[Discussioni]Su Maffulli e Fuggetta e quando il gioco...
Emmanuele Somma
esomma a ieee.org
Ven 27 Giu 2003 15:57:34 CEST
Una mitica battuta dei Blues Brothers era: "Quando il gioco si fa
duro... i duri iniziano a giocare."
E' quanto avviene nell'Open Source? Finche` si e` trattato, e quando si
tratta, di un gioco non c'e` veramente nessun problema. Si divertono
tutti! L'aspetto ludico dell'Open Source e` quello che piu' interessa a
molti dei suoi protagonisti i quali adottano un approccio
deliberatamente scanzonato e rilassato. Linus Torvalds in persona e` (o
dobbiamo dire era?) un esempio.
Oggi l'Open Source e` pero' anche una realta' industriale e politica. In
questo caso non ci si puo' appellare alle motivazioni goliardiche (o
peggio quelle etiche) per le proprie debolezze: se si fanno le cose
vanno fatte bene.
Sul lato tecnico l'Open Source ha mostrato di non avere grandi
problemi (indipendentemente da quanto sia stato formalmente dimostrato
o dimostrabile), adesso che alcuni progetti stanno arrivando ad un
livello qualitativo sufficiente (non ottimo o eccellente ma spesso
migliore di quello delle alternative proprietarie -anche di vasto uso-
che e` pietoso) e` chiaro a tutti che il problema non e` tecnico.
Per precedente pregressa propensione al Software Libero e` nota la mia
amicizia (posso dire "fraterna", Ste'?) con Stefano Maffulli,
Cancelliere della Free Software Foundation Europe in Italia. Accettera'
quindi meglio il torto di vedermi schierato nel supporto totale, e
quasi incondizionato, al lavoro della Commissione e in particolar modo
all'approccio del Prof. Fuggetta. O forse nella sua indifferenza.
La Free Software Foundation e` la piu' influente delle organizzazioni
politiche transnazionali nella Societa' dell'Informazione,
indipendentemente dall'accreditarle poco, molto o niente della
realizzazione pratica dell'Open Source - molte delle parole di
Stallman sono perle per la cui comprensione bisogna dotarsi di molta
pazienza, tanto buon senso, un po' di esperienza di programmazione e
nessun senso dell'umorismo. Dopo comprese, si puo' decidere
tranquillamente di discordarne, di criticarle ma mai di trascurarle.
In Europa la Free Software Foundation ha un compito di gran lunga piu'
arduo che in America. Il nostro sistema di diritto e` radicalmente
differente da quello americano e non basta un vasto uso per dare forza
di legge ad una pratica comunemente accettata. La FSF in Europa ha la
necessita' di accreditare l'Open Source presso i nostri sistemi legali,
e di farlo in modo non ambiguo e robusto ai tentativi, certi!, di
lasciar "trovare gli inganni una volta fatta la legge". La GPL in
questo e` una vera corazzata - non puo' non concordare anche chi,
nell'Open Source, non l'apprezza completamente. Per questo andrebbe
sostenuta senza distinguo nella Pubblica Amministrazione.
Le questioni terminologiche americane che tanto stanno a cuore a
Stallman in Europa sarebbero sintomo solo di SEATTL (Sindrome da
Eccesso Acuto di Tempo Totalmente Libero), come lo chiamo io. E non e`
un caso che la posizione di FSF Europe sia piu' morbida sulla questione
e sicuramente le persone coinvolte siano piu' flessibili di Stallman
(concordo che ci vuol poco).
Non mi stupisce, e lo apprezzo, che il Cancelliere italiano della FSFE
sottolinei proprio questi aspetti quando commenta il lavoro della
Commissione. [NDR: Stallman manco avrebbe parlato di una cosa che si
intitola "Open Source!"]
Ma e` al prof. Fuggetta e alla sua disponibilita' alla discussione che
va piu' che un plauso (immagino che non sappia che farsene), un
accorato ringraziamento.
