[Discussioni]audizione parlamento europeo sui brevetti
Francesco Potorti`
pot a potorti.it
Dom 11 Maggio 2003 21:35:04 CEST
Mercoledì 7 e giovedì 8 sono stato a Bruxelles in occasione di una serie
di eventi organizzati dalla FFII (Foundation for a Free Information
Infrastructure) e dai Verdi europei, di cui il più importante, svoltosi
la mattina dell'8, è stato un'audizione presso gli uffici del parlamento
europeo. Su http://swpat.ffii.org/events/2003/europarl/05/, programmi
degli incontri, nomi, riferimenti ad approfondimenti, proposte e abbondante
materiale.
Mercoledì il primo intervento previsto, e probabilmente il più
interessante, era quello di Lawrence Lessig, intellettuale statunitense
attivo nel campo dei diritti nell'era dell'informazione digitale, ma
purtroppo l'ho perso a causa dell'orario. Quanto segue è la trascrizione
dei miei appunti a partire dalle 12.30, ora alla quale sono arrivato
all'hotel Dorint, raffinato albergo non lontano dal parlamento. Vi prego
di tollerare i refusi, perché non l'ho riletta.
- oratore: dovrebbe essere il detentore a pagare per difendere il brevetto,
non chi lo mette in discussione: proposta di legge (dove?)
Mi presentano un membro (presidente?) dell'associazione dei professionisti
shareware, mi dicono che circa un terzo dei membri della Eurolinux
Alliance, che sostiene questa iniziativa contro i brevetti software (BS), è
costituita da programmatori di software proprietario.
Nel pomeriggio Hartmut Pilch, cuore e cervello di FFII e principale
organizzatore di questa due giorni presenta il parlamentare Neil
MacCornick, che presiede la prossima tornata di oratori. Neil MacCornick è
forse il principale parlamentare sostenitore della guerra contro i BS,
vecchio e calmo, è quello che a detta di Hartmut più si è impegnato a
studiare la cosa a fondo per poterla sostenere personalmente.
Sono presenti un'ottantina di persone, si alternano al tavolo almeno sei
europarlamentari durante il pomeriggio.
Parla Robert Dewar, che ho conosciuto personalmente, tipico imprenditore
americano, grossissimo, vocione, faccia e modi simpatici, parla scandendo
le parole e sempre con grande decisione e sicurezza.
- Robert Dewar (CEO gnat.com US) conviene scrivere numerosi claim (decine)
in un brevetto, così diventa praticamente incomprensibile, la giuria non
può capire tutto in pochi giorni, gli avvocati ci lavorano mesi, la
decisione diventa casuale. Così come è casuale l'accetazione di un
brevetto. Così come non è facile provare che un brevetto è ovvio (il che
lo invaliderebbe) senza portare prior art. È difficile dire cos'è un
brevetto software: non può essere tutto quel che fa un computer. I
programmatori passano il tempo a combinare cose ovvie in modi non ovvi.
- Halbersztadt (ufficio brevetti PL, parla a titolo personale) dice
che la legge polacca non permette brevetti che non riguardino una
creazione tangibile, che interagisca con la materia o simili. Il termine
"tecnico" può significare "utile" (tradizione anglosassone) o "materiale"
(tradizione tedesca), quindi è ambigo e va definito, mentre nella
direttiva proposta si parla di «technical contribution» e di «technical
character» senza definirne il significato.
- Jürgen Siepmann (legale di Linux-Verband DE) insiste sulle forze della
natura, che dovrebbero essere presenti nella definizione di "tecnico".
- Robert Dewar: violare il copyright di un lavoro significa copiarlo, è
necessariamente un atto di volontà, violare un brevetto no, quasi sempre
capita per caso, perché la reinvenzione indipendente non è permessa
Parla Mercede Echerer, parlamentare credo tedesca, bell'aspetto, capelli
neri, per tutti i due giorni insiste a dire che per appoggiarci ha bisogno
di argomenti forti, non chiacchiere, spesso diventa indisponente.
