[Discussioni]Riassunto del convegno NOT ECONOMY

Lorenzo De Tomasi detomasi.liste a libero.it
Dom 26 Ott 2003 15:24:04 CET


Aggiungo alcune parti tralasciate da Leandro e Stefano :-)

on 23-10-2003 20:06, Leandro Noferini at lnoferin a cybervalley.org wrote:
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Saluti iniziali

>>> La presentazione non l'ha fatta Cesare Biffi - Direttore Generale
'Fondazione Corriere della Sera - ma un altro relatore (Stringa?) che non ha
fatto altro che presentare la fondazione Corriere della Sera,
l'organizzatrice del convegno, raccontare che la tale fondazione gestisce
grandi quantità di materiale del Corriere (testi, fotografie e disegni) e
poi presentare il giornalista Formenti e il libro che dava il nome al
convegno.
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Apertura dei lavori
Carlo Formenti, Saggista e giornalista, collaboratore del Corriere della
Sera
>>> Il suo intervento è stato quanto mai interessante, dimostrando di conoscere
molto bene le problematiche correlate al diritto d'autore e dei paradossi
che stiamo vivendo.
>>> Alcuni estratti che ho segnato:
 
>>> - è in atto un conflitto fra tre partecipanti, i produttori di hardware, i
produttori di contenuti e i consumatori;

- è in atto una trasformazione culturale radicale, un conflitto, una fase di
transizione di medio lungo periodo

>>> - l'utilizzo delle reti di scambio files dimostrano la protesta dei
consumatori verso un mercato la cui struttura è vecchia e tenuta in vita
solo dalle major. Inoltre dimostrano anche la diffusa indifferenza degli
utenti verso le nuove leggi repressive emanate;
>>> - l'unica risposta data dalle major è stata quella di chiedere e di ottenere
dal potere politico un inasprimento legislativo;
>>> - in questo la lobby dei produttori di contenuti si è dimostrata più
efficace di quella dei produttori di hardware e tutto si è comunque
scaricato contro gli utenti.

>>> Altre considerazioni:
>>> - ha sempre parlato di GNU/Linux;
>>> - nell'elenco delle ditte che lavorano con il software proprietario ha
elencato tutte le principali tranne l'IBM, che invece ha poi nominato nel
successivo elenco di ditte che invece lavorano con il software libero.

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Innovazione tecnologica e brevetti: politiche industriali a confronto

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Software proprietario o informatica solidale?

Angelo Raffaele Meo, Politecnico di Torino, Responsabile del gruppo di
ricerca del Ministero dell'Innovazione Tecnologica sull'OpenSource.

>>> Ha fatto un intervento molto divulgativo e molto schierato a favore del
software libero (parlando di rivoluzione industriale si è presentato come
Robespierre), pur con alcune semplificazioni forse troppo audaci; il tutto
con notevole capacità comunicativa e verve. Alcuni estratti:

- è in atto una rivoluzione scientifica, tecnologica e industriale che si
può riassumere nei seguenti punti:
1. l'esplosione del ritmo di crescita della conoscenza (intesa nel senso di
sviluppo industriale) è sfuggita al controllo dei governi e ci obbliga a
rivedere con scadenze ravvicinate (spesso qualche mese) i modelli economici
e sociali;
2. Smaterializzazione delle tecnologie e dei prodotti. La scienza astratta è
più importante della tecnologia.
3. Enorme patrimonio di software libero
4. Avvento di internet, fuori dalla logica di competizione tipica del
mercato, è fondata su uno spirito di collaborazione, su una cultura
complessiva, su un'intelligenza collettiva. La rete è paragonabile
all'invenzione della stampa: i librai non sono diventati ricchi ma i libri
hanno cambiato il mondo;
5. La sfida della complessità: Il progettista singolo non è più pensabile
per numerosi prodotti (complessi come, ad esempio, l'aereo o l'automobile).
6. Il piccolo è nuovamente bello. Le piccole medie imprese (pmi) si possono
raggruppare in distretti virtuali.
7. Chi vince prende tutto.
8. Occorre una rivoluzione culturale
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Le tecnologie sono sinergiche e bisogna possederle tutte.
Il brevetto è morto. L'istituto del brevetto non ha più senso. Un tempo è
stato utile.  Adesso le invenzioni più importanti non sono più oggetti ma
idee e usare il brevetto su queste è non solo inutile ma anche globalmente e
socialmente negativo;