Come programmatore e utilizzatore di software libero non sono affatto
contento del risultato della Commissione Meo. Senza andare a guardare
il Brasile, gia' solo in Europa, Germania e Spagna hanno fatto di gran
lunga di piu' e meglio (e anche nella pratica). La mia impressione e`
che la Commissione sia stata afflitta dai soliti cacadubbi prezzolati
il cui interesse era mantenere lo status quo, ivi semai comprendendo
anche alcuni che altrimenti considereremmo amici - ma le ragioni del
budget di vendita a breve in quei casi vincono sulle idee e le
strategie di lungo respiro. Per chi non lo sapesse, la presenza del
cacadubbio innesca una strana reazione a catena riscontrabile negli
ecosistemi burocratici pubblici per cui il risultato, credetemi, non
avrebbe potuto proprio essere migliore di quello che e` (questa e` una
delle cose che mi fa propendere per il totale anarchismo tecnocratico:
le commissioni umane acquisiscono capacita' biomorfe capaci di
infettare e sterminare ogni forma di pensiero razionale
indipendentemente dalla qualita' e dalla volonta' dei
partecipanti. L'essere vivente denominato "commissione" andrebbe
catalogato nella tassonomia animale di Linneo come incrocio ideale tra
il bradipo, l'ameba, la piovra e lo scarafaggio, senza voler offendere
John
Lennon).
Non voglio sorvolare pero' sulle argomentazioni messe in campo
ultimamente dal Prof. Fuggetta. Faccio solo finta di non conoscerle di
persona per non rievocare alcune delle piu' noiose incombenze della
mia passata (meno male) vita professionale. In particolare mi hanno
"convinto" molto le "pennellate" che il Prof. Fuggetta ha tinto sul
confronto "reale" tra Open Source e realta' "industriali", includendo
in queste la aziende di stato e la pubblica amministrazione con le sue
(paranoiche per molti versi) procedure di gara (in realta' la grande
industria risulta raramente migliore - alle frizioni esterne dovute
alle procedure balzane si sostituiscono le inerzie interne dovute
all'assenza di pensiero proprio delle linee di management intermedio
ma il gioco e` piu' o meno lo stesso).
Se e` vero che siamo tutti certi che "alla lunga" l'approccio Open
Source sia vincente, siamo invece certi che *oggi* il confronto e`
paritario? Perche` e` questo che la Commissione doveva studiare:
l'oggi.
[ Apro una parentesi: non sono stato ultimamente contagiato da una
"frescata" da materialismo storico - fui vaccinato a qual tempo e oggi
posso permettermi di "giocare" con le incrollabili certezze sul
futuro. Mi si perdoni (soprattutto il prof. Fuggetta) l'attrezzo
retorico che ho usato. In effetti sulla certezza che l'Open Source sia
vincente esiste un bell'ambito di incertezza, non minore pero' -se mi
permette di farlo notare- di quello pero' che attanaglia la
sostenibilita' economica del software proprietario in un mercato a
rendimenti crescenti soprattutto in presenza del monopolista di
mercato che non sa proprio piu' che trucchi contabili inventarsi per
mantenere il 10% di redditivita' che una volta intaccato la
condannerebbe al piu' clamoroso e veloce tracollo della storia
economica (Enron permettendo). Poi... dichiarandomi fan dell'uno mi
astraggo dal dovere di obiettivita' e parteggio per un futuro che
preferisco. Se cosĖ non fosse... pazienza, troveremo il modo di
divertici uguale.]
BTW. Ha (oggi) l'Open Source un sistema strutturale di riferimento e
di gestione cosi' stabile quanto lo ha il software proprietario?
Investe l'Open Source su se' stesso? Significando con cio', tanto per
citare un aspetto esteriore ma indicativo, che esistono aziende di
successo e manager strapagati quanto i tycoon della Silicon Valley?