- Mercedes Echerer (parlamentare DE?): tutte queste osservazioni sono state
molto utili. In questa guerra il punto non è l'equilibrio e mediazione,
in realtà c'è un solo forte interesse che sbilancia tutto. In parlamento
non c'è alcna discussione, ho fatto diverse interrogazioni a McCarthy che
presenta la direttiva, del tipo «non crede che questo sbilanci nettamente
il potere a sfavore delle piccole e medie imprese (PMI)?» e la risposta è
stata semplicemente «No.». Cita altre tre o quattro domande puntuali a
cui l'unica risposta è stata «No.». L'unica possibilità di influire sul
corso della direttiva sono le lobby nazionali: ogni elettore dovrebbe
spingere sui propri parlamentari. Non si può neanche provare la strada
di accorciare a meno di vent'anni il tempo di validità dei revetti
software, perché si andrebbe contro la "convenzione europea sui
brevetti".
- Un legale, credo: nel 1979 una convenzione internazionale (TRIPS, mi
pare) stabilì la non brevettabilità del software. Attualmente tutti gli
stati vi si attengono, tranne gli Stati Uniti, che la violarono solo due
anni dopo, ed il Giappone, che seguì poco dopo.
- Robert Dewar: se c'è solo una scelta fra vent'anni e niente, dobbiamo
senz'altro dire: «niente!».
- Richard Stallman (presidente della Free Software Foundation, US): i BS
non servono a stimolare l'innovazione.
- Mercedes Echerer: mi servono argomenti più puntuali da portare.
- quattro o cinque piccolissimi imprenditori intervengono dal pubblico
dicendo tutti che i BS li ucciderebbero
- Mercedes Echerer: voi rappresentate due, tre, dieci persone, ci sono
aziende di centinaia di persone che non sono ascoltati. Mi servono i
numeri, sono sicura che la commissione li abbia ma non li voglia
pubblicare né utilizzare.
- di nuovo piccolissimi imprenditori intervengono dal pubblico; chi dice
che scrivere software è reinventare continuamente, i brevetti non portano
vantaggio in quest'attività; chi dice che non c'è lacuna prova che i BS
servano; un altro dice lo stesso; un altro dice che i sostenitori dela
direttiva usano come prova le cifre della BSA.
- Richard Stallman: MPEG2 è coperto da 39 brevetti negli USA. Microsoft
può continuare a creare qualunque standard su cui possiede un brevetto
(come fa con Windows Media Player) e imporlo grazie alla sua forza di
mercato, e ripetere il processo ogni dieci anni, all'infinito.
- Richard Clark (Elysium Ltd, UK; JPEG): le tecniche di difesa dei BS
puntano molto sul personale: i legali attaccano gli individui, e il 95%
delle contenstazioni non vengono mai rese pubbliche, perché la
riservatezza fa parte dell'accordo, è un mondo quasi completamente
sommerso. Le tecniche di attacco usando i BS sono ad esmpio dilatorie
(dell'altrui lavoro, imponendo di seguire percorsi alternativi) o
intimidatori (bloccare altri minacciando una causa), evitando di
partecipare ai comitati di standardizzazione (che spesso impongono ai
membri di non attaccarsi), facendo imboscate (cioè aspettando che
qualcuno implementi un certo metodo coperto da BS per rivelare solo dopo
l'esistenza del BS), ricordare alla controparte che ogni cosa è comunque
questione di opinioni legali, e quindi può andare a finire in qualunque
modo.
- Sven Biedermann (imprenditore, DE): anche se depositassi un brevetto, non
avrei i soldi per difenderlo.
- Bernhard Runge (sviluppatore della SAP, DE): non solo le industrie
software deengono brevetti, anche singoli individui che li usano per
succhiare soldi alle aziende software: non pochi sono andati a sbattere
contro un brevetto di tre professori del MIT su "configurazione del
software", e si sono accordati per una somma segreta.
- Marco Cappato (parlamentare gruppo radicale, IT) dice che è difficile
trasformare queste preoccupazioni in emendamenti precisi.
Parlando con Marco Cappato a margine del convegno, mi dice di essere molto
interessato a queste cose, ma è disposto a fare il lavoro di politico puro,
non di studiare gli argomenti: «portatemi gli emendamenti da proporre e io
lo faccio, portatemi materiale informativo e io lo distribuisco,
proponetemi un incontro e io lo organizzo». Il suo indirizzo è
Mcappato a europarl.eu.int. Lui ed io siamo gli unici italiani presenti (a
parte i due naturalizzati francesi Roberto di Cosmo e Filippo Rusconi).
