[Discussioni]Filosofia (was: Cara commissione Meo...)

Alfonso Fuggetta Alfonso.Fuggetta a polimi.it
Lun 30 Giu 2003 11:10:05 CEST


Io non ho mai parlato di fiducia cieca. Ho parlato di deleghe, controlli e di responsabilità verso la collettività.

Per il resto, non mi sembra diciamo cose sostanzialmente diverse. Il problema è sempre lo stesso: cosa rendere obbligatorio. Lei dice che siccome il software libero mi permette di ottenere certe tutele, allora il software della PA "deve" essere libero. Io dico che nel momento in cui certe tutele le posso ottenere anche con software proprietario, non posso discriminarlo. Quindi per me il software libero "non deve" essere discriminato ma non può avere un accesso preferenziale o obbligatorio.

Alfonso 

> 
> -----Original Message-----
> From: Francesco Potorti` [mailto:pot a softwarelibero.it] 
> Sent: Monday, June 30, 2003 11:07 AM
> To: discussioni a softwarelibero.it
> 
> Alfonso Fuggetta:
> >Quando una PA compra cellulari, il cittadino verifica che il codice 
> >nella EPROM del cellulare che magari verrà utilizzato da manager 
> >pubblici per parlare di noi cittadini non contenga backdoor? [...] E 
> >quando sale su una macchina, fa le prove di resistenza delle 
> >sospensioni o delle barre di torsione per vedere che la macchina non 
> >causi incidenti. Non mi dica che nel caso della macchina volendo lo 
> >potrebbe fare, perchè è una scappatoia dialettica e non reale.
> 
> Il fatto di dover delegare  è naturale in una società 
> complessa.  Questo però, da sempre, non significa dover 
> accordare cieca fiducia.
> 
> Per la maggior  parte dei prodotti che  ognuno di noi non è  
> in grado di verificare la società predispone  una rete di 
> possibili controlli grazie a cui il cittadino in effetti 
> delega a chi può provare per lui.
> 
> Chi è interessato alle auto  ha a disposizione più riviste 
> indipendenti, dove esperti del  ramo hanno la possibilità di  
> provare le sospensioni e tutto il resto.  Meccanismi  
> analoghi esistono grazie alla libera stampa un po' per tutti 
> gli altri campi, per quanto imperfetti.  Il punto è che le 
> leggi devono consentire che i controlli siano relativamente 
> facili, a vantaggio della società.
> 
> Quando dai campi  dei beni privati ci spostiamo  al controllo 
> della cosa pubblica si  usano altri mezzi  di controllo.  Ad 
> esempio,  ogni partito politico ha il  diritto di inviare 
> propri rappresentanti  per seguire da vicino  lo svolgimento  
> delle  votazioni.  Non  c'è  fiducia cieca,  c'è controllo a 
> diversi livelli indipendenti.
> 
> Quindi  non è  vero che  tutti  ci dobbiamo  fidare di  
> tutto, ma  tutti dobbiamo essere messi in grado  di poter 
> scegliere dei rappresentanti di cui più o meno ci fidiamo e 
> che siano messi in grado di controllare.
> 
> In entrambe  le situazioni -- i  beni privati e le  procedure 
> della cosa pubblica -- il  software libero non è naturalmente 
> la  panacea (non lo è mai,  la vita  è ben  più  complessa), 
> ma  in maniera  naturale tende  a soddisfare tutte le 
> esigenze di  libertà e trasparenza con uno strumento
> unico:  la licenza  libera.   Certamente si  possono ottenere 
>  risultati
> analoghi con altri mezzi, ma questi mezzi risultano spesso 
> insufficienti o complessi,  e il loro vantaggio rispetto ad 
> una  licenza libera spesso consiste nel  proteggere le 
> insufficienze di qualche  responsabile o gli interessi di 
> qualche fornitore, non di contribuire al bene comune.
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