Inutile che cercate: Linus sta piazzato bene ma proprio non ci
siamo. IBM e` meta' dentro e mezza fuori come molti altri. Vero e`
che se proprio stamattina Steve Jobs decidesse... ma non ha deciso (e
poi non so se ancora guadagna solo 1$ l'anno da Apple). Inoltre quello
che manca all'Open Source e` una rete di associazioni "professionali"
accreditabili che generino dati economici i piu' fantasiosi e assurdi
(tra cui quelli della BSA presi proprio dal cappello magico - e che
nessuno critica, ma com'e`!?! A proposito prof. Fuggetta... mi sarei
aspettato che una sua parolina sulla loro nota metodologica... ).
Comunque la risposta e` semplice e chiara: No! L'Open Source investe
molto poco su se` stesso.
Ma se noi non crediamo in noi stessi perche` ci preoccupiamo se
qualcun'altro (la Commissione in specie) non "ci" crede (almeno non
abbastanza)?
[ Ovviamente per qualcuno il problema e` quello di far cagnara per
mettere in discussione l'intero sistema del libero mercato, la societa'
capitalistica e l' "Impero", e ragionare per una alternativa
antagonista. Ma allora forse iniziare a prendersela con una
Commissionucola di un governiccio di destra, e via dicendo...,
mi sembra prenderla un po' alla lontana.... buona fortuna... ]
In realta', molte delle critiche del Prof. Fuggetta sono solo
l'applicazione di un normale e corretto ragionamento critico ad una
situazione che troppi affrontano solo con tanta buona volonta', ottime
intenzioni e poca competenza. A differenza di quanto prospettato dalla
Commissione infatti esistono veramente mille soluzioni piu' giuste,
piu' facili, piu' libere e sbagliate. (Una di queste e`, a mio avviso,
l'approccio "obbligatoriamente libero" brasiliano, che pure riscuote
molti consensi - ma anche visto sotto la lente dell'affermative action
di riparazione e' francamente insostenibile. In realta', al limite,
cosi' ci potrebbe pure stare - ma Microsoft dovrebbe essere almeno
chiaramente condannata dall'Antitrust europeo, e non "punita sulla
(s)fiducia" :)
Nessuno (almeno non io) dice che l'innovazione la si debba attendere
solo dagli approcci economicamente validi - se cosi' fosse sarebbe
stato improbabile per l'umanita' lasciare le caverne.
Pero' e` assolutamente corretto che la "selezione" sia valutata con
questo metro.
Il Software Libero non ha paura del confronto economico e non deve
necessariamente (anzi per me non deve proprio) ricorrere a motivazioni
etiche (che peraltro appartengono solo ad una parte del movimento che
scrive i sorgenti dell'Open Source), come per le concezioni sulla
religione
che e' (o sarebbe) bene che rimangano fuori dalle nostre leggi.
Sono molti quelli che credono che "il momento sta arrivando" ma non
e` ancora arrivato, purtroppo.
Il chilometrico lavoro di Tirole sulla motivazione strategica dei
programmatori e` forse il sintomo che l'Open Source sta cambiando non
tanto il fronte della domanda (d'altronde non c'e` nulla di piu'
tradizionalista della domanda, in economia) ma direttamente quello
dell'offerta (o forse -al contrario- e` solo il risultato di una
evoluzione sociale dell'uomo - le motivazioni di Linus, a questo
proposito, sono affascinanti, no?). Ma questo significa soprattutto
agire su se' stessi e sulle proprie disponibilita' (ad esempio a non
accettare tanti soldi per sviluppare software libero, oppure ad
accettarne di piu' per sviluppare software libero) in modo quasi (o
del tutto) indipendente dalle circostanze esterne.
Agire quindi in modo indifferente anche a quello che dice il Governo
(piu' o meno quanto ci lascerebbero indifferenti le determinazioni del
condominio dove abita il Prof. Fuggetta in merito).