- Richard Stallman: alla FSF abbiamo considerato l'idea di brevettare
qualcosa per fare scambi, ma il numero di brevetti sarebbe comunque
troppo piccolo, e quindi l'unico modo è agire sui legislatori [trova il
modo di dire che GNU non è Linux]. Finora abbiamo evitato i brevetti di
cui eravamo a conoscenza. Molti brevetti non vengono rivendicati.
- dal pubblico: il foglio illustrativo di un'azienda specializzata in Linux
dice fra l'altro che se non si sta attenti a cosa si usa di una
distribuzione Linux si possono infrangere dei BS. Voci come questa
causano un danno oggettivo a Linux anche se sono false.
- Marco Cappato: vi incoraggio a continuare così, prendete iniziative.
- Jacob Hellen (AB Strakt, SE; presidente di Python Business Forum): tutti
in Python sono sono convinti che i BS sono cattivi. Il software è come
un prato, noi siamo vacche che pasolano, ci sono posti più o meno erbosi,
ogni tanto, mentre tutti pascolano tranquilli, BOUM! una vacca salta in
aria. Era una mina, ce ne sono tante, non c'è modo di vederle. Alcuni
grossi mandriani si possono permettere i cercamine, e pascolano le loro
vacche precedute da una squadra di cercamine, tutt le altre vacche
pascolano e sperano.
- Neil MacCornick fa i complimenti per la migliore metafora sui BS.
- Lars Soltau (CEO di slab.de, DE): siamo venti persone, non abbiamo BS, è
più semplice migliorare continuamente il prodotto, e lasciare gli altri
indietro.
XX1 (purtroppo non ho capito come si chiama, nei miei appunti c'è un nome
sbagliato) sembra una persona insignificante a guardarlo, è completamente
medio, ma ha una sorta di carisma: parla molto lentamente, scandendo le
parole, racconta cose intelligenti e anche divertenti.
- XX1 spiega come eludere le tasse con i BS. Loro fanno software GPL. La
sua azienda è titolare di cinque BS in Francia, ma non intende usarli per
citare nessuno per violazione. Ormai in cinque ore di lavoro è in grado
di scrivere una nuova richiesa per BS in Francia, ne prende uno vecchio
su roba che ha scritto e ne cambia il 10%, perché nella pratica l'ufficio
brevetti francese non fa, come dovrebbe, esame sulla novità della
richiesta, solo sull'oggetto (nel caso particolare, business methods).
Ha pubblicato un articolo (ma non so dov'è) intitolato "Simulating
competition and innovation in information society". Il suo primo
brevetto è "Distributed e-commerce": ventisei pagine di sciocchezze, con
descrizione di protocolli inventati e acronimi inventati, spesa 26 Eur
(tanto costa depositare un brevetto in Francia). Possedendo dei
brevetti, la legge gli consente di dire che i profitti provengono di là,
e li tassa molto poco. Il secondo brevetto è "Planification of logistic
processes". Poi "Procédé pour la determination du du price moyen d'achat
des articles d-un stock" (procedimento per la determinazione del prezzo
medio d'acquisto degli articoli di un magazzino). Il quarto brevetto è
quasi uguale, fatto in due ore, con solo il 10% del materiale cambiato.
Questo brevetto fu rifiutato, perché non tecnico! è assurdo, perché era
praticamente uguale al precedente, che era stato giudicato tecnico.
L'ultimo brevetto consiste diuno chema per vedere la TV giapponese con
una scheda TV inun televisore in Giappone che poi trasmette i dati via
Internet ad un ricevitore in Europa (lui ha la moglie giapponese). È
inutile migliorare il processo di esame dei brevetti, è troppo facile
aggirarlo. Per esempio, basta riformulare tutti gli algoritmi noti in
termini di logica fuzzy e per ognuno farne un BS. Questo giochetto non è
detto si possa fare in tutti i paesi, per esempioun brevetto europeo
costa 15 kEur.
Questo era l'ultimo intervento della giornata. Di tutti i parlamentari,
Neil MacCornick è stato presente e attivo fino alla fine.