>>> - il MIT stesso ha confessato di aver spostato gli investimenti dalla
ricerca "pura" alla ricerca finalizzata al brevetto nonché alla difesa
legale di quelli già acquisiti;
>>> - i brevetti ormai sono diventati solo un sistema di protezionismo
commerciale;

- Brevettando i principi scientifici bloccheremo la crescita del sapere;
Sabin (?) si rifiutò di brevettare il principio attivo dell'antipolio
affermando "sarebbe come brevettare il sole". Sarebbe la brevettazione di un
principio universale. Oggi si brevetta di tutto. I brevetti sono strumenti
di ritorsione nei confronti dei piccoli per difendere i grandi.
Le conoscenze ormai sono strettamente interlacciate. Noi stessi, quando
inventiamo, non sappiamo se la nostra invenzione è originale o se stiamo
inconsapevolmente plagiando un'invenzione già brevettata.
I brevetti devono essere aboliti, soprattutto sui farmaci perché è in gioco
la vita di milioni di persone.

>>> - i politici devono smettere di fare i lobbyisti di seconda categoria
preparando leggi che difendono solo gli interessi delle corporazioni.

- Nel futuro ci dovrà essere spazio sia per Paperone che per tanti Paperini
(Pmi, piccoli gruppi di ricerca, piccoli paesi, tra cui la nostra Italia).
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Tavola rotonda. Moderatore: Carlo Formenti
Partecipano:

Fiorello Cortiana, Senatore della Repubblica, Relatore della proposta di
legge sul software OpenSource e P.A.

Stefano Maffulli, Presidente Free Software Foundation Europe

Andrea Valboni, Chief Technology Officer Microsoft Italia

Assente Ernesto Hofmann, Ibm Senior Consultant
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>>> La prima domanda di Formenti è stata rivolta a Valboni sull'utilità o meno
dei brevetti software. La risposta è stata un po' confusa dal rumore della
unghie sui vetri e proverò a riportarne i passi più significativi:
>>> - il copyright non è sufficiente perché questo lascia aperte troppe strade
(non ho capito per cosa) che alla fine diventa anche negativo per gli
utenti;
>>> - il brevetto è più sicuro e chiaro da un punto di vista legale;
>>> - le ditte che hanno maggiori e migliori brevetti hanno più facilità ad
accedere alle linee di credito;
>>> - il tutto però deve essere ben chiaro, in particolare quello che è
brevettabile e quello che non lo è;
purtroppo oggi si può brevettare anche la ruota e l'acqua calda.

>>> - in particolare non dovrebbero essere brevettabili tutte le "cose" che sono
diventate negli anni standard accettati.

- Molti, non potendo brevettare in Europa, brevettano all'estero.

>>> Fra le varie cose ha anche accennato ad uno scontro sull'argomento fra la
casa madre di Microsoft negli Stati Uniti e la filiale europea.
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Fiorello Cortiana

- È importante che non si precluda la possibilità di nuove visioni;
- Occorre impedire che il copyright permetta di vivere di rendita
parassitaria;
- Spesso vengono brevettate insensatamente sia le tardive scoperte che le
invenzioni di altri.
- Nel campo informatico è importante una disposizione all'interoperabilità e
al pluralismo.
- Impreparazione della classe politica su questi argomenti. I parlamentari
sono schiacciati tra il lavoro di lobbying e la loro ignoranza.
 
Una domanda a Maffulli sulla querelle SCO-IBM lasciava intendere che si la
vicenda SCO vs IBM partisse da una violazione di brevetto.  Maffulli ha
"spiegato la faccenda della violazione di contratto e segreto (di
pulcinella) industriale."

"Ma ho approfittato per parlare male dell'assente IBM raccontando della
contro-citazione di IBM a SCO per violazioni (questa si) di brevetti tra
cui uno sul download di eseguibili da pagine web.  Un breve commento
sull'uso che i colossi fanno dei brevetti."