IMHO non dovremmo prendercela troppo con chi ci fa le bucce,
avendo piu' che ottime ragioni per farlo. Ci sta solo facendo un favore
(chi ricorda le statistiche sul Web server fatto in linux che dettero
origine al progetto di server integrato nel kernel, che ovviamente e`
inutile ma genera delle statistiche da urlo?).
Col senno di poi e` forse criticabile la decisione di realizzare questa
commissione "cosi' presto", prima che certe evidenze economiche in
favore del Software Libero fossero state ampiamente studiate, ma
questo contravverrebbe ad una regola dell'Open Source: "Release Early,
Release Often". Io ci credo (non mi chiedete di dimostrarla - la fede
e` fede :-) e quindi giudico positivamente il fatto che sia stato
proposto e realizzata la Commissione.
C'e` solo la speranza che per i Governi italiani l'often segua
all'early e questa Commissione non serva a "cementare" il rapporto tra
PA e Open Source come quando si dice che i figli cementano la coppia:
in un plinto alla base di un Palazzo. ;-)
Forse nell'Open Source e` solo arrivato il momento (e la
Commissione e` forse stata troppo pietosa nel non sottolinearlo) che
"i duri inizino a giocare". Chi sono poi questi duri io non lo
so. Forse i "grandi" programmatori che dovrebbero terminare di
baloccarsi col proprio codice e iniziare a guidare aziende "in
concorrenza" (anche se io propendo nel pensare che questi stanno bene
dove stanno perche` peraltro stanno facendo un ottimo lavoro - anzi
forse dovrebbe essere qualcuno che si balocca con le chiacchiere ad
iniziare a scrivere qualche riga di codice in piu' :) o i manager di
vecchie e nuove aziende che decidano finalmente di investire -che vuol
dire mettere veri soldi- nell'Open Source. E non pretendere che,
poiche` e` Free debba essere Gratis. (In quel caso si parla infatti si
Santa Klaus Software, non Free!) Questo vorrebbe dire fare lo sforzo
di impegnarsi a capirlo seriamente senza limitarsi (non so quanto
onestamente) a voler credere alle fandonie che i commerciali delle
aziende di software proprietario (o peggio ex-proprietario) gli
propinano
senza confronto.
Quello che pero' io vedrei di molto cattivo occhio (ex [Schmidt e
Schnitzer 2003]) e` che i primi a muoversi in Europa fossero proprio i
manager pubblici (ho la sensazione che non verro' esaudito, pero'). E'
vero che questa consistente realta' economica in Europa potrebbe
creare quella massa critica da generare una completa (o ampissima)
conversione all'Open Source, ma e` anche vero che nessuno di loro
gioca con risorse proprie e i loro risultati nulla dicono sulla vera
sostenibilita' economica del software libero (alla fin fine paga
Pantalone!). Diciamo insomma che, come segnale, preferirei vedere le
aziende private (in Europa... a trovarle) muoversi su questo campo.
Ma anche su questo -fermo restante la mia incrollabile certezza nel
futuro (di cui sopra)- non mi sembra di vedere *enormi* esempi.
Su come si potrebbe evolvere un mercato veramente sostenibile del
software libero il discorso andrebbe avanti ben oltre che queste
banali note. Le ho scritte per lo piu' per esprimere apprezzamento al
tentativo della Commissione che mi sembra inutilmente bersagliata, e
alla disponibilita' al confronto del Prof. Fuggetta e sostegno alla
sua visione "aperta" della cosa, tentando anche di mostrargli che
esistono, anche in questo campo (non si direbbe a volte, eh!), persone
che credono in un approccio piu' laico, e infine (per colmo di
incoerenza :) sostenere ed incentivare Stefano Maffulli e la FSFE a
tener fermo il punto e mettere ogni tanto un bel paletto sulla visione
"da programmatori" del Software Libero. A chi e` riuscito ad arrivare
fin qua sotto posso solo consigliargli di andarsi a fare un test per
la SEATTL, che potrebbe essere stato contagiato anche lui come me ;-)
Buon divertimento a tutti,
Emmanuele Somma
esomma a ieee.org
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