[Discussioni]Convegno NOT ECONOMY

Leandro Noferini lnoferin a cybervalley.org
Gio 23 Ott 2003 22:32:30 CEST


Ciao a tutti,

ed eccovi, puntuale come le tasse, il mio resoconto di quanto ho
ritenuto interessante del convegno.

La presentazione non l'ha fatta Biffi ma un altro relatore (Stringa?)
che non ha fatto altro che presentare la fondazione Corriere della Sera,
l'organizzatrice del convegno, raccontare che la tale fondazione
gestisce grandi quantità di materiale del Corriere (testi, fotografie e
disegni) e poi presentare il giornalista Formenti e il libro che dava il
nome al convegno.

Formenti: il suo intervento è stato quanto mai interessante, dimostrando
di conoscere molto bene le problematiche correlate al diritto d'autore e
dei paradossi che stiamo vivendo.

Alcuni estratti che ho segnato:

- è in atto un conflitto fra tre partecipanti, i produttori di hardware,
  i produttori di contenuti e i consumatori;
- l'utilizzo delle reti di scambio files dimostrano la protesta dei
  consumatori verso un mercato la cui struttura è vecchia e tenuta in
  vita solo dalle major. Inoltre dimostrano anche la diffusa
  indifferenza degli utenti verso le nuove leggi repressive emanate;
- l'unica risposta data dalle major è stata quella di chiedere e di
  ottenere dal potere politico un inasprimento legislativo;
- in questo la lobby dei produttori di contenuti si è dimostrata più
  efficace di quella dei produttori di hardware e tutto si è comunque
  scaricato contro gli utenti.

Altre considerazioni:
- ha sempre parlato di GNU/Linux;
- nell'elenco delle ditte che lavorano con il software proprietario ha
  elencato tutte le principali tranne l'IBM, che invece ha poi nominato
  nel successivo elenco di ditte che invece lavorano con il software
  libero.


Meo: ha fatto un intervento molto divulgativo e molto schierato a favore
del software libero (parlando di rivoluzione industriale si è presentato
come Robespierre), pur con alcune semplificazioni forse troppo audaci;
il tutto con notevole capacità comunicativa e verve.

Alcuni estratti:
- l'esplosione del ritmo di crescita della conoscenza (intesa nel senso
  di sviluppo industriale) ci obbliga a rivedere con scadenze
  ravvicinate i modelli economici e sociali;
- internet come l'invenzione della stampa: i librai non sono diventati
  ricchi ma i libri hanno cambiato il mondo;
- l'istituto del brevetto non ha più senso perché adesso le invenzioni
  più importanti non sono più oggetti ma idee e usare il brevetto su
  queste è non solo inutile ma anche dannoso per la società;
- il MIT stesso ha confessato di aver spostato gli investimenti dalla
  ricerca "pura" alla ricerca finalizzata al brevetto nonché alla difesa
  legale di quelli già acquisiti;
- i brevetti ormai sono diventati solo un sistema di protezionismo
  commerciale;
- i politici devono smettere di fare i lobbyisti di seconda categoria
  preparando leggi che difendono solo gli interessi delle corporazioni.


Poi siamo passati ad una sessione di domande rivolte da Formenti a
Valiboni di Microsoft, Maffulli di FSFE-Italia e Cortiana che tutti
conosciamo.

La prima domanda di Formenti è stata rivolta a Valiboni sull'utilità o
meno dei brevetti software.
La risposta è stata un po' confusa dal rumore della unghie sui vetri e
proverò a riportarne i passi più significativi:
- il copyright non è sufficiente perché questo lascia aperte troppe
  strade (non ho capito per cosa) che alla fine diventa anche negativo
  per gli utenti;
- il brevetto è più sicuro e chiaro da un punto di vista legale;
- le ditte che hanno maggiori e migliori brevetti hanno più facilità ad
  accedere alle linee di credito;
- il tutto però deve essere ben chiaro, in particolare quello che è
  brevettabile e quello che non lo è;
- in particolare non dovrebbero essere brevettabili tutte le "cose" che
  sono diventate negli anni standard accettati.
Fra le varie cose ha anche accennato ad uno scontro sull'argomento fra
la casa madre di Microsoft negli Stati Uniti e la filiale europea.


Successivamente ci sono state due domande a Cortiana, una non la ricordo
e un'altra sull'impreparazione della classe politica su questi
argomenti. Risposte standard che non riporto (anche perché non le ho
segnate ;-) ).


Una domanda a Maffulli sulla querelle SCO-IBM, la cui risposta ce la
potrà riportare il diretto interessato.


Infine una domanda sempre a Valiboni che gli ha permesso di presentare
il Government Security Program della Microsoft (lo Shared Source per i
governi per chi si fosse distratto):
- la Microsoft è cresciuta sfruttando l'apporto della propria comunità;
- i precedenti programmi di Shared Source con i governi erano sbagliati
  perché presupponevano vincoli commerciali che ora invece non sono più
  necessari (se un governo vuole accedere al programma lo potrà fare
  indipendentemente dall'esistenza o meno di accordi commerciali);
- alcuni GSP prevedono la modificabilità e la redistribuzione dei
  sorgenti (citato esclusivamente WinCE);
- in ogni caso la Microsoft resta decisa a difendere la propria
  proprietà intellettuale.


Mie considerazioni:
- un sacco di gente, diciamo centocinquanta persone, più o meno lo
  stesso numero presente all'intervento di Assoli all'ultimo hackmeeting
  per chi era presente;
- organizzazione perfetta;
- tesi "rivoluzionarie", specialmente se ascoltate al di fuori di
  ambienti "carbonari" ai quali sono abituato e portate avanti da figure
  che non rientrano a tutti i costi nel prototipo del "pirata", del
  "sovversivo" o del polemista a tutti i costi;
- il rappresentante di IBM era assente, secondo Formenti perché la
  questione SCO è fonte di imbarazzo (a me parrebbe una sonora
  bischerata ma lo metto tra parentesi);
- si parla tanto dei politici come assolutamente impreparati ma in
  effetti ascoltare Valiboni, rappresentante della azienda monopolista
  di fatto nel software, e Cortiana contemporaneamente fa pensare che
  forse i "tecnici" sono messi anche peggio. Microsoft ha necessità di
  trovare qualcuno che sia capace di convincere una platea, con il solo
  uso delle parole (è ammesso l'uso di diapositive), delle proprie tesi:
  non è la prima volta che ascolto Valiboni in pubblico e devo dire che
  non riesce quasi mai ad essere convincente, sicuramente non questa
  volta con la domanda sui brevetti, confondendo cause con effetti;
- il livello della comunicazione generata in questi convegni è sempre di
  livello medio-basso, molto molto "introduttiva", non arrivando mai
  neanche a sfiorare il nocciolo del problema né nei suoi aspetti
  legalistici né negli aspetti politici. Una settimana di frequentazione
  di una lista come questa porta molta più informazione, per lo meno per
  uno come me abituato all'uso di strumenti come questi.

-- 
Ciao
leandro
Lei è come tutti i dilettanti: le importa far qualcosa piuttosto che
qualcosa sia fatto.
(Goethe - Le affinità elettive)
-------------- parte successiva --------------
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