"La seconda domanda di Formenti riguardava il ruolo di IBM con il sw
libero e Linux.  Ho rimarcato il fatto che sappiamo che la B di IBM sta
per Business, che hanno trovato un'opportunità su cui erano "liberi" di
fare business e lo stanno facendo.  Onore a loro, ma anatema su di loro
per continuare a vendere sw proprietario e spingere per la
brevettabilità del sw in europa (che si siano ritirati dal convegno per
non rispondere a queste domande?)"
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>>> Infine una domanda sempre a Valboni che gli ha permesso di presentare il
Government Security Program della Microsoft (lo Shared Source per i governi
per chi si fosse distratto):
>>> - la Microsoft è cresciuta sfruttando l'apporto della propria comunità;
>>> - i precedenti programmi di Shared Source con i governi erano sbagliati
perché presupponevano vincoli commerciali che ora invece non sono più
necessari (se un governo vuole accedere al programma lo potrà fare
indipendentemente dall'esistenza o meno di accordi commerciali);
>>> - alcuni GSP prevedono la modificabilità e la redistribuzione dei sorgenti
(citato esclusivamente WinCE);
>>> - in ogni caso la Microsoft resta decisa a difendere la propria proprietà
intellettuale.
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Maffulli ha avuto modo di ribadire che anche GNU protegge la sua proprietà
immateriale, tanto che (colpo di scena, tiro fuori Windows Service for
Unix) anche Microsoft vende il software GNU e ci fa soldi... mi hanno
detto chi era in platea, che Valboni ha fatto una faccia nuova :)


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Industria culturale e copyright: fra pirateria digitale e nuovi modelli di
business.

La parte che segue raccoglie le affermazioni di più relatori. Purtroppo ho
appuntato alcune frasi, senza segnarmi chi le ha pronunciate. Ho segnato il
nome accanto alle frasi di cui ricordo la paternità.
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Le nuove frontiere giuridiche della proprietà intellettuale

Luigi Mansani dell'Università di Parma
Guido Guerzoni dell'Università Bocconi di Milano

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Tavola rotonda.
Partecipano:
Alberto Canciani - responsabile pre-sales e.Bis Media, Tino Cennamo -
Amministratore delegato Bmg Music Publishing Italy e Marco Strano -
Direttore tecnico Polizia di Stato, Servizio Polizia Postale e delle
Telecomunicazioni.

I brevetti incentivano la prima generazione di ricerca, ma sono barriere per
le innovazioni di secondo grado e seguenti.
- Esiste una protezione identica per tutti i settori merceologici, quando i
costi e i rischi di ricerca possono differire anche di molto.
- Effetti di network e lock-in rafforzano le posizioni dominanti.
- La compressione delle sfere di libertà tutela solamente una parte
dell'industria.
- Purtroppo gli standard non sono considerati come essential facilities
(intercomunicabilità), sono spesso protetti e occorre pagare le licenze
(vedi Gsm e Umts). Occorrono accessibilità agli standard a condizioni eque e
non discriminatorie.
- Ci sono i casi di 'brevetti patacca' concessi per convenienza economica da
parte degli uffici brevetti, che si sono poi rivelati investimenti
sbagliati.
Occorrerebbe una tutela differenziata a seconda del tipo di innovazione: per
alcune invenzioni 20 anni sono troppi, per altre pochi. È necessaria una
valutazione rigorosa dei presupposti di protezione. Sono importanti il
mantenimento e l'estensione del regime di libera utilizzazione, distinguendo
fra uso commerciale e non.
- Spesso non è possibile reperire materiale distribuito legalmente a livello
mondiale.
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Maffulli ha brevemente accennato al fatto che le Pmi del software non hanno
sempre bisogno di brevetti per accedere al credito, anzi dovremmo riportare
l'attenzione sui modelli di business che devono essere solidi a prescindere
(gli avvocati o gli elettricisti mica brevettano i loro metodi, eppure
accedono al (poco) credito quanto una Pmi)
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Tino Cennamo, Amministratore delegato Bmg Music Publishing Italy, ha
espresso i seguenti concetti:

È in crisi un supporto, un modello di business basato su quel supporto; le
grosse società sono lente ad innovarsi. La fruizione di opere sta seguendo
la logica dell'usa e getta. Musica come mezzo per raggiungere un target
(Heineken Music Festival, Coca cola) come mezzo di promozione.
Siamo in un periodo di transizione da un vecchio modello, incentrato su un
supporto, ad uno nuovo.
Dal B2C si sta passando B2B.
- Cambiamo a partire da quello che il mercato vuole e ci chiede. La
repressione non è la sola via per risolvere i problemi.
- È un ambiente che prevede la coesistenza di modelli molto diversi.
Raramente gli artisti guadagnano con le royalty.
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Maffulli scrive "Mi ha favorevolmente sorpreso, ha parlato di nuovi business
model per la produzione di musica, e per la prima volta non ho sentito uno
dei discografici non fare la solita manfrina da perdente tipo «gli mp3 ci
stanno rovinando, arrestateli tutti».  Ottimo, da invitare ancora."
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Bisogna sempre tenere in considerazione il piacere della condivisione di un
ambiente con altre persone al momento dell'acquisto.
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Marco Strano ha raccontato un'interessante storia su cui riflettere.
Quando era nel deserto un commerciante vendeva delle rose del deserto
confezionate in una scatoletta a 50 centesimi. Davanti a lui una fila di
persone le acquistava. Marco, guardando alle spalle del venditore ha visto
un'alta montagnola di sole rose del deserto gratuite e in grande quantità.
Da buon italiano per un momento ha pensato di circumnavigare il venditore e
di andarsi a prendere la sua manciata di rose gratuite, ma poi, un po' per
pigrizia, un po' per vergogna, un po' perchè il venditore dava anche la
scatoletta e un po' perchè il prezzo era basso... ha acquistato anche lui.
Abbassare i prezzi può essere la via che permetterà di sfruttare la pigrizia
delle persone.

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>>> Mie considerazioni:
>>> - un sacco di gente, diciamo centocinquanta persone, più o meno lo stesso
numero presente all'intervento di Assoli all'ultimo hackmeeting per chi era
presente;
>>> - organizzazione perfetta;
>>> - tesi "rivoluzionarie", specialmente se ascoltate al di fuori di ambienti
"carbonari" ai quali sono abituato e portate avanti da figure che non
rientrano a tutti i costi nel prototipo del "pirata", del "sovversivo" o del
polemista a tutti i costi;
>>> - il rappresentante di IBM era assente, secondo Formenti perché la questione
SCO è fonte di imbarazzo (a me parrebbe una sonora bischerata ma lo metto
tra parentesi);
>>> - si parla tanto dei politici come assolutamente impreparati ma in effetti
ascoltare Valiboni, rappresentante della azienda monopolista di fatto nel
software, e Cortiana contemporaneamente fa pensare che forse i "tecnici"
sono messi anche peggio. Microsoft ha necessità di trovare qualcuno che sia
capace di convincere una platea, con il solo uso delle parole (è ammesso
l'uso di diapositive), delle proprie tesi: non è la prima volta che ascolto
Valiboni in pubblico e devo dire che non riesce quasi mai ad essere
convincente, sicuramente non questa volta con la domanda sui brevetti,
confondendo cause con effetti;

Maffulli replica:
>> ha ripetuto i testi delle brochure aziendali.  Li capisco, persone al
>> suo livello non possono sbottonarsi.

Leandro Noferini, a sua volta ribatte
>>> No no, non sono d'accordo:
>>> - non ha ripetuto le brochure aziendali perché se tali testi contenessero
tali leggerezze sarebbero demenziali;
>>> - altre volte che ho sentito la persona in questione parlare ha aggiunto
particolari e pensieri che definire leggeri è fare un _grosso_ complimento;
>>> - anche questa volta ha fatto delle "rivelazioni" che non sono evidentemente
dentro alle tali brochures e mi riferisco in particolare all'evidente
imbarazzo quando ha ricordato che (cito a memoria) "la Microsoft all'inizio
perse la testa davanti all'Open Source". Non ricordo se ha citato lui
direttamente le baggianate di Ballmer oppure se l'ho pensato io così forte
che l'ho anche sentito.
>>> Secondo me è molto più plausibile che non ci sia l'abitudine del confronto
dentro a quella ditta: le hanno vinte tutte da troppo tempo che si aspettano
sempre platee adoranti la loro aura di geni dell'informatica. Forse
dovrebbero maggiormente studiare la propria storia (che, come dicono i
filosofi, è una ruota), curando in particolare la vicenda del lancio di
Windows 3.0 a non ricordo più quale fiera statunitense.
>>> Approfondisco il mio pensiero sull'argomento perché è per me interessante
questa nuova necessità del Nemico(R), almeno nelle sue incarnazioni locali,
a relazionarsi in situazioni meno "confezionate" a sua immagine e
somiglianza.

>>> - il livello della comunicazione generata in questi convegni è sempre di
livello medio-basso, molto molto "introduttiva", non arrivando mai neanche a
sfiorare il nocciolo del problema né nei suoi aspetti legalistici né negli
aspetti politici. Una settimana di frequentazione di una lista come questa
porta molta più informazione, per lo meno per uno come me abituato all'uso
di strumenti come questi.




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