Il giorno dopo al parlamento europeo, con una lunga coda per via dei
controlli all'ingresso, entriamo in un'aula per le udienze, capienza circa
120 posti, presenti circa 150 persone. La sala è molto grande e bella, ad
anfiteatro, ci sono in tutto 25 persone dedicate alla traduzione simultanea
in otto lingue diverse, per cui molti degli oratori parlano nella propria
lingua. Si comincia alle 9, si finisce alle 12.30. Presiede il
parlamentare Dany Cohn-Bendit.
- Dany Cohn-Bendit: vogliamo una società libera o vogliamo una società
dominata da pochi? Do la parola a Richard Stallman, di cui Lawrence
Lessig dice che l'uomo della nostra epoca non è un filosofo, uno
scrittore, un artista, ma è un programmatore.
- Richard Stallman: il software ha un livello di complessità tale che un
programma sarebbe coperto da migliaia di brevetti, mentre la
programmazione e `un processo evolutivo e imitativo. Normalmente un
nuovo programma contiene due o tre nuove idee combinate con tante altre
vecchie, non esiste il caso dell'inventore con un'idea brillante che si
difende dalle grandi aziende che vogliono copiarlo. C'è un grosso
pericolo: che aziende che possono imporre standard de facto lo facciano
con formati brevettati, come fa Microsoft con Windows Media Player, e
come può continuare a farlo all'infinito, cambiando standard ogni dieci
anni. Non c'è lacun bisogno di proteggere gli investimenti delle grandi
aziende: l'industria del software è cresciuta enormemente senza BS. Il
software è diverso dal resto dell'ingegneria: la realizzazione di
prodotti estremamente complessi è fattibile con poco sforzo, non ci sono
costi di produzione, è facile per un singolo programmatore metterci le
mani.
- Mercedes Echerer dice che è tutto molto complicato dal punto di vista
legale, e che loro credono di aver trovato una risposta [ma credo di aver
frainteso qualcosa, perché manca la conclusione].
- David Axmark (CEO MySQL, SE): copiare, cioè violare il copyright è una
colpa, bisogna farlo apposta, violare un brevetto è un incidente, può
capitare per caso, è come essere colpiti da un fulmine.
- Mercedes Echerer: vorrei sapere perché Nokia chiede i BS, mentre Opera,
che lavora per Nokia, sostiene che i brevetti li danneggiano [domanda
legittima, atteggiamento indisponente].
- Pechard (Opera): Opera riceve decine di richieste alla settimana per
violazione di BS, e dobbiamo spendere tanto per corsi legali per i
programmatori e per avvocati. Microsoft non è attaccata, perché è
grossa. Chi ci attacca lo fa o per soldi oppure per motivi strategici,
per bloccarci.
- Richard Stallman: meglio non parlare di proprietà intellettuale, perché
può confondere.
- Mercedes Echerer: a me piace il termine, perché [... dà una
giustificazione, ma sembra non cogliereil punto di Stallman]. Dice che i
BS causano un blocco troppo lungo. Invita il pubblico a fornire esempi
concreti di danni che le industrie (anche piccole emicro) soffrirebbero.
- Una imprenditrice [mi son perso il nome] dice che scrivere è un processo
creativo, scrivere programmi quasi certamente infrange dei BS. Negli USA
lei è stata denunciata tre volte, ogni volta aveva trovato prior art e
ogni volta gli avvocati, pur dando la causa per vinta, le hanno
consigliato un accordo extragiudiziale, per spendere meno. Dice che c'è
un diretto danno economico: crescendo oltre un certo livello si diventa
bersaglio di imboscate, e bisogna togliere denaro da R&D per dedicarlo
alla difesa. Le grosse aziende possono minacciare il tribunale e
comprare i suoi brevetti per niente, e lo fanno. In Europa non abbiamo
brevetti, e questo le permette di investire di più, senza paura di
crescere. Fa un appello: «non cambiate il sistema, va bene così com'è!».
- Mercedes Echerer: molto convincente, grazie! [ha ragione, è stato
l'intervento migliore, più focalizzato, quello che ha parlato dei
problemi propri e non di quelli degli altri o della società].
- Håkon Wium Lie (CTO Opera, NO): noi spendiamo soldi per gli avvocati, non
vogliamo i BS.
- Mercedes Echerer: interessante. Vediamoci a pranzo, e stendiamo un
documento comune con tutte le PMI presenti.
