattere una battaglia commerciale.
IBM e i suoi finanziamenti fanno comodo all'open source.
Non ho mai visto Richard Stallman osannare incondizionatamente IBM
(ne' io lo faccio).
E' un matrimonio... diciamo convivenza di interesse, quando le strade
divergeranno.... amici come prima. Ma potranno anche convergere
maggiormente....
Infatti non sto proponendo di usare prodotti IBM, ma open source.
Se IBM ha prodotti closed source sono fuori da questo discorso.
Se poi esistono prodotti open source piccoli e soffici, mi iniziano a
piacere pure quelli! (veramente open! non surrogati *shared*, i.e. senza
"non disclosure" da firmare o cose simili)
- Una proposta di incontro di lavoro.
Mi fa piacere poterci conoscere di persona di solito direi "davanti ad un
piatto di tortellini", ma con questo caldo... (o meglio quel caldo, qui
a Zurigo e' quasi freddo!).
Discuterei volentieri di gastronomia, cultura, viaggi, vita accademica....
Open Source continuerei a discuterlo qui sulla mailing list.
Perche' privare i lettori di "discussioni" del confronto fra le nostre
idee?
Mi permetta una considerazione finale un po' naif....
Quella che stiamo facendo e' una discussione gia' in essere da decenni,
in altre forme da secoli.
E' l'approccio ingegneristico contro l'approccio scientifico: nel nostro
caso computer engineering vs. computer science.
Abbiamo scopi comuni ma partiamo da basi diametralmente opposte: il DNA
dell'ingegnere prevede di pensare all'applicabilita' e desumere regole
generali, noi partiamo dalla creazione di regole generali e che poi
(sperabilmente) usiamo per applicazioni. (Passatemi
l'ipersemplificazione dei ruoli).
La realta' e' che non possiamo vivere gli uni senza gli altri e che in
passato simili discussioni (anche su temi molto piu' "eletti") hanno
portato a ottimi risultati.
La mia proposta e' di continuare a discutere perche' e' lo strumento piu'
costruttivo che conosca.
renzo
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