[Discussioni][barbaragualtieri a libero.it: [cyber~rights] nome in codice "Krivoj" ]

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Lun 23 Giu 2003 19:46:04 CEST


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To: cyber-rights a ecn.org
Date: Tue, 17 Jun 2003 12:31:36 +0200
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Subject: [cyber~rights] nome in codice "Krivoj" 

 La storia di Gabriele Canazza, 32 anni, programmatore, nome in codice
"Krivoj"
 "Scrittore di virus" alla sbarra

 Internet, a Bologna primo processo italiano: rischia 5 anni

 di MARIO COFFARO


ROMA - Nome in codice: Krivoj. È questo l'alias su Internet di Gabriele
Canazza, 32 anni, professione sviluppatore di software. Oggi imputato di:
"accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico e diffusione di
programmi diretti a danneggiare o interrompere un sistema informatico". Il
suo processo stamani davanti ai giudici della prima sezione del Tribunale
penale di Bologna, pm Claudio Caretto, difensori Andrea Monti e Daniele
Coliva, è in pratica il primo processo a un programmatore italiano, accusato
di aver scritto e diffuso su Internet un virus informatico. «Sono un
professionista - ammette Canazza, alias Krivoj - e nel mio campo credo di
essere competente. Ma respingo l'accusa. Non ho mai voluto scrivere un virus
informatico. Se avessi voluto ne avrei fatto uno strabiliante per il mondo
intero senza farmi scoprire». La Guardia di Finanza e la magistratura
bolognese, però, la pensano diversamente. E ora Krivoj deve cercare di
convincere i giudici di non essere fuorilegge. «Sono un hacker, ma non un
criminale», dice. Su Internet l' hacker è una «persona che si diverte ad
esplorare i dettagli dei sistemi di programmazione e a come espandere le
loro capacità, a differenza di molti utenti, che preferiscono imparare
soltanto il minimo necessario» (dalla rivista " Hacker Journal " ndr). Il
criminale è invece per esempio il cracker , che penetra e distrugge i
sistemi altrui.
«Ho sempre agito alla luce del sole - racconta Canazza - con il mio nome e
cognome, senza nascondermi. Cercavo di sviluppare questo software, sul mio
sito, perfettamente consapevole che non avrei danneggiato nessuno». Ma
Krivoj ha scritto Vierika . Che secondo la Guardia di finanza ha contagiato
qualche migliaio di computer con una e-mail, intitolata "Vierika is here", e
un file allegato, "vierika.jpg.vbs". Aprendo l'allegato, non appare una
bella donna dell'Est, ma si modificano alcuni parametri di Explorer, il
browser per navigare su Internet di Microsoft. Così al successivo
collegamento in rete, Explorer si dirige su un sito web creato dallo stesso
Canazza. E dal sito un altro pezzo del virus spulcia la posta elettronica
dell'utente, copia gli indirizzi archiviati, e gli spedisce "Vierika is
 here".
«Il mio programma è solo un giocattolo», sostiene lui. Ma vuol minimizzare?
«No, affatto. Voglio spiegare che non aveva lo scopo dei virus, cioè quello
di danneggiare sistemi informatici, ma un fine pubblicitario. Inoltre alla
parola virus si accompagna un significato di menomazione, sofferenza, ma
questo va bene in medicina. In informatica il virus è un programma come
tanti altri, solo una serie ordinata di istruzioni, un pezzo di codice».
Canazza si è ispirato alla musa Vierika, una bella donna di origine ucraina,
come la moglie. «È solo un'amica», precisa, con lo stesso nome del virus .
«Non esistono programmi buoni o cattivi, queste categorie morali non si
applicano alle righe di codice informatico - s'infervora - mi pare che la
grande stampa si preoccupi spesso di individuare il male dell'informatica
nei virus, mentre quasi mai parla dei danni veri, dimostrati, prodotti a
milioni di computer e di utenti da sistemi operativi scritti male e messi in
commercio anzitempo per lucro».
Come si giustifica? «Io non ho danneggiato nessuno, tant'è che non c'è parte
civile nel processo. Non ho scritto "Vierika" a fini commerciali. L'ho
spedito ad alcuni indirizzi presi da una bacheca sexy. Ma il mio è un
programma controllabile, è facile da bloccare, non arreca danni». Consigli?
«Chi viaggia su Internet dev'essere aggiornato, non aprire e-mail di
sconosciuti e tenere sempre vicino un buon antivirus».

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