Il traduttore italiano traduce free software con software gratuito.
- [non so chi]: nel rapporto alla Commissione Europea sulla direttiva sulla
brevettabilità del software, Arlene McCarthy parla di "abounding
evidence" (numerose prove) a favore della proposta, ma ne parla solo nel
sommario, non cita statistiche, costi, solo singoli esempi di tipo
aneddotico. Io porterò esempi aneddotici di senso contrario, ma
ampiamente evidenti. Negli US gli esempi sono: benefici per gli
imboscati, cioè coloro che, senza produrre software, attendono al varco
le aziende spremibili per contestar loro violazioni di propri brevetti;
benefici per i falliti; forse benefici per le startup; danni per tutti
gli altri, in particolare per i piccoli. I grossi sono avvantaggiati
dalle dimensioni del proprio portafoglio di BS, dagli alti costi dei
litigi, dall'incertezza sugli esiti, dalla scarsa qualità dei BS. In
particolare favorisce chi non produce (gli imboscati) a sfavore di chi
produce.
- Tang (università del Sussex, UK): l'IBM aveva depositato un brevetto per
la fila al cesso in aereo, con numero per la fila e calcolo del tempo di
attesa, qualcuno l'ha messa in discussione e IBM l'ha ritirata, a patto
di segretezza (quindi non si sa chi l'ha messa in discussione).
All'università del Sussex hanno fatto una ricerca su un piccolo campione
di PMI (una dozzina, se ho capito bene): le opinioni raccolte sono
suddivise più o meno equamente fra chi pensa che i BS vannobene e chi
pensa che no. Una cosa che le aziende temono grandemente è la cattiva
pubblicità derivante da loro presunti comportamenti illegali, come la
violazione di un brevetto. In generale gli intervistati ritengono il
sistema dei BS complesso, lento, costoso, incerto, un potenziale modo per
le industrie US di uccidere il software europeo.
- Philippe Aigrain, parlamentare: si è vista una leggera correlazione
negativa negli US fra crescita numero di BS e investimenti in R&D.
Perché i capitalisti di ventura vogliono i BS per finanziare una nuova
impresa con capitale di rischio? Perché ci sono! Se i BS non ci
fossero, non li richiederebbero.
- Neil MacCornick: fare grossi cambiamenti alla direttiva è ormai
difficile, bisogna specificare i campi non brevettabili, come ad esempio
il data processing e le comunicazioni.
- Thorsten Lemke (CEO Lemke software, DE): facciamo convertitori grafici,
abbiamo dovuto pagare Unisys per il formato GIF, i brevetti possono
impedire la conversione fra formati, e bloccare così il mercato.
- dalla platea qualcuno dice che se le grosse imprese fossero più benefiche
alla società rispetto alle piccole cadrebbero tutte queste obiezioni ai
BS. Un paio rispondono, ma non centrano il punto.
- Richard Stallman dice che se in Italia nel '700 fossero state brevettate
le idee musicali, Beethoven avrebbe potuto avere seri problemi a scrivere
alcunché. Pierre Boulaise ha provato a scrivere musica che non utilizza
alcuna idea precedente, ma ben pochi lo ascoltano.
- Plooj Van Gorsel (non ho capito chi fosse, l'unica persona che è andata
contro i sentimenti della platea, a quanto ho capito parlava per conto di
Arlene McCarthy, la grande cattiva, ma poi qualcuno mi ha detto che lei,
Plooj, è convinta di essere dalla nostra parte, quindi boh?): sono a
favore di una normativa di armonizzazione dei sistemi brevettuali. Il
problema non sono i BS, ma come sono imposti. La proposta attuale non
permette comunque i BS "as such". Bisogna solo chiarire le ambiguità.
Chiarire cos'è "computer implemented invention", da definire in maniera
non estensibile. Vanno evitati i brevetti banali. Bisogna ammetter un
"grace period" (un periodo di moratoria, cioè si può chiedere la
registrazione di un BS anche dopo X mesi dalla pubblicazione
dell'invenzione). Bisogna mettersi alla pari con US e Giappone (level
the playfield for industries).
- uno sviluppatore di PostgreSQL obietta che l'introduzione dei brevetti in
Europa renderebbe illegale la sua azienda in Europa, e renderebbe inutile
tutto il loro sviluppo finora, e tutto quel che loro hanno venduto ai
clienti. È molto arrabbiato, dice che loro citerebbero per danni il
parlamento, lo ripete più volte.
- qualcuno, credo un politico, obietta che "it is traditional, when you
level the playing field, to remove dirt, no to add to it".
- Robert Dewar: quel che la mia azienda fa per difendersi dalla
concorrenza, e che è l'unica cosa che serve è: corri più veloce che puoi!
- Plooj Van Gorsel: anche se domani ritirassi la direttiva andrebbea vanti
ugualmente. So che voi siete contrari, ma ho sentito tanti altri che
sono a favore, e e i lmio lavoro è di contemperare le diverse esigenze.
- lo sviluppatore PostgreSQL, arrabbiatissimo, si alza e grida che lei è
una venduta, prende soldi da [non so chi].
- Marco Cappato: bisogna accettare che ormai comunque una direttiva ci
sarà, inutile illudersi. Bisogna trovare emendamenti, non cercare di
fermarla. Ogni sugegrimento preciso sulle modifiche da fare è benvenuto.
- Richard Stallman: la direttiva non conviene all'Europa.
- Dany Cohn-Bendit: oggi è successa una cosa buffa: i grandi capitalisti,
solitamente liberisti, chiedono un sistema protettivo, i piccoli chiedono
libertà [è più lungo e sarcastico, ma vol dire quello]. Forse l'unico
modo di bloccare la direttiva è presentare tonnellate di brevetti e
bloccare l'ufficio.
Fine dell'audizione, parlando con dei parlamentari li sento un po' più
ottimisti, dicono che la numerosa presenza di persone e rappresenteanti
delle PMI ha impressionato qualcuno. Parlo con Francesco Nachira e Roberto
Galtieri, che vogliono creare in Italia un gruppo di pressione politica che
riguardi le problematiche della società dell'informazione, e che si
interessi quindi anche di brevetti e softwarelibero (ma anche copyright,
divario digitale, ecc.), sono interessati a contatti con organizzazioni nel
campo. Trovo un altro italiano, ricercatore al Politecnico di Torino
(lavora con Meo).
C'è un grupop di artisti di strada che inscenano un farsa sul programmatore
schiacciato dall'avvocato, nella piazza di fronte al parlamento. Qualcuno
(mi dicono NY Times) intervista Richard Stallman.
Nel pomeriggio di nuovo al Dorint. La prima ora mi addormento. Poi prendo
appunti solo su chi dice cose diverse da quelle già sentite.
- XX1 spiega i dettagli di come trarre grossi vantaggi fiscali depositando
un paio di brevetti software all'anno. Fa una presentazione completa,
con riferimenti tecnici contabili. Forse c'è sul sito di FFII.
- Un membro della Federal Trade Commission (FTC) [non so come si chiama] fa
un lungo e interessante intervento. Negro, grosso, evidentemente molto
preparato, non sembra uno qualsiasi. La FTC si è presa la bega Intel,
l'antitrust si è presa quella Microsoft. Noi l'Intel l'abbiamo messa a
posto, loro... comunque ancora non è finita, c'è stato un appello contro
Microsoft. Non è per null aovvio se i BS siano utili o no, noi ci stiamo
studiando da un anno e mezzo, la conclusione dello studio è prevista fra
sei mesi, io personalmente ho ascoltato centiania di imprenditori, e non
sono il solo a lavorarci, la relazione sarà completa e documentata. Il
parlamento europeo, legiferando ora, rischia di fare leggi basate sul
nulla, farebbero forse meglio ad aspettare le nostre conclusioni, no
esistono oggi studi esaustivi. La vostra azione è importante, perché
mette in discussione l'"ovvia" assunzione che i BS producono ricchezza.
I brevetti sono un modo di dar valore alle idee, la cosa importante è
vedere come e quanto influenzano l'industria del software.
- XX1 spiega come in Francia, grazie alle pressioni di Microsoft, le
opinioni documentate degli economisti di destra contro i BS sono state
ignorate quando sono stati scritti i documenti per la comunità europea.
- Il membro della FTC insiste che noi dobbiamo essere fonte di informazione
per il parlamento europeo.
Vado a cena, poi a letto. Alle tre di notte prendo il tassì che mi conduce
all'aeroporto.
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